sabato 30 ottobre 2010

Safari In The City

La fantasia dell'inverno? Quella leopardata, naturalmente!
Se ancora non ve ne foste accorti, pare che ci si debba preparare ad una vera a propria invasione di capi ed accessori leopardati. Dal semplice abito da sera al trench per il giorno, dalle borse alle scarpe tutto sembra essere stato investito dal fascino africano. Marciapiedi, strade e locali glamour diventeranno per tutta la prossima stagione lo sfondo di un "safari in the city". Anche perchè, come se non fosse abbastanza, per quelli inaccontentabili c'è spazio anche per lo zebrato e il tigrato. 
E qui si vedrà il vero spirito della fashion victim: sai osare? Ecco pronto un vestito interamente a fantasia selvaggia. Timida? Potrebbe spuntare qualche accessorio seminascosto qua e là; pronto a farsi cogliere solo agli osservatori più attenti. Diplomatica? Borsa e scarpe abbinate possono rivelarsi la scelta migliore.
Al momento, per quanto mi riguarda, posso definirmi un super-tradizionalista, non avendo ancora nulla di genere africano. E molto probabilmente nemmeno ho intenzione di acquistare qualcosa di simile. D'altronde Aspirante Carrie Bradshaw ed il safari non sono mai andati molto d'accordo; nemmeno quando è la moda ad imporlo.
Guardando bene le foto però, e pensandoci bene, poteva andarci peggio: almeno non si tratta di pitonato!

martedì 26 ottobre 2010

Single è bello

Sono ormai parecchie settimane che Aspirante Carrie Bradshaw non parla di uomini. Un pò troppo forse, per uno che aspira a diventare come la sua beniamina, e cioè antropologo del sesso.
La verità è semplice: se cerco di sforzarmi di ricordare chi fosse l'ultima persona con la quale ho avuto un appuntamento mi tocca tornare con la mente all'inizio di agosto. A Matteo per la precisione. Nel frattempo poco o nulla era cambiato; un lavoro, lezioni accademiche iniziate, qualche vestito in più... Eppure sembrava fosse passata un'eternità. Evidentemente stavo trascurando una cosa, e cioè che, se in tutto questo tempo il mio sex appeal non aveva dato frutti, qualcosa di sbagliato in me c'era. Tuttavia la cosa non mi interessava. O forse sì?
Per mesi avevo cercato di convincermi che il motto tanto abbracciato da Carrie e le ragazze, "Single è bello", fosse decisamente veritiero. C'era qualcosa di meglio dell'essere single? Niente programmi prefissati, niente sms da inviare a certe ore come fossero un impegno quotidiano, nessuna gelosia e soprattutto la possibilità di aprirti a nuove, fruttuose conoscenze. Ma poi c'erano gli amici fidanzati.
Xander, raggiunta la quota 5 mesi con Joe, mi aveva confidato, da ubriaco naturalmente, che purtroppo la differenza d'età con il suo partner "poco" più che trentenne iniziava a farsi sentire; stili di vita differenti, il fascino della carne giovane ed il tradimento borgaro di qualche mese fa facevano vacillare il mio amico. Eppure qualcosa mi faceva pensare. Possibile che fosse così difficile riconoscere che Joe non faceva al caso suo e che forse si stava solo accontentando? La risposta me la diede lui stesso; quando mi confessò, sempre ubriaco, di non voler tornare single per il timore di poter rimanere solo.
Eccola lì, la confessione che cercavo, chiara come non mai.

