venerdì 31 dicembre 2010

Goodbye 2010: motivi per chiudere con l'anno vecchio

Reduce da un Natale un pò avaro di regali, mi appresto a concludere in bellezza il 2010.
Stasera infatti verranno a casa mia per cena Sam, Xander e Timo, giusto per un veloce aperitivo in vista della meta per il brindisi: i Magazzini di Milano.
In questi giorni di assenza in realtà sono successe parecchie cose, ma prima tra tutte ho realizzato che il mio status di single sta diventando un vero e proprio argomento di discussione. Domenica sera, al Borgo, Timo si è gentilmente offerto per darmi un supporto psicologico e qualche spinta di incoraggiamento: "Massù Aspirante Carrie Bradshaw (ndr), vedrai che riuscirai a convertirne uno!" e ancora "Ti faccio conoscere qualcuno". Evidentemente Timo trascura il fatto che non conosce molta ambiente avvezza ai circoli gai nè tantomeno che le sue passate scopate con maschi prima di Sam, sono avvenute grazie alle chat.
Mercoledì sera invece, al compleanno di Xander, il tavolo, ridotto ormai a me, Sam, il festeggiato, Chicca, Vanish ed un'amica di Alessandro, si è divertito a palesare in tutti i modi e toni possibili il mio interesse verso quest'ultimo. Un mucchio di "Tu lo vuoi, ci devi uscire. Soprattutto ora che è single".
Giovedì al lavoro, parlando della mia vita mondana con qualche collega, non potè venire fuori la sacrosanta domanda: sei single? 

Ok, sono single. E' forse un male? Evidentemente il fatto di aver deciso di avere criterio e di smettere di frequentare certe tipologie di ragazzi non stava giovando nè alla mia libido, nè, a quanto pareva, alla mia immagine da Aspirante Carrie Bradshaw. Eppure, soprattutto con l'anno ormai in fase di chiusura, mi resi conto che forse, col tempo che stava passando, lentamente stavo passando in quella fase dove tutti coloro a cui potevi piacere sono andati, la concorrenza aumenta, e tu inizi a sviluppare tutta una serie di prerogative che fanno di te un ragazzo ingestibile. Non ero fatto per la vita mondana. L'ultima domenica al Borgo mi aveva messo fatto notare come fossi rimasto indietro di mesi dalle dinamiche milanesi. Specialmente quelle modaiole.
Eh no, non va bene. Ero destinato a barcamenarmi tra la Provincia e il Capoluogo, in costante oscillazione tra un esame e l'altro, intento a cercare di farmi una posizione da vera Carrie.
Uscendo dal lavoro incappai nel Carabiniere. Era con Natasha, in un negozio di abbigliamento a provare chissà quale capo firmato da sfoggiare con tutti i suoi amanti nascosti. Alla sola vista mi gelò il sangue e fuggì verso la macchina sperando che nessuno mi avesse notato.
Ecco, ora ero pronto a mettere la parola fine al 2010 ed al passato che ancora continuava ad essere presente: stasera bisognava festeggiare.


Ragion per cui auguro anche ai miei fedeli lettori un buon 2011. Ed ecco un link che so potrebbe fare al caso vostro(ed è la parte del film che personalmente preferisco): AUGURI!

lunedì 27 dicembre 2010

Il regalo dell'Adorata Cugina

Con l'arrivo del Natale le occasioni di incontri tra familiari e conoscenti stretti si fanno sempre più fitte. Così come le cene, le abbuffate ed i chili in più, d'altronde.
Io iniziai il mio personale processo di ingrasso venerdì sera, alla tradizionale Cena della Vigilia a cui partecipavo assieme ai miei Generosissimi Genitori, all'Adorata Cugina, al suo ricchissimo padre (nonchè mio zio), alla sua paziente madre (nonchè mia zia), ai suoi due fratelli tronisti (nonchè i miei eccentrici cugini) ed altra parentela varia. Sembrerà strano ma la presenza dell'Adorata Cugina è l'unica cosa che mi spinge ad andare a questi incontri noiosi, eppure quest'anno lo spirito fu tutt'altro che questo. Mentre ero seduto a tavola con lei vicina, in un attimo di profonda euforia a causa dei bicchieri di vino che il cameriere continuava a versarci nel calice, disse: "Dovresti vedere il tuo regalo, è troppo fashion. So che è giustissimo per te".
Oddio. Oddio. Oddio. L'Adorata Cugina mi avrebbe fatto un regalo? D'accordo, avrei dovuto aspettarmelo dato che ormai sono anni che ce li facciamo, ma da quando, circa due anni fa, le avevo proposto di evitare il tradizionale scambio di regali di compleanno (che, tra l'altro, festeggiamo a 2 giorni di distanza l'uno dall'altro), credevo che avesse afferrato: per questo Natale niente spese inutili. 
E invece eccola lì, la bomba, il regalo inaspettato che ora doveva essere per forza contraccambiato. Dove avrei trovato un regalo entro il 26 dicembre (giorno dello scambio) se ormai tutti i negozi erano chiusi ed io non avevo nulla in più da poterle dare? Ok, mi dissi, niente panico, scrivi a Sam e Clementia che sicuramente sapranno consigliarti qualcosa. Ma l'unica cosa che riuscì a cavare dalle loro teste fu solo qualcosa di reperibile all'Autogrill, risaputamente aperta tutti i giorni dell'altro.
Brindai l'arrivo del Natale passando in rassegna tutte le mie magliette che avevo nell'armadio, tutte le paia di scarpe che ancora non avevo indossato, tutte le cianfrusaglie che avevo in giro e di cui potevo fare a meno. Niente. 
Il giorno seguente, 25 dicembre, iniziai a maturare due ipotesi: o fuggivo e non mi facevo trovare in casa l'indomani per il pranzo, oppure avrei potuto correre in qualche centro commerciale o qualsiasi punto vendita aperto eccezionalmente la mattina di Santo Stefano. Andai a dormire reduce da una serata allo Stand Up fiducioso: domani mattina mi sarei catapultato in uno dei 4 centri commerciali vicini a me. Uno di loro sarà stato pur aperto, pensai stupidamente. La sveglia alle 10e30, dopo 5 ore di sonno disturbato dal pensiero del regalo da trovare, mi riportò alla dura realtà: tutti i 4 centri commerciali erano chiusi, dovevo arrangiarmi da me. Iniziai ad imprecare la logica dello scambio, cioè quella che ogni volta costringe chi riceve un regalo a doverne fare uno a sua volta. Eppure questo faceva parte del clima natalizio di quei giorni. Soprattutto se l'Adorata Cugina qualche anno fa, per il mio diciottesimo compleanno, mi aveva regalato un Ipod da 2GB e non aveva ricevuto alcun oggetto in cambio.
Deciso a non replicare quella triste scena, cercai un segno divino, finchè alla bellezza delle 12.00, a pochi minuti dall'arrivo degli ospiti, i miei occhi caddero sul coupon degli abbonamenti di riviste e la mia mente iniziò ad elaborare un piano efficace. Un abbonamento non rilascia niente di materiale, avrei potuto dirle che le avevo regalato uno di quei giornaletti femminili mensili da 17 euro, scrivere un biglietto d'auguri in cui avrei esposto in maniera fedele il mio pensiero, ficcare tutto in una scatoletta colorata riempita di paglietta, e tutto si sarebbe risolto nel migliore dei modi.
Fui così preso dall'eccitazione e dalla soddisfazione del mio piano, che decisi di rimandarne a dopo pranzo la messa in pratica; anche perchè, probabilmente, per qualche strano segno cosmico, anche lei si sarebbe potuta dimenticare di portarmi il suo.
Alla fine del secondo, l'Adorata Cugina si alzò e mi portò il regalo. Oddio. "Niente panico, Aspirante Carrie Bradshaw" mi dissi, "ora fingi di dover andare in camera a prendere il tuo, accertati che non ti segua e prepara il tutto nel modo più veloce possibile. Non sarà difficile, voglio dire, è solo un biglietto". Mi fiondai subito un camera alla ricerca di un'idea: una scatoletta, un pò di paglia colorata, un cartoncino in tinta, una buona frase che riassumesse il concetto del mio regalo. Ci misi 20 minuti ed infine ci appiccicai sopra uno stupido fiocchetto rosso, proprio come il biglietto. Cercai di mostrarmi il più disinvolto possibile: non poteva andare peggio della volta dell'Ipod, pensai. E infatti sembrò apprezzare: abbozzai alla scusa che non sapesse dell'apertura di Banana Republic, di Laduree e delle novità modaiole, come pretesto per abbonarsi a "Glamour, la rivista femminile più letta dalle donne" e mantenersi così al passo con i tempi.
Anche se non avevo ancora compilato la lettera d'abbonamento, anche se non avevo pagato, anche se ancora ufficialmente non figurava tra le abbonate Glamour.
Un diversivo dalla routine degli interminabili pranzi tra parenti, direte voi, invece no: è andata a finire che sono stato stressato tanto quanto gli altri giorni dell'anno. Che l'anno prossimo, se mai ancora deciderà di donarmi qualcosa, mi avvisi almeno prima che l'ultimo negozio utile chiuda.

