mercoledì 27 marzo 2013

7 uomini per 1 orgasmo

Che io stia diventando una persona esigente non è un mistero. Lo scorso anno il tetto massimo d'età per un uomo era di 34 anni, quest'anno è sceso a 30, ad esempio. Nicole fa selezione. Ecco perchè può capitare di aver bisogno di 7 uomini per venire.

Iniziamo con una lezione di anatomia: un uomo può venire fino a un massimo di 6 volte in un solo giorno. È fisiologico, provato, testato. E poi, diciamocelo chiaramente, chi mai avrebbe la pazienza di perdere tempo con 7 persone in un solo giorno? Nicole però è una persona in gamba, sa quello che vuole e sa come raggiungerlo. Anche a costo di utilizzare 7 maschi in un unico pomeriggio.


Ore 13.00, candidati 1 e 2: la coppia di amici amanti del sesso a 3
Mentre Nicole si rigirava nel letto, ancora assonnata e incerta su cosa preparare per pranzo, venne contattata da un ragazzo che viveva poco fuori Milano. Era carino, fisicato, militare, fidanzato. E ospitava un amico di Verona per il weekend. Milano è così conosciuta per le mille esperienze sessuali che può offrire: perchè non allietare il suo soggiorno con qualcosa di hot? Alle 14.00 erano lì, di fronte alla mia porta di casa, decisi a regalarmi la più bella esperienza di sempre. In realtà si rivelo la solita esperienza a 3: sguardi di complicità tra i due (quasi volessero dire "hey, lo stiamo facendo veramente e la tua ragazza non lo sa"), io in mezzo con i due cazzi tra le mani, io che mi faccio ricoprire del loro sperma. Ovviamente senza sporcare il vestitino. Il tempo di qualche chiacchiera e poi li accompagno alla porta. Io non ero stata soddisfatta.

Ore 16.00, candidato 3: il gigolo habituè
Sin dai primi weekend a Milano, passava a trovarmi un ragazzo. Un pr dello Shu, di 26 anni, napoletano, fisico da modello, che nel tempo libero si dilettava facendo il gigolo. Tra colleghi non si paga, ovviamente, così aveva preso l'abitudine di passare da me una volta la settimana per fumare qualche canna e darmi in bocca il suo cannone. Quel pomeriggio il caso volle che mi scrisse. Venne da me, parlammo la solita oretta dei suoi progetti, dei suoi clienti e dei miei, poi gli feci un approfondito esame orale. Era bellissimo. Mi venne in bocca. Io non venni. Ci demmo appuntamento per settimana prossima. E lo salutai.

Ore 17.30, candidato 4: l'agente immobiliare alla prima esperienza
Nel corso della settimana avevo conosciuto un ragazzo di 22 anni esperto del mercato immobiliare, meno del mondo sessuale. Non appena arrivò ci sedemmo sul letto a bere del vino, mi raccontò di come il mercato delle case in questo momento sia in crisi e di come sia conveniente per i miei Autorevoli Genitori comprarmene una proprio ora, mi parlò della sua mattinata lavorativa, finchè non lo spogliai. Ormai nudo, iniziai a strusciarmi contro di lui mentre le nostre bocche si scambiavano baci appassionati. La passione era però troppa: alla seconda strusciata mi venne sulla gamba. Seccata lo salutai. Era rimasto da me 30 minuti ed io non avevo ancora avuto il mio orgasmo.

Ore 18.30, candidato 5: il seccatore volgare
Già prima che i due amici arrivassero, un seccatore continuava ad insistere per venire a trovarmi. Sembrava carino, anche troppo, ma a lui volevo dedicare un intero pomeriggio. In momenti come questi però, quando sei alla fine del tuo pomeriggio e non hai ancora avuto un orgasmo la situazione è critica: lui andava fatto venire (in tutti i sensi). Non appena spalancò la porta rimasi basita: rispetto alle foto era una vera delusione. Però, probabilmente, a letto sarebbe stato meglio. Iniziai il mio lavoro di bocca cercando di dare il meglio di me, ma quando iniziò a prendermi per la testa, si mise a urlarmi frasi volgarissime. Roba tipo "ti piace bella troiona", "ti sfondo la bocca puttana". Nessuno, solo i clienti, dicono a Nicole queste cose. Decisi che ne avevo abbastanza così, senza che io ebbi finito il mio lavoro, gli dissi "ti ho detto che non mi piacciono le persone cafone e volgari, per piacere rivestiti e vattene". Tentò di insistere ma io ero già alla porta pronta a cacciarlo fuori casa. Bisogna dimostrare di avere polso a volte. E con i seccatori di questo tipo non si è mai troppo duri.