Per quanto molti oggi infatti continuino a fingere indifferenza (e in qualche caso addirittura ammirazione) per chi non è impegnato in una relazione stabile, in realtà nasconde, dietro la tipica ipocrisia di circostanza, una gigantesca pietà per le suddette persone. Se arrivi a 21 anni e non sei ancora stato impegnato in una relazione per più di un mese al giorno d'oggi hai qualcosa che non va. E poco importa se in tutti questi 21 anni tu hai deciso di avere criterio, rifiutare gli incontri in chat e riservare la tua prima volta per "qualcuno di carino"(non importante, semplicemente carino). Sempre single sei rimasto; e di conseguenza, come in un ragionamento logico che non ammette errori, hai qualcosa che non va e che va assolutamente rivisto prima che tu possa correre il rischio di rimanere zitello a vita. Un vero smacco.
Sguardi di finta comprensione, frasi del calibro "vedrai che quello giusto arriverà", appuntamenti combinati e l'ostentazione del "vero" amore da parte di innamorati che girovagano mano nella mano con il proprio partner sono solo piccoli esempi di quello che in realtà le persone pensano di noi singles.
Ma in fondo, pensandoci bene, anche noi giovani zitelli qualcosa nascondiamo. Cerchiamo di barricarci dietro il motto "Single è bello", sapendo che in fondo, sebbene qualche lato della nostra vita sia effettivamente appetibile, continueremo sempre a sentire la mancanza di qualcuno.
Si tratta dunque di un gioco di finzione: gli impegnati in relazioni solo apparentemente perfette cercano ora di infondere coraggio ora di ammirare noi ancora sul mercato, e noi, consapevoli di quanto in fondo qualcuno accanto a noi ci manchi sul serio, continuiamo a predicare come un disco incantato la nostra filosofia.
Questo è quello che tutti noi siamo impegnati a fare. Fingere. Per quale motivo non si sa.
Aspirante Carrie Bradshaw è single, è vero, e probabilmente lo rimarrà ancora per molto. Non perchè "Single è bello", ma solo perchè ormai non è più sufficientemente attraente per far colpo su qualcuno di carino e soprattutto perchè in tutti questi mesi ha capito che la felicità che tanto cerchiamo nel nostro prossimo partner è forse più importante trovarla prima da sè.
Forse solo in quel momento potremo urlare con convinzione "Single è bello". Esattamente nello stesso modo in cui oggi le coppie apparentemente innamorate dichiarano a tutto volume "Amore eterno"; con l'unica differenza che potremo dire di averlo fatto in modo più sincero. E in questi tempi, per noi zitelli, avere qualche certezza non è poco.

lunedì 25 ottobre 2010

L'assurdo alla Feltrinelli

Una fredda domenica pomeriggio, un centro commerciale strabordante di gente. Aspirante Carrie Bradshaw, in pausa dalle sue 8 ore in mezzo a scarpe e deciso a seguire la scia di Rebecca Bloomwood, si prepara a compiere la sua missione: recarsi alla Feltrinelli per acquistare la 4 stagione di Sex And The City, in offerta speciale a 19,90 euro anzichè 32, fino al 1 novembre. Giusto per scaldare l'attesa dell'uscita in dvd del sequel.
Dopo un primo giro, l'amara scoperta: erano esposte la stagione 1-2-3-5. Mancava solo la 4. Panico.

Aspirante Carrie Bradshaw: (rivolto alla cassiera) scusi, posso chiederti una cosa?
Cassiera 1:certo, dimmi!
ACB: sto cercando la 4 stagione in dvd di Sex And The City; ho controllato sullo scaffale apposito, tra i cofanetti in offerta ma non c'è. Non ne avete per caso qualcuna in magazzino?
C1: mm, se vuoi possiamo ordinartela, aspetta che controllo sul pc. (controlla sul pc) Mi sembra strano, hai guardato bene? Il computer mi dice che ne abbiamo ancora 2 copie, prova a guardare nella sezione delle serie TV, dovrebbero essere lì.
ACB: ah, ok. Io avevo guardato solo lì (ed indica lo scaffale su cui sono disposti unicamente i cofanetti di Sex And The City). Provo a controllare!