PS: il "regalo fashion" che tanto era stato preannunciato si è rivelata essere una cravatta molto carina al 100% di lana, acquistata in un negozio tremendamente costoso della mia città. A righe viola, blue e grigie. Carina, finalmente anche io avrò qualcosa di griffato, anche se non so quanto la indosserò.

venerdì 24 dicembre 2010

It's Christmas Time!

E come si dice: here we are.

Oggi è la Vigilia di Natale. Un giorno senza neve, senza sorprese, eppure con tanti tanti doni. Approfitterò infatti delle ultime ore rimaste a disposizione per le corse dell'ultimo minuto (ormai sono anni che funziona così).

Elenco delle cose da acquistare:
-Regalo a Clementia
-Regalo a Xander
-Regalo a Sam
-Pensiero a parenti vari
-Regalo all'Autorevole Madre -> NO
-Regalo al Parziale Padre -> (vedi sopra)
-Regalo al Fratello Viziato -> (vedi sopra)
-Regalo per me 1
-Regalo per me 2
-Regalo per me 3
-Regalo per me4
-Regalo per me 5


Fattore consumistico a parte, sono reduce da una fantastica cena in compagnia di Xander, Vanish, Chicca e Sam iniziata alle 22e45 e terminata alle 2 e qualcosa di notte. Martini e Campari, pizza, vino ed affogato al cioccolato hanno allietato i nostri discorsi più o meno intimi. E se serve l'atmosfera natalizia per ritrovarsi tutti assieme dopo mesi di mancate uscite o impegni improrogabili, allora forse dovrebbe essere festa un pò più spesso durante l'anno. Questo è il potere del Natale, benchè sia caratterizzato da una componente profondamente ipocrita, riesce comunque ad avvicinare le persone. In attesa che i festeggiamenti abbiano inizio, vi lascio con un video musicale ambientato nella città del mio cuore, Milano.
Merry Christmas!





mercoledì 22 dicembre 2010

3 must prenatalizi

In conformità con lo spirito natalizio, sono stato ispirato ad un nuovo orientamento spirituale: consumare.
Abbandonato l'ormai tradizionale "a Natale sono tutti più buoni" e il luogo comune che vuole bontà e solidarietà specialmente in questo periodo dell'anno, io mi proietto verso una logica prettamente consumistico-egoista. No ai regali superflui, ovvero quelli fatti alle persone più care (eccetto qualche rara, isolata eccezione), Sì a più cose per me. D'altronde, dovevo pur godere delle fatiche di questi ultimi mesi.
Spinto da questa eccitazione ho avuto modo di acquistare in compagnia di Clementia e dell'Adorata Cugina il mio nuovo orologio Swatch (finalmente), un paio di pantaloni color corda adattissimi alle mie All Star marroni con cintura incorporata, un nuovo paio di jeans (servono sempre), e diverse magliette più o meno scollate da esibire durante le mie nuove serate mondane. Ma all'appello mancavano ancora due profumi, un paio di inglesine, un cardigan e una giacca marrone o chiara.
In tutta la frenesia del momento però, ho avuto modo di incappare in tre must have/know del momento che da buon fashion-addicted non posso non evidenziare nel mio blog fucsia shock:


1. Scoprire l'esistenza di un nuovo marchio associato all'Abercrombie, Hollister, che ha appena aperto nel centro commerciale poco distante da te. Si tratta di un brand legato al famoso Abercrombie and Fitch, con stesso negozio, stessa scenografia buia, stessa musica a tutto volume, stessi commessi/modelli, stessi capi tartan. Unica eccezione il prezzo, leggermente più basso di quello del suo sosia e in molti casi nemmeno esposto. Dopo aver visto tante camicie ed aver scoperto attraverso il sito che costavano solo 42 Euro, ho deciso: almeno una va acquistata.




2. Ricordarsi dell'apertura a Milano di Laduree. A marzo a Milano ha aperto la famosa pasticceria francese, rinomata per i suoi dolcetti e la loro conseguente qualità. Eppure si tratta di un vero evento mondano: Laduree è nota soprattutto per i Macarons, dolcetti di pasta di mandorle nei diversi gusti e colori, che in breve tempo sono riusciti a conquistare un ampio pubblico modaiolo ma allo stesso tempo goloso. Si trova in via Spadari a Milano, a pochi metri dal Duomo, si trovano Macarons a volontà, un'area apposita alla pausa del Thè e tante idee regalo a base di Macarons per ogni occasione. Inevitabile, in questo periodo dell'anno, la fila.





3. Visitare lo store di Banana Republic in via Vittorio Emanuele. Aperto da un paio di settimane, si tratta del primo store italiano del brand americano che associo qualità e prezzi accessibili per un target non molto giovanile. Comessi giovani e carini (Abercrombie docet) e ambiente curato tipico dell'oltreoceano, vi accompagneranno negli acquisti. 