Ore 19.45, candidato 6: l'avvocato pelato
Momento aperitivo. La verità è che ho sbagliato filosofia, serve un buon bicchiere di vino con l'uomo giusto, e l'orgasmo verrà da sè. Il tempo di ripetermi queste cose e mi scrisse un ragazzo che abitava proprio a 50 metri da me. Questa era fortuna! Visto? A volte bastava così poco per dare una svolta alla giornata! Mi citofona, gli apro, sale le scale, spalanco la porta. Volevo morire. A 25 anni era già senza capelli, aveva una voce da ragazzo castrato ed era magrissimo. Cercai di non mostrare la mia seccatura: versai il vino, parlammo, poi presi in mano il telefono e finsi di averi ricevuto il messaggio di un'amica che sarebbe passata di lì a poco. "Scusami tesoro, ma questa è davvero insistente e vuole venire a cena tra poco". Lo riaccompagno alla porta, non prima che lui mi palpasse il culo e tentasse un ultimo, disperato, approccio con Nicole. Niente da fare. Rigorosamente bocciato.

Ore 21.00, candidato 7: il biondo da discoteca
"Hey bella, stasera sono in disco a Milano, ti va se passo da te prima?". Nicole era disperata, da quando trovare un uomo pronto a darti un orgasmo era così difficile? "Va bene, vieni". Questo sarebbe stato l'ultimo: dopo un intero pomeriggio di tentativi più o meno svaniti non avrei più rincorso il mio orgasmo. Il candidato numero 7 arrivò più in tiro che mai: maglione, jeans aderenti, capelli biondi pettinati con il gel. Mi baciò, facemmo sesso e lì, vidi la luce, l'esito di 7 uomini entrati in casa mia in meno di 12 ore. Fu inebriante, passionale, unico. Alla fine di tutto lui si rivestì, si pettinò e si preparò per la sua serata, io entrai in doccia. Dopo una giornata come quella avrei detto "no" a qualsiasi altro uomo.

martedì 26 marzo 2013

Running with scissors

Quando bazzichi nell'ambiente travestito da anni, può capitarti di accumulare una serie di uomini da vedere. Purtroppo però il tempo a disposizione non aumenta, anzi, diminuisce. Per quello spesso devo far venire più ragazzi in una sola sera.