(ACB va a controllare nella sezione delle serie tv. Spuntano cofanetti di "Una Mamma Per Amica", "Dexter", "Scrub", addirittura "I Simpson", ma di Sex And The City nessuna traccia. Intanto il tempo scorre, tra 15 minuti devo tornare in negozio)

ACB: (dopo aver atteso qualche minuto che la cassiera smaltisse la fila) ho guardato, non c'è.
C1: mi sembra strano, aspetta che controllo. (C1 scende dal bancone e si dirige verso lo scaffale dedicato a Sex And The City, ACB la segue incuriosito e parecchio perplesso)
C1: (dopo aver controllato ed aver realizzato che ACB non racconta stupidaggini e ci vede, per fortuna) hai ragione, ora chiamo subito un collega (C1 torna in cassa a chiamare un collega, ACB la segue, la cassiera 2 lo guarda perplessa). Ora arriva subito il mio collega, era in magazzino.
ACB: .... ("maledizione")

(ACB è vicino alla cassa in attesa del Commesso, intanto il tempo continua a scorrere. Ha ancora 5 minuti di pausa ma è fatta, a breve potrà stringere tra le mani il suo cofanetto. Poco dopo il Commesso arriva e porge il sudato scrigno, "Ora posso finalmente pagare e poi fiondarmi a lavoro" pensa ACB)

ACB: (in cassa, pronto a pagare e sorridente) eccomi, finalmente!
C1: (prende il dvd) sono 32 euro.
ACB: (scioccato) scusa, ma non era 19e90? C'è un cartello che dice che tutte le stagioni di Sex And The City sono scontate a 19e90!
C1: (perplessa) non ne so nulla. (guarda C2) Abbiamo in offerta le stagioni di Sex And The City?
C2: (allarmata come se un ragazzino stesse cercando di fregarla) il prezzo è scritto sulla confezione, dove hai visto il cartello?
ACB: là (indico lo scaffale con il cartello)
(C2 va con l'aria di chi la sa lunga a controllare e torna)
C2: ah, credo che valga solo per quelli con il bollino. Solo quelli con il bollino giallo sono scontati.
ACB: (seccato) ok, allora ne prenderò un'altra.

(ACB corre allo scaffale e, dopo un calcolo sopraffino, opta per la 2 stagione, ritorna in cassa)

ACB: ecco, prendo questa (porge il cofanetto a C1); scusami, ma cosa cambia tra il cofanetto esposto settimana scorsa e quello in magazzino?
C1: non lo sappiamo, noi seguiamo le direttive esterne. Sono 19e90 euro.
ACB: ecco, guarda scusa per il disturbo (mentre prende il resto e la borsa con i cd).
C1: figurati, ciao!
ACB: ciao (esce dal negozio: "ma vaffanculo!").


Questa è stata l'odissea per poter stringere tra le mani l'intera seconda (originale) stagione in dvd del mio telefilm preferito. Ma per Carrie Bradshaw questo e altro, ora mi sento completo come non mai. Eppure l'episodio ha decisamente dell'assurdo.