Ed ora, via con lo shopping.

martedì 21 dicembre 2010

10 idee regalo (by Aspirante Carrie Bradshaw)


Anche Aspirante Carrie Bradshaw ha finalmente iniziato la fatidica Corsa Ai Regali.
Pochi sì, ma quest'anno, favorito da un budget più ampio e da tanta buona volontà, il mio impegno sembra dare i suoi frutti. A quasi metà della lista di doni completata e con un pacchetto già consegnato, ecco qualche consiglio per chi invece è ancora in alto mare e ha un budget non proprio stellare (vedi il sottoscritto). 
Ecco le 10 idee che mi hanno colpito nel mio giro di shopping:
Borsa Metallizzata
Pimpkie
Prezzo: 9.90 Euro
Orologio Swatch Gent New Collection
(sulla spinta del modello estivo, la
versione invernale in colori più tenui)
Prezzo: 50.00 Euro

Borsa "I <3 NY"
(in vernice, ideale per portare
piccole cose o anche il pranzo)
Prezzo: 9.90 Euro
Borsa Lanvin for H&M
Prezzo: 39.90 Euro

Agende Letts
(disponibili in varie misure e fantasie;
essenziali per le amiche impegnate)
Prezzo: a partire da 6.50 Euro
Guanti Oviesse
(in lattice, ottimi per la casa;
uniscono la praticità al glamour.
Per la casalinga fashionista)
Prezzo: 4.90 Euro
Sex And The City 2
(poteva forse mancare? Il sequel che
non può mancare sotto l'albero di
Natale di Aspirante Carrie Bradshaw)
Prezzo: 18.00

Kate Nash: "My best friend is you"
(13 tracce di musica Indie in grado di
contagiare chiunque. Provare per credere)
Prezzo: 15.90 Euro
T-Shirt Lanvin for H&M
Prezzo: 39.90 Euro
        

venerdì 17 dicembre 2010

Spirito Natalizio

Dato l'unico esame in programma a dicembre, inganno l'attesa del risultato con la corsa ai regali.
Ho poco più di una settimana per poter soddisfare il mio spirito natalizio e fare tutto quello che finora non ho potuto concludere per mancanza di tempo. Riflettendo bene però, quest'anno gioco in posizione di vantaggio, rispetto allo scorso. E questo per due motivi: grazie al lavoro ho a disposizione un budget decisamente più ampio e soprattutto ho maturato una buona inventiva in fatto di originalità.
Inoltre, se proprio vogliamo essere ottimisti, i litigi e le discussioni dei 365 giorni scorsi, hanno ridotto drasticamente la già sufficientemente corta lista di destinatari. Che tradotto significa: solo 3 o 4 regali da acquistare.
Ma poco importa, posso risolvere l'intoppo "+ denaro, - destinatari di regali" aggiungendo anche il sottoscritto nella lista, una o anche più volte. In questo modo non correrò il rischio di incappare in regali inutili, inadatti ad un Aspirante Carrie Bradshaw ma soprattutto di donare qualcosa che in fondo piace più a me che al beneficiario.
Il motto del mio Natale 2010 sarà dunque: meno stress e più regali per me. Sa un pò di slogan politico, ma non si sa mai che possa rivelarsi un buon inizio per intraprendere la carriera da parlamentare. 

martedì 14 dicembre 2010

I Am The Gang

Da circa qualche sabato Aspirante Carrie Bradshaw brancolava nel buio in quanto uscite e nottate in discoteca.
Con Sam ormai dedito alla vita di coppia, e dopo una nottata allo Stand Up con Xander in cui ero incappato in un amichevole Marco, avevo intenzione di trascorrere il weekend tranquillamente, studiando a casa ed evitando di mettere piede nel freddo tipico di dicembre.
Eppure il pomeriggio ricevetti l'invito da Vanish per andare a fare baldoria in compagnia sua, di Xander e della mia adorata Chicca, la mia amica recentemente tornata da un anno sabbatico trascorso in Australia alle prese con lavori improbabili ed incontri singolari. E dato che da più di un anno ormai non facevo serate con quest'ultima decisi di accettare.
Arrivai all'appuntamento con mezz'ora di ritardo. Evidentemente mettersi in tiro per uscire il sabato sera non mi veniva più così facile dopo parecchi sabati casalinghi o allo Stand Up, ma mi resi poi conto che valeva davvero la pena sfruttare i vestiti dell'armadio che ancora non avevo inaugurato. Anche perchè non potevo mostrarmi inadeguato alla mia prima serata con la mia amica che ormai aveva acquisito il termine di paragone australiano in fatto di abbigliamento. Ma soprattutto: avevo il sentore che quella sera avrei rivisto una vecchia conoscenza, tale Alessandro, che da quel lontano settembre al Borgo, avevo solo intravisto su Facebook.
Andammo tutti al We Are The Gang, un locale poco distante da Milano ma che sembrava avere la stessa prerogativa del Toilet: non era arredato come l'interno di un WC, ma aveva una clientela parecchio interessante. Si trattava di ragazzi alternativi, un pò fighetti, con un gusto per la musica che si scostava parecchio dagli attuali canoni commerciali (vedi: Lady Gaga&co) e prediligeva uno stile British. Per un attimo, appena entrato, mi parve di essere finito in un tipico locale da video musicale londinese, gente stilosa, intenta a ballare, bere, fumare, ed in pochi minuti mi sfilarono davanti ben 7 capi che all'H&M e Zara avevo etichettato come "eccentrici". Lì c'era chi osava.
Non importava se erano gay, bisex o etero. Era come se fossi caduto indietro di 20 anni. Un pò come Carrie Bradshaw, giovane, nello Studio 54 di New York, dove ogni sera stili e generi diversi si mischiavano in un'unica pista.
Venni ispirato dal clima, dalle mie sigarette, dal cocktail, da Chicca e dalla musica, ballai e iniziai a notare come tutto senza etichette, sguardi o preoccupazioni fosse meglio. Lì, accanto a me, c'erano persone che volevano solo divertirsi. Ed il pensiero di Alessandro fu solo un lontano ricordo.
Il DJ mise una delle mie canzoni preferite "Dancing with myself" e niente mi sembrò poter andare meglio; ero in un posto fantastico, c'erano Xander, Vanish e Chicca con me, avevo notato parecchi ragazzi carini (e non pienamente etero) e poco importava se il giorno seguente sarei dovuto andare al lavoro. Dovevo godermela.
E lì, in mezzo alla pista, Xander mi fece un segno. Eccolo lì, Alessandro, in tutto il suo splendore.
Ballava con la sua amica, la stessa che avevo conosciuto al Borgo a settembre, e subito, per la sorpresa, corsi a nascondermi. Era stato già sufficientemente ridicolo conoscerlo la sera in cui mi ero ubriacato a più non posso. Non potevo farmi vedere nei suoi locali. Punto.
Ma poco più tardi una mano mi afferrò il braccio, e me lo ritrovai faccia a faccia. Uscimmo a fumare, e decisi così di mettere in piedi la mia solita rappresentazione con chi invece mi interessava: Aspirante Carrie Bradshaw in "No, tu non mi piaci e voglio fare l'acido con te, gnè". Rimanemmo a parlare per una buona mezz'ora, Xander tentò di mandare all'aria la mia recita, conobbi una sua nuova amica, e poi, dopo mille provocazioni verso di lui, se ne andò a casa.
Continuai la mia serata. Alle 3e30, ovvero il coprifuoco da me prestabilito per le notti in discoteca da quando vado a lavorare, la musica finì e ce ne tornammo tutti a casa con tante foto sulla coscienza.
Fui fiero della mia performance; anche se ero in un posto dove tutti facevano di tutto per essere loro stessi, io avevo finto di non avere il benchè minimo interesse per un ragazzo. 
Questo era il We Are The Gang per me. Di certo devo ritornarci.