Quando la vita in ufficio e Miranda ti buttano giù, serve un uomo che ti tiri su. Una fredda sera di dicembre passeggiavo in cerca dei primi regali di Natale in Duomo, aspettando la conferma di un ragazzo che sarebbe dovuto passare la sera stessa. In realtà il nostro appuntamento era già stato fissato ad agosto, ma per un milanese fidanzato, l'idea di fare sesso in mezzo a dei campi della provincia con una travestita non rappresenta proprio il massimo dell'eccitazione. Stavolta però non aveva scuse: voleva passare. Avrebbe tenuto la propria consorte a casa e, con la scusa di uscire per una birra con degli amici, sarebbe andato da Nicole. All'alba delle 20 ancora non si era fatto sentire, così mi sentii legittimato a fissare nuovi appuntamenti per la sera stessa. D'altronde, Nicole può forse stare ai comodi della gente? Dovevo trovare un nuovo amante serale. E subito ne arrivò uno giusto per me. Si trattava di Filippo, un ragazzo di 24 anni, milanese, studente di matematica e appassionato di bridge, dagli occhi azzurri e dalla folta chioma bionda. Potevo forse lasciarmelo scappare? Vista l'ora, fissai per le 23, di modo che possa per lo meno mettermi qualcosa sotto i denti e far uscire il lato più glamour di Nicky. È fatta, pensai, questo è il bello del vivere a Milano: trovi un uomo senza problemi. Morto un Papa se ne fa un altro, per dire.
Alle 21 rientrai a casa e decisi di preparare qualcosa di simile ad una cena, ma mentre mi accinsi a degustare l'ottima insalata preparata, mi suonò il telefono. "Ciao, sono qua sotto, mi dici il citofono?". Non ci potevo credere. Lì, lì al mio portone, alle 21.56, c'era il ragazzo fidanzato che aveva tirato buca alla propria fidanzata per venire da me. Lui, che non mi aveva più scritto o chiamato perché era già tutto sufficientemente confermato. Secondo lui. "Dammi 10 minuti che finisco di truccarmi", risposi. Alla velocità della luce sparecchiai la tavola, sistemai il divano letto e corsi in bagno a sistemare il make up. Nel frattempo mi suona il telefono: "Ciao Nicole, ci eravamo sentiti qualche giorno fa, sono a Cadorna adesso, ti va se passo da te?". Oh merda. Non posso. Devo dire di no. "Uh scusa non ti sento bene, possiamo risentirci più tardi? La linea dev'essere un disastro". E riagganciai. Il ragazzo stava salendo le scale. Io ne approfittai per sistemare il rossetto. In fondo, una travestita deve essere sempre sul pezzo. O sul cazzo, come si preferisce.
Aprì la porta alle 22.15. Bene, pensai, ho 45 minuti per offrirgli del buon sesso, alle 23.00 Filippo arriverà e non posso farlo attendere. Ci sedemmo e aprimmo il vino che aveva portato (da notare: la prossima volta non chiederò più a nessuno di portare una bottiglia). Alle 22.40 ancora non avevo concluso il mio lavoro. Che stava aspettando? Decisi allora di sfoderare l'ultima arma: la leccata di palle. E venne.
Mentre si ripulì io osservai come fossero già le 23.05. Oh merda, Filippo sarebbe arrivato di lì a poco. Prima avrei dovuto far uscire il ragazzo che si stava sistemando in bagno. Ma proprio mentre lui si stava rivestendo, ecco che suona il citofono. "Ciao, sono Filippo". Improvvisamente maledissi la mia nonchalance con la quale davo numero civico e citofono così a casaccio ai ragazzi che dovevano venire. "Uh sì, aspetta qualche minuto che ti apro". Cacciai subito il tipo fidanzato e aprii il portone a Filippo. Probabilmente si sarebbero incrociati sulle scale, ma la cosa più importante in quel momento era che Nicky avesse un trucco impeccabile e non sbavato.
Spalancai la porta. Filippo era lì, di fronte a me, sorridente. Lo feci entrare. Ci sedemmo sul letto e iniziammo a parlare. Ma, a differenza del ragazzo precedente, scoprii che avevamo un sacco di cose in comune: una media alta, la passione per i giochi di società, il debole per le serie tv e i film. Ci baciammo. E fu un bacio intimo, timido, come due persone che hanno il timore di farsi male. Il bacio fu il preludio di altro. E dopo l'altro venne l'abbraccio, la conversazione, la televisione. Quella notte Filippo rimase da me a dormire. Facemmo sesso altre 2 volte.
La mattina seguente lui andò a lezione di matematica, io in ufficio.
Realizzai in quel momento che le serate come quella avevano un loro lato positivo: la quantità aiutava ad apprezzare la qualità. E forse Filippo era frutto di una delle mie scoperte.

venerdì 8 marzo 2013

18


I tempi sono cambiati. Non ci sono più le mezze stagioni, il lavoro scarseggia, il buco dell’ozono cresce a dismisura. E i giovani hanno bisogno di punti di riferimento. Ecco perché Nicole accontenta proprio tutti, anche i diciottenni.

