mercoledì 8 dicembre 2010

Meglio tardi che mai

Diventare Carrie Bradshaw significa molte cose.
1. Provare a farsi una carriera lavorativa giornalistica: ed io la stavo tentando con il mio percorso accademico ormai, si spera, vicino all'ambita Laurea in Comunicazione.
2. Provare a metter da parte un sostanzioso gruzzolo in vista del tuo futuro appartamento a Milano: ed io lo stavo facendo con il mio lavoro da commesso del giovedì e della domenica, sperando di riuscire a cavarmela almeno per i primi mesi. 
3. Cercare di farsi un guardaroba adatto ad un look il più possibile di buon gusto ed allo stesso tempo originale: cosa che mi veniva abbastanza semplice dato la marea di cose che ultimamente stavo acquistando a più non posso. Tuttavia sul risultato non sono così presuntuoso da pronunciarmi. I miei vestiti mi piacciono così. O almeno una buona parte di essi.
4. Incappare in conflitti interiori circa il punto 2, cioè risparmiare per il tuo futuro, ed il punto 3, cioè finire vittima del ragionamento "Ormai lavoro, posso permettermi tutte le cose che voglio" basato a sua volta sulla convinzione/giustificazione che anche "Carrie Bradshaw in fondo farebbe così".

Eppure qualcosa ad Aspirante Carrie Bradshaw mancava.
Sabato sera, prima della mia nottata di alcool e follia allo Stand Up con Xander, fissai la mia attenzione sul collage di foto che avevo realizzato ancora a giugno e notai come le cose in pochi mesi erano cambiate. Comparivano infatti Lou*, l'amica preziosa che dal litigio di inizio agosto aveva preso le distanze dal sottoscritto, e Querceto, che dall'ultima volta che l'avevo visto al Borgo, ubriaco come una spugna immersa nella Vodka, non avevo più sentito. 
Se davvero fossi stato Carrie Bradshaw questi litigi non sarebbero mai avvenuti, avrei trovato un modo gentile o comunque educato per far presente che le cose non andavano più, che bisognava rivedere qualche particolare, che i problemi si potevano superare. Per Lou* avevo fatto la mia mossa, parecchie volte le avevo scritto nei mesi addietro ricevendo sempre le solite risposte distaccate che non riflettevano più la persona che avevo avuto a fianco negli anni, ma per Querceto no. E lì, decisi di ascoltare la voce in me che da settimane mi diceva di scrivergli, almeno per ringraziarlo dell'ultima volta che mi aveva offerto il suo aiuto mentre io, ubriaco, alternavo in un chiarimento improbabile verità imbarazzanti a provocazioni stupide vittima dei drink del Borgo. Nel frattempo si era fidanzato, aveva trovato probabilmente nuovi amici gai con cui trascorrere le sue serate in compagnia di Tom, aveva forse rivalutato la Romana e condannato me, ma se non volevo ricadere nello stesso errore della scorsa estate, ovvero scappare, dovevo farmi avanti. Decisi dunque, non avendo più il suo numero di cellulare, di scrivergli qualcosa attraverso la chat di Facebook, così, per dimostrare che poi quel rapporto di amicizia che in passato c'era stato, in fondo per me contava pure qualcosa. Ecco quello che gli scrissi:

nico!
ci sei?
(dopo qualche minuto ndr) vabbè
ad ogni modo, volevo solo ringraziarti per avermi assistito l'ultima domenica che ci siamo visti al borgo e scusarmi se per caso ti ho creato disagi o robe simili,ma non credo di aver mai bevuto come quella volta
quindi:grazie
per il resto spero che ti vada tutto alla grande!
ci si vedrà in giro immagino
buona serata

Non ricevetti risposta. Era online, il suo stato risultava attivo e nemmeno i giorni seguenti ricevetti un suo segno di vita. 
Evidentemente avevo avuto quello che mi spettava, e di certo non lo potevo biasimare dato che ero stato io il primo a sparire ed a non rispondere ai suoi messaggi senza alcun preavviso, ma in qualche modo avevo fatto il mio passo. Non sarà stato quel grande evento, eppure mi sentivo meno in colpa.
D'altronde, anche Carrie Bradshaw l'avrebbe fatto. Meglio tardi che mai.

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