lunedì 18 ottobre 2010

Aspirante Rebecca Bloomwood


In questi giorni sto leggendo un romanzo.
Non si tratta più di "Tutto quello che so della vita l'ho imparato da Sex And The City" (ormai terminato da qualche settimana), ma di un'altra perla della letteratura "disimpegnata" che tanto va di moda oggi.
Se si considerano elementi fissi ed ormai collaudati come una protagonista single sulla trentina, una città cosmopolita come Londra, un lavoro da giornalista ed una sfrenata passione per lo shopping, il rimando a personaggi del calibro di Carrie Bradshaw è chiaro, ma in questo caso sto parlando di una sua lontana sosia dal nome Rebecca Bloomwood, protagonista di "I love shopping", romanzo a cui si è ispirato anche l'omonimo film.
La trama è semplice, ma per chi non la sapesse ecco un breve sunto: Rebecca Bloomwood, appunto, ha una sfrenata dipendenza dallo shopping, la tendenza ad acquistare vestiti, accessori, mobili e cianfrusaglie solo per il gusto di farlo. Una vera e propria malattia che la porta a sforare più volte il limite della sua carta di credito ed a calcolare minuziosamente l'ammontare delle sue spese che, puntualmente, vengono abbondantemente superate.
Di fronte ad un personaggio così comune per noi, vittime dello shopping, non possiamo che riconoscerci. Carrie Bradshaw spendeva fino ad un quarto del suo stipendio per un completo di Dior, Rebecca appare invece più modesta e sembra "accontentarsi" di oggetti dai prezzi più abbordabili che non per questo si rivelano essere un buon modo per risparmiare sul proprio stipendio. Così anche io, come la seconda, abbraccio la filosofia del "meglio tanti e poco costosi" in luogo del "poco ma buono".
Inutile dire quanto il romanzo mi stia appassionando, ma ciò che noto è che, oltre ad essere stranamente affine al suo modo di pensare (vedi: rinunciare al pranzo per una maglietta vista alla Pull And Bear o simili), leggere di Rebecca che compra, mi porta inevitabilmente a subire il fascino dello shopping. Anche io quindi, sento la necessità di appagare la mia fame di vestiti. E non perdendo tempo, ho già una lista pronta ad essere spuntata:

1. il libro "Il diario di Carrie": prezzo 16 Euro
2. un cardigan adorabile addocchiato venerdì alla Pull And Bear di via Torino: prezzo 19,90 euro
3. l'orologio Swatch: prezzo 38 euro
4. una stagione completa di Sex And The City in offerta fino al 1 novembre (WOW): prezzo 19e90 euro
5. una tracolla della Gola o di Fred Perry utile per sostituire occasionalmente quella della Vespa: prezzo tra i 39 ed i 75 euro
6. una giacca da abbinare alle mie nuove Clarks (ancora da inaugurare): prezzo ???
7. abbonamento al mio Solarium di fiducia: prezzo tra i 25 e i 50 euro

Questa è la lista che quel libro mi ha ispirato a stilare arrivato a pagina 103 su quasi 300. Il primo stipendio l'ho ricevuto solo venerdì scorso. Non resta che sperare che la Rebecca Bloomwood che c'è in me possegga un buon autocontrollo. Ma soprattutto che faccia capolino il meno possibile, per il bene mio e delle mie finanze. Amen.

mercoledì 13 ottobre 2010

Fashioniste droghe televisive



Carrie Bradshaw odia la televisione. Eccetto i rari casi di tempo libero che ha a disposizione.
Aspirante Carrie Bradshaw, tradendo il suo modello di vita, invece non si può certo dire che la odi in certe occasioni. Da circa un paio di mesi infatti, cioè da quando, un noioso pomeriggio infrasettimanale stavo bazzicando da un canale all'altro, avevo scoperto un nuovo programma tv in onda su Cielo. Un reality americano condotto dalla super top model Heidi Klum intitolato Project Runway in cui, 15 designers, gareggiavano in svariate prove modaiole con l'obiettivo di vincere l'ambito premio di diventare uno stilista affermato, presentare la propria collezione alla settimana della moda di New York ed avviare la propria linea con 100.000 $, oltre che fama e gloria. Trasmissione che nel corso degli anni ha ottenuto talmente tanto successo da arrivare ad oggi all'ottava stagione (in corso) ed a tante altre edizioni (come quella australiana o filippina).
Sebbene si trattasse di un reality e Carrie Bradshaw li odiasse, era comunque un talent sulla moda, e di certo la mia beniamina avrebbe approvato.
Da quel lontano pomeriggio ebbi modo di assistere a 3 stagioni: la prima, dove la mia concorrente preferita si classificò 3, una seconda, dove la mia preferita vinse, ed una terza, dove le mie stiliste preferite arrivarono seconda e terza.
Nel primo caso fui abbastanza soddisfatto, nel secondo esultai di gioia, nel terzo rimasi sconcertato. Ieri pomeriggio, rimasto a casa appositamente per assistere alla finale (e studiare, ovviamente) assistetti sofferente alla proclamazione (inaspettata, a mio parere) del vincitore: un ex tossicodipendente di 36 anni, tale Jeffrey Sibilla, padre di un figlio, simpatico e dallo stile originale. Peccato però che a mio parere meritassero di vincere ben altre concorrenti.
Mi aiutò a riprendermi dallo shock l'idea che oggi sarebbe iniziata una quarta stagione: nuovi concorrenti, nuovi look, un nuovo vincitore...
Se casualmente tra quale settimana qualcuno non mi vedrà alla lezione pomeridiana in UniBi o dovessi sparire dal Blog per parecchio, qualcuno mi mandi a cercare in soggiorno: potrei essere incollato alla tv assuefatto dalla mia nuova droga fashionista.