Che l’adolescenza sia un momento di sperimentazione lo sanno tutti. Maschi etero che si masturbano in gruppo davanti a un porno, amicizie tra donne che sfiorano il limite dell’amore lesbo, piccole avventure durante le prime sbronze… Chi, a 18 anni, non ha fatto questo e altro ancora? Io no, ma io non faccio testo, essendo una mezza travestita. Il punto è che oggi la rete offre un sacco di opportunità per chi vuole approfondire certi lati del sesso: grazie a chat, a social network e ad app realizzate ad hoc, riuscire a organizzare un appuntamento con una trans o una trav è, davvero, un gioco da ragazzi. Facile come bere un bicchier d’acqua.
Nicole, professionale come poche, ha sempre evitato di incontrare ragazzini di 18 anni. Solo una volta, sotto Natale, aveva deciso di regalare un’occasione a un diciannovenne desideroso di provare a essere sottomesso da me. In 2 ore era già a casa mia, legato a guinzaglio come si deve. Al termine dell’appuntamento dovetti ammettere che, in fondo, era stato parecchio soddisfacente.
Un sabato pomeriggio però, Nicky venne clamorosamente fregata. Le scrisse un ragazzo di 21 anni che, appena uscito da scuola, voleva passare per un saluto; io, ancora a letto, lo invitai non senza prima sistemare casa, letto ed essermi stesa un filo di trucco. Si sa, anche da appena sveglie bisogna sempre essere impeccabili. Dieci minuti prima dell’appuntamento mi arriva una sua chiamata, rispondo: “Servizio 4888, il cliente vuole addebitare la chiamata”. Non ci posso credere. Mai nessuno in tutti questi anni aveva contattato Nicole con l’addebito: non ha un minimo di denaro per farsi una ricarica? Decido allora di fare un’eccezione e lo richiamai seccata: “sono qui sotto, mi puoi dire il citofono?”. Gli apro e lo faccio salire fino al 5 piano. Non appena lo vedo, mi chiedo se lui abbia realmente 21 anni. Di fronte a me ho un ragazzino magro, con la cartella da scuola, giovanissimo, capelli rasati, solito look fighettino da milanese che pensa di conquistare mezza città. Ci salutiamo. “Ma scusa, hai davvero 21 anni?” “No, ne ho 18, ma ho moltissima esperienza”. Mentre in tv scorrono le immagini dei ragazzi di Amici, ne approfitta per raccontarmi del fatto che proprio vicino a me abita una ragazza transessuale di 28 anni a cui lui ha fatto visita più volte. Sono allibita: da quando i ragazzini hanno così tanta esperienza? Dopo mesi di ventenni e under 35 che vivevano con terrore l’incontro con una travestita, arriva uno più giovane di loro ormai quasi esperto del sesso trasgressivo. I tempi erano davvero cambiati?
Decido comunque di non rendere vana la sua visita e gli apro i pantaloni. Di fronte a me avevo il cazzo più piccolo che avessi mai visto. Riuscivo a stringerlo con una mano tanto era sottile, e la cosa peggiore è che era già duro. Il tempo di masturbarlo e già lo sento godere, glielo succhio qualche secondo che subito sento “Occazzo sto per venire” e mi viene, in mano. Durata del gioco: 1 minuto e 30 secondi (indicativamente). Vado in bagno a lavarmi le mani convinta che lui si sarebbe rivestito e andato quasi subito. Invece si riveste e rimane lì a conversare sul più e sul meno, sul suo sabato sera in discoteca e sul regalo collettivo che deve fare a un suo amico in Duomo più tardi. Più lo sento e più mi rendo conto che davvero i ragazzi di oggi sono cambiati. Lo guardavo con un senso di estraneità: Iphone, social network, sigarette, canne e discoteche, vestiti. Questo era ciò che avevano in testa i diciottenni di oggi.
Dopo due minuti, si slaccia di nuovo i jeans. Rivuole un secondo round (poco importa se rispetto al primo erano passati solo 2 minuti. Anzi, forse nemmeno gli si era ammosciato). Io non posso rifiutarmi: un diciottenne va fatto godere. Inizio allora a toccarlo: 30 secondi di gioco di mano e già mi ritrovavo con la carta igenica a ripulirmi dal suo sperma. Ma che cazzo ha?
Si riveste per la seconda volta e finalmente se ne va alla porta. Ci salutiamo: lui con le palle più svuotate rispetto a quando era entrato, io con qualche consapevolezza in più sui 18 enni di oggi. Saranno anche più trasgressivi, ma in quanto a durata, gli adolescenti di oggi hanno molto ancora da imparare.