sabato 11 dicembre 2010

Aspirante Carrie Bradshaw abbonato fashionista



Ci sono giornate che non possono non essere ricordate.
Perchè hai incontrato il ragazzo dei tuoi sogni, perchè hai superato brillantemente un esame, perchè hai finalmente ritrovato la persona che avevi allontanato... 
Per me oggi è una di queste: ho ricevuto il mio primo numero da abbonato Vogue! Approfittando di un'incredibile offerta, qualche mese fa ho deciso, insieme alla mia Autorevole Madre, di sottoscrivere un anno di numeri alla rivista più fashion (e cara) di tutte.
Fin dal momento che avevo imbucato la lettera con la conferma della mia volontà di diventarne un accanito lettore aspettavo segnali da parte di Franca Sozzani o chi-per-lei ed oggi, appena ho avvistato sul tavolo della mia cucina il viso di Gisele Bundchen, la gioia è esplosa a più non posso. Quasi più di quando acquisto un paio di scarpe che mi piacciono ed a cui faccio il filo da mesi.
Ora, la rivista su cui Carrie Bradshaw scriveva nella serie televisiva penserà bene di tenermi aggiornato sulle ultime tendenze in fatto di moda, design ed arte per 12 lunghi mesi e probabilmente anche di più. Sempre assieme al mio amato Vanity Fair, ovviamente. E, come se non bastasse, si prevede già una nuova dipendenza oltre che un passo in meno per diventare a tutti gli effetti come Carrie Bradshaw, anch'essa sua fedele abbonata.
Queste sono le giornate da ricordare. Questa è la giornata in cui Aspirante Carrie Bradshaw è diventato a tutti gli effetti un abbonato fashionista. Remember it!

giovedì 9 dicembre 2010

101 luoghi dove fare shopping

Superata l'Immacolata per tutti i fashion-addicted e non solo si risveglia un unica preoccupazione nel mese di dicembre (eccetto quella per cosa indossare la sera di Capodanno): la corsa ai regali di Natale.
Un dono per la migliore amica, uno per il migliore amico, un altro per il proprio boyfriend, uno per quella persona con cui siamo in "debito" per qualche piacere ricevuto durante l'anno. Per non parlare poi della famiglia.
Le riviste come Vanity Fair pullulano in queste settimane di consigli ed idee sui regali divise in fascia di budget, <50euro, tra i 50 e i 100 euro e così via fino ad arrivare addirittura a superare la quota 1000, perchè, citando la mia bibbia-rivista, "se non badi a spese, non devi sbagliare: the best of per lasciare il segno".
Per chi invece come me è molto più modesto, abita a Milano o Roma e non sa ancora dove sbattere la testa, può beatamente affidarsi ai due libri usciti in libreria intitolati: "101 luoghi dove fare shopping a Roma o a Milano" (edizioni Newton Compton). Sono stati scritti da Elena Lera e Cristiano Rinaldi il primo, Rossella Canevari e Carlotta Pistone il secondo. Non si tratta di semplici elenchi di negozi o luoghi dove trovare l'articolo giusto al prezzo obbligato, ma di vere e propri personal shopper in carta per chi vuole sottrarsi ai prezzi imposti dalle grandi marche senza però rinunciare all'articolo cool
Fare i regali di Natale per chi vive in metropoli da quest'anno diventerà un piacere. E non solo per i fashion-addicted. Parola di Aspirante Carrie Bradshaw.


mercoledì 8 dicembre 2010

Meglio tardi che mai

Diventare Carrie Bradshaw significa molte cose.
1. Provare a farsi una carriera lavorativa giornalistica: ed io la stavo tentando con il mio percorso accademico ormai, si spera, vicino all'ambita Laurea in Comunicazione.
2. Provare a metter da parte un sostanzioso gruzzolo in vista del tuo futuro appartamento a Milano: ed io lo stavo facendo con il mio lavoro da commesso del giovedì e della domenica, sperando di riuscire a cavarmela almeno per i primi mesi. 
3. Cercare di farsi un guardaroba adatto ad un look il più possibile di buon gusto ed allo stesso tempo originale: cosa che mi veniva abbastanza semplice dato la marea di cose che ultimamente stavo acquistando a più non posso. Tuttavia sul risultato non sono così presuntuoso da pronunciarmi. I miei vestiti mi piacciono così. O almeno una buona parte di essi.
4. Incappare in conflitti interiori circa il punto 2, cioè risparmiare per il tuo futuro, ed il punto 3, cioè finire vittima del ragionamento "Ormai lavoro, posso permettermi tutte le cose che voglio" basato a sua volta sulla convinzione/giustificazione che anche "Carrie Bradshaw in fondo farebbe così".

Eppure qualcosa ad Aspirante Carrie Bradshaw mancava.
Sabato sera, prima della mia nottata di alcool e follia allo Stand Up con Xander, fissai la mia attenzione sul collage di foto che avevo realizzato ancora a giugno e notai come le cose in pochi mesi erano cambiate. Comparivano infatti Lou*, l'amica preziosa che dal litigio di inizio agosto aveva preso le distanze dal sottoscritto, e Querceto, che dall'ultima volta che l'avevo visto al Borgo, ubriaco come una spugna immersa nella Vodka, non avevo più sentito. 
Se davvero fossi stato Carrie Bradshaw questi litigi non sarebbero mai avvenuti, avrei trovato un modo gentile o comunque educato per far presente che le cose non andavano più, che bisognava rivedere qualche particolare, che i problemi si potevano superare. Per Lou* avevo fatto la mia mossa, parecchie volte le avevo scritto nei mesi addietro ricevendo sempre le solite risposte distaccate che non riflettevano più la persona che avevo avuto a fianco negli anni, ma per Querceto no. E lì, decisi di ascoltare la voce in me che da settimane mi diceva di scrivergli, almeno per ringraziarlo dell'ultima volta che mi aveva offerto il suo aiuto mentre io, ubriaco, alternavo in un chiarimento improbabile verità imbarazzanti a provocazioni stupide vittima dei drink del Borgo. Nel frattempo si era fidanzato, aveva trovato probabilmente nuovi amici gai con cui trascorrere le sue serate in compagnia di Tom, aveva forse rivalutato la Romana e condannato me, ma se non volevo ricadere nello stesso errore della scorsa estate, ovvero scappare, dovevo farmi avanti. Decisi dunque, non avendo più il suo numero di cellulare, di scrivergli qualcosa attraverso la chat di Facebook, così, per dimostrare che poi quel rapporto di amicizia che in passato c'era stato, in fondo per me contava pure qualcosa. Ecco quello che gli scrissi:

nico!
ci sei?
(dopo qualche minuto ndr) vabbè
ad ogni modo, volevo solo ringraziarti per avermi assistito l'ultima domenica che ci siamo visti al borgo e scusarmi se per caso ti ho creato disagi o robe simili,ma non credo di aver mai bevuto come quella volta
quindi:grazie
per il resto spero che ti vada tutto alla grande!
ci si vedrà in giro immagino
buona serata

Non ricevetti risposta. Era online, il suo stato risultava attivo e nemmeno i giorni seguenti ricevetti un suo segno di vita. 
Evidentemente avevo avuto quello che mi spettava, e di certo non lo potevo biasimare dato che ero stato io il primo a sparire ed a non rispondere ai suoi messaggi senza alcun preavviso, ma in qualche modo avevo fatto il mio passo. Non sarà stato quel grande evento, eppure mi sentivo meno in colpa.
D'altronde, anche Carrie Bradshaw l'avrebbe fatto. Meglio tardi che mai.

lunedì 6 dicembre 2010

Piccole dimenticanze bibliotecarie




Eh?