(in alto: il cast della 3 stagione; sotto: il trailer della 2 stagione e le foto dei finalisti della 3 con alcuni degli abiti portati in finale alla settimana della moda)





SPOILER: se vi state chiedendo chi abbia vinto la seconda stagione vi rispondo subito: si tratta di Chloe, la donna cinese alta un metro e una pera. Il vincitore tra i 4 della foto invece è lo stilista dell'abito a righe, Jeffrey appunto. Se invece vi chiedete dove potete assistere alla 4 stagione: dal lunedì al venerdì ore 16e30 su Cielo.

martedì 12 ottobre 2010

Busy it's better

La prospettiva di una vita professionale impegnata e di una milanese mondana mi hanno ispirato ad una nuova militanza: "Busy is better".
Ossia, giusto per abituarsi fin da subito ai ritmi frenetici della metropoli, smettere (o quasi) di lamentarsi dei difetti derivanti dal tentativo di conciliare il tronimio vita lavorativa-vita accademica-vita mondana e concentrarsi sugli aspetti positivi di una vita impegnata che tanto mi facevano sentire realizzato. Fare i salti mortali per cercare di essere puntuali al lavoro, trovare il modo di uscire con gli amici dopo le 8 ore trascorse a sistemare scarpe e pianificare ogni singolo minuto di una serata in modo di dormire almeno 6 ore in vista della lezione universitaria della mattina seguente non era più fonte di stress, ma di divertimento.
Da poco più di una settimana stavo cercando di tenermi sempre più indaffarato; destreggiandomi tra l'inizio dei corsi, i calcoli degli esami prima della laurea, giornate da commesso e serate in discoteca avevo trovato il modo di sentire che stavo realmente facendo qualcosa per me ed il mio futuro. Tutto questo movimento avrebbe dato i suoi frutti.
Così, dopo l'ennesimo sabato sera trascorso in discoteca con Sam ed un particolare venerdì sera assieme all'Adorata Cugina, mi ritrovai con una domenica parecchio delirante: 4 ore e 30 minuti di sonno (il minimo sindacabile da una certa età in su), 9 ore in un centro commerciale subendo clienti ed ordini di ogni tipo, 10 minuti nel camerino del negozio di Vanish per cambiarmi d'abito (il minimo sindacabile per me) ed un'ora di aperitivo a cui avrebbe seguito una serata in compagnia di Xander e Vanish al Sushi Wok, un ristorante cinese/giapponese, in cui tutto il cibo era a buffet.
Vissi la mia serata serenamente, felice di essere riuscito a conciliare tutto, con in programma un incontro in Università il mattino seguente, sazio di Machi ma anche raffreddato ed infreddolito.
Il giorno dopo ero pronto per la mia gita in UniCat con l'Adorata Cugina, dove, tanto per programmare anche la mia carriera da laureato, mi sarei informato sulla laurea specialistica ed un pomeriggio di studio e lezione con Clementia. Arrivai al lunedì sera a pezzi e rabbrividito non per l'eccitazione; ma per il freddo.
Evidentemente questo momento aveva dato i suoi frutti, il mio fisico non era più in grado di reggere certi ritmi nè tanto meno le nottate di vestiti leggeri e balli allo Stand Up, così oggi mi sono preso un giorno di riposo dove ho comunque studiato per l'esame di Cinese II di gennaio.
Morale della storia: va bene essere busy, ma anche un pò di relax non fa male a nessuno. Sia che si tratti di un giornalista, sia di un commesso. 