giovedì 7 marzo 2013

Trauma di una domenica pomeriggio

Quando ci si cala nei panni di una travestita non è sempre facile riuscire a scindere quello che sei, da quello che fingi di essere. La maggior parte delle volte, con molti dei ragazzi che Nicole incontra, ti senti forte, senti di avere il potere. Un potere garantito dalla maschera che riesci abilmente ad indossare e che poi non è altro che ciò che li ha spinti da te. Ti vogliono perchè indossi quella maschera. E per fare sesso. In pochi, rari casi, capire quale parte di te stai mostrando è complesso. Giacomo è proprio uno di quegli appuntamenti.

Vi avevo già scritto che, nel corso del mio primo incontro con Giacomo, lui aveva accidentalmente dimenticato da me il suo ombrello. E questo gli dava un motivo in più per ripassare. Nei mese seguenti, continuai a ricevere suoi sms, nelle ore più svariate del venerdì o del sabato sera, quando lui si trovava a Milano, per passare a riprenderlo e rivedermi. Io però, o perchè troppo stanca o perchè già in compagnia di un altro uomo, ero sempre costretta a rimandare finchè, una domenica pomeriggio, accettai la sua proposta di ripassare. Mentre mi preparavo pensavo al motivo che mi portava a considerarlo uno dei ragazzi più interessanti con cui Nicole aveva fatto sesso. Che avesse un debole per i ricci dal petto villoso era vero, per il suo fisico sportivo anche, ma la testa? Mi ritornò in mente la discussione che avemmo la prima volta in cui mi scrisse: io gli dissi di essere un pessimo milanese perchè non bazzicava a Turro, lui se la prese dicendomi che conosceva la città come le sue tasche e si arrabbiò. Il giorno dopo ovviamente mi scrisse per scusarsi dei toni e per fissare l'appuntamento. Evidentemente studiare scienze politiche l'aveva reso poco incline alla diplomazia.
Mi resi conto durante il nostro appuntamento che, di fronte ad un bicchiere di vino, la sua spavalderia era particolarmente intrigante: si sentiva sicuro, nella sua camicia, con le sue gambe accavallate come i ragazzi della Milano bene, che non hanno bisogno di sfoggiare abiti griffati o accessori Dolce e Gabbana per mostrare le loro doti. Lui era affascinante proprio perchè non ostentava.
Quella domenica, dopo 3 mesi di sms e qualche contatto, tornò a farmi visita (ovviamente per prendere l'ombrello) ed io mi sentii stranamente agitata: lui era il tipo perfetto per una relazione. Quello che avrebbe messo a tacere la sete di sapere di Aspirante Carrie Bradshaw e la sete di altro di Nicole. La sua vita mondana nei locali di Milano (unita alle numerose esperienze con ragazze) e la sua classe. Dovevo averlo. 
Suonò il citofono e, dopo 5 piani di scale a piedi, arrivò in casa. Questa volta niente vino (erano le 14 di pomeriggio), solo una sigaretta, qualche chiacchiera e subito un bacio. Facemmo sesso esattamente con la stessa passione che ci guidò la prima volta. Mi prendeva, mi stringeva, mi baciava. Furono i 30 minuti più intensi della giornata.
Al termine di tutto però l'amara sorpresa: parto per l'Australia mercoledì. Andrò a studiare là per l'ultimo semestre e poi a studiare arabo in qualche paese orientale. D'altronde lui può. A quelle parole rimasi di stucco: sarei sicuramente sopravvissuta a 6 mesi senza di lui, ma sapere di essere sul punto di dover salutare un ragazzo con cui avevo trascorso due momenti così intensi per un attimo mi destabilizzò. Avevo davvero messo in gioco solo Nicole? E quando sarebbe tornato, io sarei ancora stata a Milano, in quella casa, con quel numero di cellulare? Ci salutammo, lo accompagnai alla porta e gli porsi il suo ombrello, un ciao e lui uscì. Lì, dietro a quella porta, cercai di organizzare i pensieri e di trovare un pò di quella razionalità che con lui perdevo. Stavo facendo andare via un tipo giusto e la cosa peggiore era che non potevo fermarlo: Nicole era una semplice fantasia, che nasceva e moriva all'inizio e alla fine dell'appuntamento. D'altronde lui poteva permetterselo.
Amareggiato, capì che dovevo guardare avanti. Quella era la regola del gioco trasgressivo di Nicole. E volendo o non volendo, non avrei potuto farci nulla. 
Al termine del pomeriggio, Nicole si tolse le autoreggenti e raccolse il preservativo che il ragazzo che era appena uscito aveva lasciato sul pavimento. Prima di lui ne era venuto un altro. E prima dell'altro il trauma di salutare qualcuno che vorresti tenere per te. Ma Giacomo ormai sarebbe stato solo un lontano ricordo.