Ok. Posso aver dimenticato di riconsegnare un paio di libri presi in prestito qualche mese fa nella mia Biblioteca, ma in fondo cosa vuoi che siano 6 mesi quando un prestito può durare fino ad un massimo di 30 giorni e non di più?
Pensandoci bene dev'essere tutta colpa degli esami che poi mi hanno sopraffatto, delle vicissitudini con Matteo, del litigio con Lou*, della mia presa di distanza con Querceto, del lavoro che ho trovato, dell'inizio delle lezioni universitarie, dell'esame che il 15 dicembre dovrò dare.
Ma soprattutto, e ne sono convinto dal più profondo del mio cuore, la colpa è soprattutto degli sconti che d'estate si fanno sui libri: ad agosto, complice un -25% sul prezzo di copertina, ho acquistato "I Love Shopping" e da quel momento ne sono caduto vittima.
Stefano Benni e l'orrido libro di Carlo Pastore saranno rimasti impolverati dunque su qualche scaffale, magari assieme al mio libro di Cinese. Mi toccherà rispolverare tutto, se non voglio finire arrestato e sporcare la fedina penale sinora pulitissima.
Eppure, essere impegnati è anche questo. Che la mia bibliotecaria acida se ne faccia una ragione.

lunedì 29 novembre 2010

Clementia e l'Etero-Gay

Oggi la mia amica Clementia mi ha raccontato ogni minimo dettaglio del suo weekend.
Eravamo in UniBi, presi a studiare (come sempre ultimamente) uno dei noiosi libri dagli argomenti inutili per chi, come me, aspira a diventare un giornalista di tendenze e società, e lei ha iniziato a elencare con ordine ogni minimo dettaglio del suo sabato notte. A dire il vero, sono due le cose che Clementia non fa da tanto tempo:
- una serata devastante in discoteca (ormai rare per via del mio lavoro la domenica mattina);
- del buon sesso con un ragazzo che non sia un tappetino (per inciso, gli ultimi 2 erano degli zerbini privi del minimo senso di autonomia e risalgono a quasi un anno fa);
Sabato notte, arrivò a farne una e mezza.

Rassegnata per l'ennesimo spostamento che Aspirante Carrie Bradshaw era stato costretto a siglare dopo la promessa di un sabato sera ai Magazzini, Clementia aveva a disposizione un gemello/coinquilino che, deciso a non buttare via i suoi migliori anni e la possibilità di nuove conoscenze, aveva già in programma una serata in discoteca in compagnia di un suo vecchio amico, tale Luke, particolarmente carino, di Trento, e già apprezzato in passato da parecchie ragazze. La mia amica non poteva comportarsi da asociale e trascorrere un nuovo sabato nel suo appartamento milanese: accettò l'invito e si aggregò all'allegra coppia. Ma quello non fu l'unica cosa che accettò. Accettò un drink che poi, nel corso delle ore successive, le venne offerto a più non posso da nuovi improbabili amici conosciuti al momento e anch'essi ubriachi. E poi un altro. E poi ancora un altro. E infine un altro ancora. 
Risultato fu una ragazza un pò troppo barcollante che alle 4/4e30 del mattino torna a casa insonnolita per via dell'alcool e che, non si sa perchè, è costretta ad ospitare nel suo letto anche il "malcapitato" Luke. Ovviamente Clementia mi riportò di non aver fatto assolutamente nulla durante la notte, non sarebbe stato nelle sue corde, ma almeno anche metà del punto 2 l'aveva fatto: era riuscita dormire nello stesso letto di un ragazzo carino e per niente tappetino, sebbene lui non avrebbe disdegnato anche una conoscenza un pò più approfondita. Eppure il punto era proprio questo: a Clementia era balneato per la mente l'idea che Luke potesse essere gay. Il motivo? Un cd in macchina con le canzoni di Tiziano Ferro (ormai icona gay), il concludere ogni sms al suo gemello con un "TVB", offendersi perchè il suo gemello non si faceva vivo, un pigiama con i cuori. "Possibile che fosse gay?" si chiedeva la malcapitata, eppure aveva avuto parecchie ex fidanzate molto più che belle!

Evidentemente la mia amica ignorava una cosa; negli ultimi tempi a Milano e non solo, si stanno affermando due specie di ragazzi: i gay-etero, e gli etero-gay. L'etero-gay era quella tipologia di uomini eterosessuali che, per via di una eccessiva esposizione a lampade, shopping e Uomini&Donne, aveva raffinato il loro modo di fare tanto da confondersi con il lato gaio della società. Un gay-etero, invece, non era altro che un ragazzo dai gusti omosessuali, ma con le movenze, i gusti e l'abbigliamento di un eterosessuale (un esempio: Timone). Se nel primo caso si trattava di una categoria palesemente in crescita e Luke ne poteva far benissimo parte, nel secondo invece no. Purtroppo, per noi ragazzi con uno spiccato senso gaio passivo, tra i numerosi problemi a cui dobbiamo far fronte c'è anche quello della mancanza di "papabili" corteggiatori attivi e maschili che siano decenti fisicamente, single e soprattutto sotto i 30 anni. Come se il resto non fosse già sufficientemente complicato.
Clementia è solo una delle centinaia di ragazze etero che, reduci da un weekend mondano, si trovano a fare i conti con questi nuovi uomini al passo con i tempi, noi ragazzi gai, invece, ci abbiamo a che fare sin dal primo giorno in cui abbiamo scoperto che gli attivi sono decisamente molto meno dei passivi.

venerdì 26 novembre 2010

Anyway


Notizia del giorno: Gianna Nannini è diventata mamma.
A Milano, a mezzogiorno di oggi la cantante ha dato alla luce Penelope, 2 chili e 530 grammi, coronando così il suo sogno di diventare mamma a tutti gli effetti. Anyway.
Un lieto evento, certamente, che però ha sorpreso me e parecchi italiani: io, che credevo fosse lesbica, alla notizia della dolce attesa ho pensato subito a qualche misterioso donatore di sperma pagato fior fior di quattrini pur di consentire ad una cantante Rock di soddisfare un suo desiderio inappagato di maternità, gli altri, che invece, se non la pensavano come me, trovavano singolare la sua età, considerata troppo in là per una maternità. E come sempre non sono mancate le polemiche.
Eppure oggi Gianna, a dispetto di tutti i dubbi e pettegolezzi, ha portato a termine il suo percorso ed ora può felicemente iniziare una nuova fase della sua vita con Penelope. Anyway.
Una storia a lieto fine, che può essere presa d'esempio da tutti: da chi da tempo cerca un figlio che non arriva, da chi da tempo aspetta l'amore che tarda a presentarsi, da chi ha avuto una discussione con la propria migliore amica e spera che tutto si sistemi, da chi crede che in futuro la strada in salita si trasformi discesa. Da chi, in sostanza, insegue qualcosa contro tutto e tutti e si ostina a credere che quel qualcosa si possa realizzare. Anyway.
Gianna oggi, in una società dove l'approvazione della massa sembra sempre più condizione necessaria e sufficiente per vivere bene e spensieratamente e dove ormai ogni scelta del singolo deve essere sottoposta al giudizio di tutti (compreso di chi non sa), ci ha dato una lezione preziosa: se vuoi qualcosa, mettiti in gioco infischiandotene di tutti e fai di tutto per ottenerla. Anyway.

