lunedì 5 dicembre 2011

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Un anno fa Aspirante Carrie Bradshaw riceveva questo messaggio in posta:

domandina semplice semplice:D
;)
...ma quanto sei bbbono??? sempre più! 


Oggi:



ACB (ndr), l'ha scritto il mio boyfriend quell'articolo a cui hai messo "mi piace" :-)
Metti mi piace sul sito di Vogue? :-)
Besos



D'accordo, qui si è davvero toccato il fondo.
Il tizio che ha scritto questo messaggio è un tizio più che trentenne che da più di un anno mi faceva il filo. Io, per questioni anagrafiche oltre che estetiche, l'ho sempre rifiutato. Oggi, di fronte ad una grinta che solo ora sembra iniziare a far capolino nel mio mood milanese mi ritrovo a leggere l'ennesimo affronto.
Il tuo boyfriend? Un articolo? Vogue.it? E soprattutto: io dovrei mettere mi piace alla concorrenza? Evidentemente il suddetto mittente non mi conosce a sufficienza.

L'ennesima storia gaia nata all'improvviso e sbocciata a velocità supersonica (roba che Beautiful fa un baffo a tutte le fantomatiche relazioni omosessuali di oggi) da un tizio che ha scoperto la propria omosessualità solo a trent'anni. L'ennesimo passivo gaio che pubblica l'ennesimo articolo sulla coppola per Franca Sozzani che, come da lei esplicitamente spiattellatomi in faccia, da un sacco di opportunità a chi vuole scrivere attraverso il sito internet. L'ennesima richiesta assurda.
Così come è assurdo Luca, il mio compagno di corso figo che ammette durante un aperitivo alcoolico la propria bisessualità. Così come è assurdo Marco, che mi scrive di pensarmi da due giorni. I luoghi comuni si sprecano.

Pensare di avere una relazione oggi e di riuscire comunque a mantenere l'immagine che si ha di se stessi è praticamente impossibile. Si è categoricamente costretti a scendere a compromessi. C'è chi non potendo ricevere pompini da una ragazza troppo casta viene a farseli fare da me prima del mio party di Laurea, chi invece è costretto a rivalutare fisicamente qualcuno semplicemente perchè lo si inizia a vedere "con occhi diversi" dopo (guarda caso) qualche avance da parte del suddetto tizio. La verità è che oggi siamo sempre spinti a generalizzare. Vogliamo capire se qualcuno è fidanzato o meno, se qualcuno è bello o meno, se qualcun'altro è etero o gay. Come se, dopo tutto quello che sto vedendo da mesi, ci fosse ancora qualcosa che fa la differenza. Si pensi all'esperienza di Luca. Io e il mio gruppo di compagne pettegole eravamo completamente acciecate dal dubbio e dalla curiosità sui gusti sessuali del nostro compagno più carino che ormai avevamo concentrato l'attenzione solo su questo e non sul fatto che lui, in realtà, spera di costruire anche altro con noi. 
In realtà qualcosa però che fa la differenza c'è. Dopo un'intensa serata borgara che è tornata dopo più di due mesi di astinenza di locali gai, non posso fare a meno di chiedermi a quale etichetta io stesso appartenga. Che centro io, sconosciuto ai più della comunità, in questo bordello dove l'unico obiettivo che guida la serata è il sesso? Aggirandomi per le sale del Borgo sono incappato in scene angoscianti: ragazzi mano nella mano innamorati come non mai(o per lo meno, fino al prossimo drink), gente con il fondoschiena all'aria pronta a mostrarsi pur di apparire, vecchie galline di quarant'anni che guardano i giovani con disprezzo... la fine del mondo è vicina.
Poi però, tornando a casa con Vanish, Xander, Chicca e Clementia in macchina, ho capito che forse non sono un frocio famoso e ricercato, ma che nonostante gli anni ho ancora degli amici che affrontano chilometri per festeggiare la mia Laurea. E in un mondo di etichette, questo non è poco.

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