venerdì 8 ottobre 2010

K2 appeal

Lo scorso inverno, il look cittadino e quello boscaiolo si stavano sempre più avvicinando
Probabilmente avrà avuto il suo peso un inverno non proprio mite, ma qualunque fashion victim non ha potuto non adeguarsi a queste tendenze montanare.
Si è partiti dalla tradizionale camicia scozzese per poi arrivare, nella prossima stagione, alle scarpe.
Importante è la forma a scarponcino, spesso accompagnata da quella a stivaletto, le fibbie occasionalmente sono sostitute dei lacci (o addirittura convivono) e il materiale spazia da un cuoio anticato al suedè, senza tralasciare il panno in stampa, guarda caso, scozzese.
Che siano stivali, stivaletti, boots, sneakers o scarponcino (anche da montagna), la parola d'ordine per i prossimi mesi rigidi sarà: K2 appeal!



lunedì 4 ottobre 2010

Ritorno in UniBi

Quando sei al tuo primo giorno del tuo terzo anno di università, le aspettative su cosa andrai incontro non possono che essere alte. Nonostante un inizio particolarmente sfortunato, Aspirante Carrie Bradshaw, reduce dalla sue ennesima domenica lavorativa e con la retta finalmente pagata, era più che positivo circa il suo ultimo anno accademico: ci sarebbero stati nuovi docenti, la compagnia di Clementia, nuove materie, esperienze interessanti... niente sarebbe andato storto.
Invece, la giornata si rivelò un vero disastro. Dopo parecchie settimane asciutte, era inevitabile che iniziasse a piovere proprio oggi, che avrei iniziato le lezioni, che sarei dovuto salire a Milano e che avrei terminato il tutto alle 18e30.
Cercai di ignorare la coincidenza, ma appena arrivai in stazione l'altoparlante annunciò un ritardo del mio treno di 15 minuti. 15 minuti che ovviamente trascorsi per metà in piedi al coperto e per l'altra metà in piedi in completa balia di vento e pioggia su un binario che abbondava di adolescenti urlanti.
Provai a riprendermi durante il viaggio ed arrivai in UniBi pronto al debutto. Aspirante Carrie Bradshaw e Clementia decisero di iniziare bevendo un thè caldo giusto per ingranare ma lì venimmo raggiunti da una collega un pò troppo invadente il cui scopo era quello di combinare un appuntamento tra la mia amica ed un ragazzo color cioccolato e, dopo aver realizzato durante l'estate che il suo compagno di studi l'aveva bellamente abbandonata, di trovare nuovi studenti universitari da frequentare anche fuori dai normali orari accademici. Cioè Clementia, che nel frattempo si era inventata una storia perfetta per far fronte ad un ragazzo imperfetto, ed io, che poco aveva avuto a che fare con lei e che sembravo non molto eccitato all'idea di vederla più del dovuto. 
Poco dopo venimmo raggiunti da un'altra nostra conoscenza, Daisy, decisamente più amica della precedente, che al momento del saluto baciò come da circostanza Clementia, ma giunta al mio turno se ne uscì con un "Scusa ma non me la sento di salutarti, ti spiegherò". Rimasi sbigottito, così come Clementia che in seguito ad un consulto privato con la maleducata, mi raccontò che il gesto nasceva dalla mia profonda inclinazione a non farmi sentire per tutta la durata delle vacanze oltre che a non essermi ricordato di salutarla l'unica volta in cui avevo la possibilità di scriverle su MSN.
Nemmeno il tempo di contare i danni dei mesi di vacanza che se ne aggiunse subito un'altra: la lezione a cui avremmo dovuto partecipare (e per cui ero appositamente salito) non si sarebbe tenuta. Ed ovviamente tutto questo senza pubblicare uno straccio d'avviso, con una classe di una trentina di persone fradice in attesa del professore e senza una conferma ufficiale.
Tornai a casa come un perfetto milanese: maledicendo il mondo e chiunque si mettesse sul mio cammino.