mercoledì 24 novembre 2010

I love Montgomery



E' ufficiale: sono caduto in fissazione.
Complice l'acquisto delle informali Clarks che tanto ricordano gli ambienti casual degli anni '90 (per non dire "ambiente barbone" come qualcuno ha simpaticamente fatto notare), mi sono reso conto di prediligere un nuovo cappotto per proteggermi dal freddo in arrivo: il Montgomery.
Stanco dell'ormai rodato piumino, che comunque acquisterò prossimamente, ho deciso di lanciarmi verso uno stile casual e pratico da sfoggiare nella quotidianità dell'UniBi che mantenga però un minimo di originalità e non cada nel solito ordinario accademico (di cui, appunto, il Piumino è un abituè). Si tratta di un cappotto in panno sostanzialmente semplice, adatto anche alle temperature più basse, con qualche tasca qua e là ed una sola particolarità: la chiusura in alamaro.
La ricerca dell'esemplare a me adatto è stata parecchio difficile ma tutto sommato soddisfacente. In queste lunghe giornate di lezioni e studio prima della Sessione D'Esami, ho potuto sfoggiarlo assieme alle mie Clarks appunto e ad una borsa color cuoio, acquistata nel Reparto Accessori Donna dell'H&M ma assolutamente discreta. L'effetto ovviamente si è fatto sentire: pur di sfoggiare la mia mise a più studenti possibili, mi trattengo in UniBi fino agli orari più strani. Per una volta dunque, rendimento e abbigliamento si può dire vadano a braccetto.

venerdì 19 novembre 2010

Aspirante Carrie Bradshaw e la guerra dei turni

Il giorno in cui Aspirante Carrie Bradshaw ha messo piede per la prima volta nel "suo" negozio ed ha provato a fare il commesso, probabilmente ignorava di essere finito in un mondo parallelo di un qualche universo/paradosso.
Quella che poteva essere una semplice occupazione dove servire clienti, sistemare scarpe, tenere decente il negozio ed avere sempre il sorriso sulle labbra era la cosa più importante, con il passare dei giorni stava mostrando il suo lato losco: sporche spie, segreti imponunciabili risalenti ad epoche storiche Avanti Cristo, smacchi inammissibili e tutti i colleghi, anche le persone più insospettabili, avevano qualcosa da nascondere. Pare infatti che tra tutti i dipendenti (eccetto qualche rara eccezione) ci sia l'impellente bisogno di dimostrare di essere i più. Più bravi, più belli, più professionali, più affidabili. E anche più stupidi. 
Per rendere le cose più semplici, vi basterà sapere che nel mio Gigantesco Negozio Di Scarpe si distinguono due turni: il turno A (quello con cui ho lavorato durante la mia fase full-time, per intenderci), di cui facevano parte Sam, la mia Frivola Responsabile, Betty, Debby, Lex e Gongolo (quest'ultimo entrato a far parte del gruppo solo da poco poichè prima apparteneva al turno B), ed il turno B, formato da il mio Freddo Responsabile (marito della Frivola Responsabile), le 3 Oche Giulive del negozio, Dave e Verona.
Ecco, sono sufficienti questi pochi personaggi (che, tra l'altro mai si vedono nel corso delle settimane se non per i fatidici 10 minuti di cambio turno) per far sì che scoppi una Guerra Fredda da far impallidire persino quella tra USA e URSS. Provocazioni, sparizioni dagli armadietti, pettegolezzi, spostamenti di seriate di scarpe senza alcun preavviso, strane macchie colorate tra gli oggetti personali... ed un unico effetto: coloro Part-Time si ritrovano a subirne le conseguenze.
Perchè infatti c'è anche un piccolo gruppo di lavoratori Part-Time che tutte le domeniche ed un giorno la settimana si sorbisce il clima di astio tra le due compagini; si tratta di me, la mia carissima collega Giò, Marion (con le quali trascorro ormai le mie domeniche spettegolando e commentando la vita), Damian e l'ultima arrivata Alba.
A noi tocca trascorrere le giornate di lavoro, alternativamente, ora con un turno, ora con l'altro e  cercare di essere il più imparziali possibile.
Purtroppo però la mia amicizia con Sam è stato un motivo più che sufficiente (ma non l'unico) per farmi dare della "spia" dal Turno B e farmi apparire fin dall'inizio appetibile dalle 3 Oche Giulive che, come da copione, si sfogano sul sottoscritto convinte che nella vita "l'arte del sistemare scarpe" sia sintomo di un animo virtuoso o chissà cosa. Oca Giuliva 1, la trentenne zitella Boss del terzetto, in apparenza cortese ed onesta lavoratrice, evita di rivolgerti parola anche se ci stai lavorando per ore e preferisce lanciare battute a Dave, per poi spettegolare con le sue due colleghe pennute snobbandoti a più non posso. Oca Giuliva 2, è invece una trentenne isterica, che passa la vita a taccheggiare scarpe, lamentarsi, chiacchierare con le sue inseparabili amiche dei suoi spasimanti improbabili ed evitare di salutarti quando le pare a piace. Infine Oca Giuliva 3, ventenne ma non per questo meno zabetta, si occupa della cassa e si diverte, oltre che osservare divertita i poveri commessi sofferenti e in difficoltà sotto le scatole che stanno trasportando, a riempire di incarichi inutili, guarda caso, chi le sta più antipatico. Come una vera regina esperta dell'arte del commesso.

Il quadretto sarebbe già sufficientemente assurdo, ma poi un mese fa è arrivata la Distinta Responsabile, rimasta assente per qualche anno dal lavoro perchè in dolce attesa. Non ha perso tempo a mettere in riga i nuovi arrivati, trovare ogni compito adatto a far sgobbare tutti i dipendenti, prendere in simpatia le 3 Oche Giulive con cui ogni tanto si fa anche una bella spettegolata e scontrarsi con la mia Frivola Responsabile. E quando le due donne-boss convivono nello stesso turno, se ne vedono delle belle: una che cerca di far valere il proprio ruolo (ma solo con chi le fa comodo), l'altra che abbraccia invece, per i suoi compagni di turno, la filosofia del "lascio fare a te, se c'è qualcosa che non va te la vedi tu con mio marito".
Oca Giuliva 3 mi ha appena inviato una richiesta d'amicizia su Facebook, probabilmente per poter trovare qualche argomento in più di cui parlare con le altre zabette, che non penso accetterò.
Ecco, questo è il bel teatrino a cui mi tocca partecipare. Ne avrei altre da raccontarvi, ma stasera sono buono e vi risparmio.
E dato che il tutto sembra andare peggiorando, credo che continuerò per la mia strada: assieme a Sam, Giò e Marion assisterò divertito al gruppetto di trentenni o poco meno che si scannano come degli studenti alla scuola elementare. Che vinca il migliore dunque. Io tifo per la mia Frivola Responsabile.

giovedì 18 novembre 2010

Dilemmi estetici su Youtube

Oggi vi propongo un quesito filosofico: che rapporto c'è tra bellezza e vanità?