lunedì 4 marzo 2013

Cambiare sponda

Una travestita deve saper anche guardare altrove. Sapersi adattare, fare della propria femminilità in un corpo da uomo un pregio e provare a tornare sui suoi passi. Perchè in fondo nulla è irreversibile. E poi solo gli stupidi non cambiano idea. Ecco perchè devo tornare a fare sesso con un ragazzo gay.

Sapete tutti che io mi travesto perchè amo gli etero. Sapete che io i gay li chiamo amichevolmente froci. Sapete anche che non faccio sesso con un ragazzo gay da parecchio. E, se avete anche buona memoria, dovreste ricordare che, quando a maggio dello scorso anno mi vidi per un paio di sere con un ragazzo gay conosciuto su Twitter, in realtà la cosa che mi allontanò era il fatto che non fosse etero. Perchè, nel caso in cui non lo capiste, io ho un blocco. Non basta andare con un uomo o con una travestita per rendere un ragazzo omosessuale. Che vi piaccia o no è questione di modi, di atteggiamenti, di stile nel vestire. Se io, femminile per eccellenza, dovessi frequentare un ragazzo gay come il 90% dei gay che vivono a Milano, mi sentirei completamente lesbica. Ecco, perchè amo gli etero. Io voglio vivere la viritità, sentirla dentro.
"Uccidi Nicole e torna a fare il gay", mi dice mia cugina Iriza alla nostra abituale cena giapponese, "i gay sono tutto. Hanno le chiavi della città. Ho visto gay rischiare il fallimento e, con una scopata con la persona giusta, tornare in auge. Avresti molto da imparare". Ho provato più volte a entrare nell'ottica di una relazione gay ma, seriamente, proprio non mi ci vedo. Come potrei mai pensare alla fedeltà di un ragazzo gay con tutti i social network per incontri gay che ora ci sono? Grindr, Romeo, Bear... la vita per un gay attivo è tutta in discesa. Per uno passivo come me invece no.
Mi sorbivo l'ennesimo cazziatone da Iriza, quando, sotto Natale, sentii una vecchia conoscenza frocia mia amica di Facebook. Si tratta di un dj che, a detta di Iriza, è uno dei pezzi grossi nell'ambiente omosessuale frocio. Una sorta di Andy Warhol dei giorni nostri, per dire. Nonostante i suoi 29 anni, i suoi tentativi di presentarmi un suo vecchio trombamico e mai un incontro dal vivo, tra me e lui c'era del feeling. Oltre a essere molto carino fisicamente, aveva anche quella testa che cercavo: creatività e qualcosa da dire. Alternativo quanto basta, sarebbe potuto essere il mio primo ragazzo gay del 2013. 
1 gennaio. Ore 23.30. Su RaiMovie mettono "La notte dei morti viventi" di Romero. Un cult. E, poichè so che lui ama il cinema ed io vado matto per gli horror, gli scrivo un messaggio su whatsapp. "Danno Romero su Raimovie, guardatelo", "Già visto. Adesso sto salutando un'amica, ti va se tra poco passo da te?". Merda. Avevo appena ricevuto un ragazzo etero, e pensavo che come scopata il primo gennaio fosse sufficiente; ma, dato che dovevo seguire i consigli di Iriza non era il caso di fare lo schizzinoso e scrissi "Certo, puoi passare quando vuoi". A mezzanotte e mezza lui suona il citofono. Ci siamo, penso, finalmente conoscerò il pezzo grosso di cui Iriza va matta, magari diventeremo super amici e faremo tante cene assieme a Iriza che si complimenterà con me per la capacità ad aprirmi a nuovi orizzonti. Un personaggio così importante sta venendo in casa mia! Niente panico. Invece apro la