Risultato della giornata è dunque:
1. capelli indomabili per via della pioggia;
2. freddo come quello di una giornata di dicembre;
3. una collega che si sarebbe attaccata a me e Clementia per tutto il nuovo anno accademico ed oltre (leggi: un'amicizia forzata);
4. una collega con qualche problema con me (leggi: un litigio in più);
5. una lezione (l'unica che avevo in orario oggi) mai avvenuta, ancora ora si aspettano spiegazioni;
Aspirante Carrie Bradshaw, più fortunato che mai, è ufficialmente tornato in UniBi.

sabato 2 ottobre 2010

Chi ben inizia...

Ieri pomeriggio, mentre mi trovavo indaffarato nello schematizzare libri di un esame che non ero riuscito a dare per motivi lavorativi, il mio amico nonchè collega Sam mi ha scritto un sms. Si trattava di questioni professionali: in sostanza ero stato confermato come commesso ed il mio contratto sarebbe stato rinnovato. Evidentemente il mio operato, prima come full e poi come part time, aveva dato i suoi frutti ed io ero stato premiato. Yeah!
Ma la cosa più interessante era che il rinnovo non comprendeva, come d'abitudine per quel negozio, un solo mese, bensì due. Mi ritrovavo così a notare che per ottobre e novembre potevo stare tranquillo, avrei avuto denaro a disposizione esclusivamente per me ed il mio shopping. Un vero idillio. Una vera soddisfazione che poteva almeno alleggerire lo smacco che mi aveva portato a rinunciare all'ultima fatica accademica di Etnolinguistica, rimandata a gennaio assieme a Cinese II, un altro esame-spauracchio di Aspirante Carrie Bradshaw.

Ma a 2 giorni dal mio debutto in UniBi, con la soddisfazione per l'apprezzamento delle mie imprese da commesso, i dubbi si infittirono: sarei riuscito ad intraprendere una doppia vita? Studente 5 giorni a settimana e commesso in un negozio di scarpe per 2? Capii che era quello che in fondo desideravo da giugno e forse anche prima. Unire pratica (retribuita) alla teoria dei libri dava un senso ai miei 21 anni oltre che alla mia vita sentimentale ormai monotona e tranquilla. Potevo forse fallire?
Ci pensarono Xander e Clementia a tirarmi su: avevo una media alta, solo due esami indietro e sicuramente la mia diligenza mi sarebbe stata di grande aiuto. Ce l'avrei fatta, parola mia.
Rimasi fedele alle mie convinzioni fino ad oggi alle 13, quando venni a sapere da una mia compagna di corso che entro il 30 settembre avrei dovuto pagare la prima tassa universitaria dell'anno ed io me ne ero bellamente dimenticato.
Morale: 50 euro di mora, imprecazioni al cielo dovute alla mia scarsa attenzione (svegliatasi con due giorni di ritardo), calcoli per capire quanto questi soldi avrebbero pesato sulle mie finanze e la (seconda) prova che aumentando gli impegni avevo diminuito la mia attenzione da studente, finora impeccabile.
Un esame spostato, una rata pagata in ritardo ( con l'aggiunta della mora dal valore di 50 euro, stesso prezzo della giacca in pelle che volevo acquistare) e aumento di turbamento. Chi ben inizia...