Eh?

Youtube pullula di questi video-tutorial realizzati da gente sempre più strampalata. Ed il peggio si tocca quando i suddetti soggetti decidono di misurarsi con tematiche "alte".
E quando a farli è un ragazzino che fino a due anni fa conoscevi per motivi lavorativi, allora rimani ancora più sbigottito. All'epoca io in cui io, Aspirante Carrie Bradshaw, lavoravo come cameriere nel ristorante suo Eterissimo e Cafonissimo Padre, Alby (il ragazzo del video ndr) si dilettava a creare collane e braccialetti con gli oggetti più strampalati. Ahimè senza successo. Saltava la scuola per inspiegabili malori, veniva servito e reverito dalla sua Pedante Madre e intratteneva le vecchie clienti con il suo stupido cane (che abbaiava a chiunque si avvicinasse per più di 20 cm ai suoi padroni).
Non mi stupisce quindi, il grado scandente del suo discorso, e nemmeno i papabili insulti che possa aver ricevuto e che, onestamente, condivido. Non perchè sia anche io omofobico o rinneghi il mio lato gaio, ma semplicemente perchè la sua mente ed il suo monologo sono davvero assurdi.
Unico commento: evitare di fare il video, no?

Se però anche voi siete rimasti ipnotizzati dalla sua grandissima capacità oratoria, vi lascio con un'altra perla del suo canale: il tutorial per un "Trucco facilissimo" (cit.). Non si sa mai che possiate imparare qualcosa sulla cosmesi. Buona visione!




martedì 16 novembre 2010

Controindicazioni

Da circa poco più di un mese Aspirante Carrie Bradshaw si muove come un equilibrista che al circo si ritrova a camminare su un filo all'altezza di 3 metri: cerca di non cadere per mantenere l'equilibrio, ma le continue oscillazioni lo rendono particolarmente goffo.
Io, con amici da vedere, un lavoro da mantenere, ed 8 esami rimasti da dare entro settembre 2011, stavo invece facendo i conti con il mio barcamenarmi tra un impegno e l'altro senza lasciare insoddisfatto nessuno, ma a quanto pare, anche questo tipo di sforzo ha le sue controindicazioni.
Sabato pomeriggio. Aspirante Carrie Bradshaw ha diverse opzioni per il suo sabato sera: andare a ballare al Trip, una serata tranquilla al Moma a base di drink leggeri, tornare per l'ennesima volta allo Stand Up oppure seguire la strada del devasto e recarmi con Clementia a Milano per una serata memorabile. Unica certezza era la compagnia di Xander, Vanish e, probabilmente di Sam, che ancora doveva decidere se vedersi o no con Timone. Dopo diverse telefonate l'ipotesi più gettonata sembrava questa: preserata al Moma, a base di Cosmopolitan o di qualsiasi altro cocktail mi potesse far dimenticare la quantità di pagine da studiare, e nottata di danze e drink allo Stand Up, cioè quello che ci voleva dopo un'intera settimana di ansie, corse e schemi accademici. Eppure alle 19, Xander mi diede la lieta novella: lui e Vanish preferivano rimanere in compagnia delle loro amiche lesbiche ed estendevano l'invito anche a me. Potevo scegliere, o trascorrevo l'intera serata con ragazze che parlavano di altre ragazze che si erano limonate la sera precedente e di cui a me non interessava nulla, oppure rendevo onore al sabato sera ed allo studente modello che c'era in me e rimanevo a casa a schematizzare l'ultimo capitolo del libro in vista di un esame del 15 dicembre. E la seconda opzione fu quella che ebbe il sopravvento, complice anche un caminetto scoppiettante che mi avrebbe tenuto al caldo. Augurai tanto alcool e divertimento a Xander e scrissi un sms a Sam, dicendogli che avrebbe potuto godere della compagnia del suo amato Timone, giusto per trascorrere l'ennesima serata romantica in due anzichè tre.
Pensavo che il mio caro amico mi ringraziasse, eppure ricevetti un sms in cui venivo accusato di averli voluti "tagliar fuori" (cit.) dai miei programmi mondani e con l'impegno di un chiarimento tra me e Sam, il quale sosteneva che il suo caro amico Aspirante Carrie Bradshaw iniziava a risentire del tempo che lui dedicava al suo fidanzato. Rimasi scioccato.

Poco più tardi, rimasto a casa ed ancora amareggiato per l'abbandono di Xander ma soprattutto per l'sms di Sam, non potei fare a meno di pensare alle controindicazioni che il mio nuovo stile di vita mi stava portando ed a quelle che, di conseguenza, venivano innescate in tutte le persone che mi circondavano: rinunciare a serate in discoteca in nome del Sacro Vincolo Dello Studio, programmi mondani limitati per via del lavoro, serate infrasettimanali in casa, amici che attribuivano le mie assenze a risentimenti verso il proprio ragazzo, discussioni circa le nuove preoccupazioni, l'omissione di certi episodi clamorosi (vedi l'incontro con il Carabiniere)... E lì, a mezzanotte, seduto di fronte al camino acceso e con la testa china su fogli ed appunti, non potevo fare a meno di chiedermi: il mio cambiamento era davvero dovuto al mio impegno? Oppure ero solo io, che mi nascondevo dietro a frenesia e diligenza, e non aveva il coraggio di vedere che in realtà le cose stavano cambiando e che tutti, prima o poi, hanno dei problemi da affrontare?
Per tutto il giorno seguente, durante le 8 ore di lavoro, e per il lunedì che trascorsi in UniBi con Clementia, rimasi convinto che questo era il prezzo da pagare per una vita impegnata come quella che volevo: stava a chi mi era vicino, capire me, i miei compiti, le mie esigenze e che per il momento avevo altro a cui pensare.
Ma poi Clementia prese la palla al balzo e mi fece ragionare. Si trattava del mio migliore amico, di colui che quando mi chiudevo nei bagni del Borgo in lacrime perchè avevo visto certe persone mi era vicino, di colui che da circa un anno e mezzo mi stava dando più di quanto io avessi dato a lui... gli impegni non c'entravano. Si trattava di me e lui. Punto.
Rientrando da Milano, mentre ero in treno, incappai in un ragazzo gay, dai modi tanto assurdi quanto comuni in tutte quelle persone che io e Sam avevamo osservato deridendo durante le nostre uscite. Ed improvvisamente sentii il bisogno di scrivergli.
Questa era la controindicazione per un pomeriggio con Clementia e una buona amicizia: non importa chi ha ragione o torto o a chi tocchi scrivere per primo, a volte bisogna anche andare oltre.