porta e, dopo un "ciao" accennato, mi ficca la lingua in bocca. Improvvisamente mi sento strano. Sto limonando con un tizio dai capelli ricci, vestito trasandato e con i brillantini nei capelli. Mi prende per mano e mi porta davanti al letto, si toglie lo zaino, il cappotto e continua a baciarmi sussurrando di tanto in tanto "sei bellissimo". Io, imbarazzato, non so che dire. Vuole parlare? Vuole scopare? Vuole conoscermi? Niente panico, in fondo, non stai facendo altro che del sesso, quello che fai ogni volta in cui ti vesti da Nicole. Sii professionale e intraprendente. Lui si sdraia sul letto nudo, poi mi toglie la maglietta e mi slaccia i pantaloni. Non ce la posso fare, mi dico, non è una cosa che posso fare. Decido allora tatticamente di dedicarmi al pompino, di modo che lui, una volta venuto, non si concentri sulle mie parti basse. Così rimango lì, con il suo cazzo in bocca, torso nudo rimpiangendo la mia folta parrucca, i miei tacchi e le mie autoreggenti. Avevo davvero il blocco della travestita? Ero davvero così abituato a fare sesso vestito da donna da non riuscire più a farlo normalmente? "Ti voglio venire addosso". Eh? Se lo scorda, mi dico. "No dai, vieniti addosso tu. A me non va di farmi venire addosso", "No dai ho voglia di schizzarti addosso" continua, io cerco insistentemente di oppormi alla sua richiesta "no tesoro dai, perchè non mi mostri come vieni addosso a te?"; subito, come una ragazza schizzata, mi urla "TI HO DETTO CHE NON MI VA DI VENIRMI ADDOSSO; COME NON VA A TE A ME NON VA DI SCHIZZARMI ADDOSSO". Cala il silenzio. Io sono basito, lui continua "ECCO, ORA MI HAI FATTO ANCHE PASSARE LA VOGLIA". Cerco di ripensare a quello che mi aveva sempre suggerito Iriza, e che in fondo il mondo frocio non è così male. Nessuno lascia la casa di Nicole senza venire, così lo feci alzare in piedi e conclusi il mio lavoro facendolo sborrare sul pavimento. Sperma ovunque: sui miei jeans, sul parquet appena pulito, un litro di sperma si era riversato nel mio monolocale. Pulisco il tutto in maniera diligente, ripetendomi che mai più avrei fato venire a mezzanotte passata un tipo frocio per farmi fottere la bocca (o, per lo meno, senza prima chiedergli dove gli piaceva sborrare). Fumiamo una sigaretta e cerco di portare avanti una conversazione inutile, stupida, completamente portata avanti dal sottoscritto. Io, che cerco di fare domande per conoscerlo e capire di più sul suo mondo, mi rendo sempre più conto che in fondo un egocentrico come lui non potrebbe mai diventare una persona da vedere frequentemente. E che i mille discorsi che lui aveva fatto nei mesi scorsi, in realtà non erano altro che stupidi spunti per portarmi a letto.
Lo saluto sperando di non avere mai più un'altra serata simile e, mentre ripulisco il pavimento dagli ultimi residui che temo siano rimasti a terra, mi rendo conto che gli etero sono decisamente meglio: grazie a Nicole sono più forte e distaccato, loro mi venerano e faccio sesso come mai potrei fare con un frocio. Ciao vita gaia, io sto sull'altra sponda!

PS: il giorno dopo vidi, su Facebook, le foto della serata precedente organizzata per Capodanno dal dj. Era vestito solo di pellicola trasparente (a mò di tubino) e indossava un paio di stivali alti. Se l'avessi visto prima nemmeno l'avrei fatto entrare in casa.