martedì 9 novembre 2010

Lanvin for H&M



Ci sono appuntamenti che la nostra agenda non può omettere.
La prima uscita con il ragazzo a cui segretamente da tempo facciamo la corte. Una visita dalla parrucchiera. Una gita al centro commerciale.
Per i fashion addict però l'Appuntamento del mese è solo uno e cade il 23 novembre, giorno in cui noi verranno messi in vendita i capi che sanciscono la collaborazione di Alber Elbaz di Lanvin con H&M.
Si tratta di pezzi disegnati appositamente dallo stilista per la catena low cost svedese rivolti sia a donne che a uomini che, a prezzi decisamente più abbordabili del solito, cercheranno di riassumere lo stile della griffe Lanvin. Colori accesi e vestitini con chiffon per lei, trench e giacche con colori più tradizionali per lui.
Ovviamente l'edizione è limitata e vale solo per alcuni negozi selezionati, ma so già che andrà letteralmente a ruba.
Se anche voi volete avere le idee chiare in modo da presentarvi il 23 novembre con già in mente a cosa mirare e quanto volete spendere, allora potete buttare un occhio al sito internet http://www.hm.com/it/#/Lanvin/

Giusto per non farmi sfuggire il Grande Evento, da circa un mese ho puntato il promemoria sul cellulare per quel giorno, caso mai lo dimenticassi. D'altronde anche Carrie Bradshaw farebbe così.

lunedì 8 novembre 2010

Una cena poco digeribile

Poche sono le giornate che adoro come la domenica.
Alzarsi ad un'ora ragionevole, raccattare le proprie cianfrusaglie del sabato notte trascorso in discoteca, rendersi presentabili per un'intera giornata di lavoro e, infine, lavorare dando l'impressione di essere perfettamente presenti con la testa (oltre che fisicamente).
Ma la cosa più bella è arrivare alla fine della giornata, uscire dal negozio e sapere di avere una tranquilla domenica sera da passare con il caro amico Xander a mangiare cibo cinese parlando della rottura, ahimè prevedibile, con il suo consorte Joe, dopo che quest'ultimo era venuto a sapere che domenica scorsa Aspirante Carrie Bradshaw ed il suo fidanzato erano andati, a sua insaputa, a ballare al Borgo per festeggiare Halloween. Ovviamente Xander aveva omesso il tutto a Joe e la lite era dietro l'angolo. Rottura compresa.
Parentesi sentimentale a parte, era un programma davvero allettante per una tipica domenica grigia di novembre.
Alle 20 in punto dunque, appena Xander arrivò ci mettemmo in viaggio. Nel tragitto fino al lago ammirai il paesaggio che avevo di fronte: il profilo delle montagne, i vigneti, le colline, i campeggi ormai deserti... Eppure ero sereno come non mai: da un mese avevo ormai intrapreso la mia "doppia vita", per 2 giorni alla settimana commesso, per altri 4 studente universitario, senza incappare nell'errore di accantonare la mia vita mondana nè tantomeno le amicizie. Mi meritavo un'ottima cena.
Il mio buon umore si intravide poi di nuovo al momento dell'ordinazione, quando mi lanciai su piatti nuovi, mai assaggiati e quando mi potei dedicare a dispensare saggi consigli sulla rottura del mio caro amico.
Ma fu proprio mentre mi stavo lanciando sulla mia novità culinaria, il pollo al curry, che il mio passato sentimentale mi passò davanti agli occhi. Alla porta era apparso il Carabiniere e dietro di lui faceva capolino una massa di capelli scuri che subito identificai con Luca. Rimasi di sasso ad osservare la scena di loro che ordinavano un tavolo e di quello accanto al mio che invece si era liberato. Potevo scegliere: o fuggivo come uno psicopatico, abbandonando la mia cena e rovinando la serata anche a Xander, oppure correvo il rischio di averli accanto.
Andò poi a finire che ne venne apparecchiato appositamente per loro uno nuovo, ben lontano dal mio ma comunque a portata di cassa e di porta (dove dunque dovevo obbligatoriamente passare per tornarmene a casa). Che facevo?
Era la prima volta che vedevo dal vivo Luca, o meglio, Natasha, e lì capì il motivo che ancora la scorsa estate aveva spinto il Carabiniere da lui. Ci misi parecchio prima di riprendere a mangiare, ed onestamente non sapevo nè cosa avrei fatto per uscire nè se lui si era accorto della mia presenza. A fine cena raccolsi tutto il mio coraggio e chiesi il conto: il mio amico si sarebbe recato alla cassa per pagare ed io me la sarei filata di corsa dalla porta; ma loro erano già in piedi, avevano pagato e si stavano dirigendo verso l'uscita accanto al mio tavolo. Mentre erano in piedi, in attesa del conto, non potei fare a meno di notarli.
Eccola lì, la coppia gay del locale, l'autorevole e carino carabiniere in compagnia dello studente di medicina figlio di un benestante artista eclettico, tornato da Parma per il weekend o per qualche prova della banda di paese, vestito di tutto punto per una classica serata autunnale in compagnia del proprio boyfriend con cui stava da ormai 3 anni.
Stranamente, di fronte al mio unico fantasma, riuscì a trattenere le lacrime ed evitare la reazione che avevo avuto qualche mese prima, quando vedendolo inaspettatamente al Borgo e mi ero chiuso con Sam in bagno a piangere. La verità era che ormai non ne aveva più senso. La vista di loro due assieme mi aveva portato alla realtà, alla pura consapevolezza che tutto ciò che avevo condiviso quell'estate non fosse altro che del semplice sesso. E di colpo mi sentì stupido come non mi succedeva da tempo.
Tornando dalla cassa, cercai qualsiasi scusa possibile per evitare di guardarli, finì per farmi vedere dal Carabiniere, ma io continuai la conversazione con Xander, come se si trattasse di due persone che non conoscevo. Una volta spariti, tirai un sospiro di sollievo.

Alla guida della mia macchina, dopo aver salutato Xander ed aver telefonato a Clementia, mi ritrovai con un duro pasto da digerire. Poco più di un anno fa mi ritrovavo a piangere per una persona il cui nome tuttora evito di pronunciare e che per i molti mesi dopo la rottura mi aveva portato in una sorta di letargo emotivo da cui solo l'aiuto di Lou* e Sam mi aveva aiutato ad uscire. Vedere Natasha ed affrontare la dura realtà però, era stato quello che ci voleva per rendermi conto di quanto tempo, energie e soprattutto lacrime avessi sprecato inutilmente. Non sarei mai potuto essere una valida alternativa a lei, proprio perchè non ne sarei mai stato all'altezza. Fingere di non vedere, non sapere, ignorare, e continuare a recitare la scena della coppia perfetta non era nelle mie corde. E mai lo sarebbe stato probabilmente. Mi ero davvero legato al Carabiniere, e sicuramente continuerò a ricordarmi di quei mesi di frequentazione come una buona esperienza, ma per quella sera mi era tutto più chiaro: si era trattato, almeno per lui, di semplice sesso, misto a cene, misto a colazioni, misto a dormite in casa sua. Nient'altro. E quella era la dura realtà.
Non piansi, e nemmeno lo feci il giorno successivo. D'altronde, per cosa potevo disperarmi? Avevamo forse qualcosa in comune? Qualcosa che mi avrebbe potuto rendere una valida alternativa? Natasha era carino, intelligente, profondo, docile ed amante del teatro. Aspirante Carrie Bradshaw uno schizzato studente di comunicazione con la passione per lo shopping, l'alcool, le serate con gli amici, sciatto per le 9 ore di lavoro e con il sogno della grande metropoli in testa.
Non avevamo davvero niente in comune.