lunedì 29 novembre 2010

Clementia e l'Etero-Gay

Oggi la mia amica Clementia mi ha raccontato ogni minimo dettaglio del suo weekend.
Eravamo in UniBi, presi a studiare (come sempre ultimamente) uno dei noiosi libri dagli argomenti inutili per chi, come me, aspira a diventare un giornalista di tendenze e società, e lei ha iniziato a elencare con ordine ogni minimo dettaglio del suo sabato notte. A dire il vero, sono due le cose che Clementia non fa da tanto tempo:
- una serata devastante in discoteca (ormai rare per via del mio lavoro la domenica mattina);
- del buon sesso con un ragazzo che non sia un tappetino (per inciso, gli ultimi 2 erano degli zerbini privi del minimo senso di autonomia e risalgono a quasi un anno fa);
Sabato notte, arrivò a farne una e mezza.

Rassegnata per l'ennesimo spostamento che Aspirante Carrie Bradshaw era stato costretto a siglare dopo la promessa di un sabato sera ai Magazzini, Clementia aveva a disposizione un gemello/coinquilino che, deciso a non buttare via i suoi migliori anni e la possibilità di nuove conoscenze, aveva già in programma una serata in discoteca in compagnia di un suo vecchio amico, tale Luke, particolarmente carino, di Trento, e già apprezzato in passato da parecchie ragazze. La mia amica non poteva comportarsi da asociale e trascorrere un nuovo sabato nel suo appartamento milanese: accettò l'invito e si aggregò all'allegra coppia. Ma quello non fu l'unica cosa che accettò. Accettò un drink che poi, nel corso delle ore successive, le venne offerto a più non posso da nuovi improbabili amici conosciuti al momento e anch'essi ubriachi. E poi un altro. E poi ancora un altro. E infine un altro ancora. 
Risultato fu una ragazza un pò troppo barcollante che alle 4/4e30 del mattino torna a casa insonnolita per via dell'alcool e che, non si sa perchè, è costretta ad ospitare nel suo letto anche il "malcapitato" Luke. Ovviamente Clementia mi riportò di non aver fatto assolutamente nulla durante la notte, non sarebbe stato nelle sue corde, ma almeno anche metà del punto 2 l'aveva fatto: era riuscita dormire nello stesso letto di un ragazzo carino e per niente tappetino, sebbene lui non avrebbe disdegnato anche una conoscenza un pò più approfondita. Eppure il punto era proprio questo: a Clementia era balneato per la mente l'idea che Luke potesse essere gay. Il motivo? Un cd in macchina con le canzoni di Tiziano Ferro (ormai icona gay), il concludere ogni sms al suo gemello con un "TVB", offendersi perchè il suo gemello non si faceva vivo, un pigiama con i cuori. "Possibile che fosse gay?" si chiedeva la malcapitata, eppure aveva avuto parecchie ex fidanzate molto più che belle!

Evidentemente la mia amica ignorava una cosa; negli ultimi tempi a Milano e non solo, si stanno affermando due specie di ragazzi: i gay-etero, e gli etero-gay. L'etero-gay era quella tipologia di uomini eterosessuali che, per via di una eccessiva esposizione a lampade, shopping e Uomini&Donne, aveva raffinato il loro modo di fare tanto da confondersi con il lato gaio della società. Un gay-etero, invece, non era altro che un ragazzo dai gusti omosessuali, ma con le movenze, i gusti e l'abbigliamento di un eterosessuale (un esempio: Timone). Se nel primo caso si trattava di una categoria palesemente in crescita e Luke ne poteva far benissimo parte, nel secondo invece no. Purtroppo, per noi ragazzi con uno spiccato senso gaio passivo, tra i numerosi problemi a cui dobbiamo far fronte c'è anche quello della mancanza di "papabili" corteggiatori attivi e maschili che siano decenti fisicamente, single e soprattutto sotto i 30 anni. Come se il resto non fosse già sufficientemente complicato.
Clementia è solo una delle centinaia di ragazze etero che, reduci da un weekend mondano, si trovano a fare i conti con questi nuovi uomini al passo con i tempi, noi ragazzi gai, invece, ci abbiamo a che fare sin dal primo giorno in cui abbiamo scoperto che gli attivi sono decisamente molto meno dei passivi.

venerdì 26 novembre 2010

Anyway


Notizia del giorno: Gianna Nannini è diventata mamma.
A Milano, a mezzogiorno di oggi la cantante ha dato alla luce Penelope, 2 chili e 530 grammi, coronando così il suo sogno di diventare mamma a tutti gli effetti. Anyway.
Un lieto evento, certamente, che però ha sorpreso me e parecchi italiani: io, che credevo fosse lesbica, alla notizia della dolce attesa ho pensato subito a qualche misterioso donatore di sperma pagato fior fior di quattrini pur di consentire ad una cantante Rock di soddisfare un suo desiderio inappagato di maternità, gli altri, che invece, se non la pensavano come me, trovavano singolare la sua età, considerata troppo in là per una maternità. E come sempre non sono mancate le polemiche.
Eppure oggi Gianna, a dispetto di tutti i dubbi e pettegolezzi, ha portato a termine il suo percorso ed ora può felicemente iniziare una nuova fase della sua vita con Penelope. Anyway.
Una storia a lieto fine, che può essere presa d'esempio da tutti: da chi da tempo cerca un figlio che non arriva, da chi da tempo aspetta l'amore che tarda a presentarsi, da chi ha avuto una discussione con la propria migliore amica e spera che tutto si sistemi, da chi crede che in futuro la strada in salita si trasformi discesa. Da chi, in sostanza, insegue qualcosa contro tutto e tutti e si ostina a credere che quel qualcosa si possa realizzare. Anyway.
Gianna oggi, in una società dove l'approvazione della massa sembra sempre più condizione necessaria e sufficiente per vivere bene e spensieratamente e dove ormai ogni scelta del singolo deve essere sottoposta al giudizio di tutti (compreso di chi non sa), ci ha dato una lezione preziosa: se vuoi qualcosa, mettiti in gioco infischiandotene di tutti e fai di tutto per ottenerla. Anyway.

mercoledì 24 novembre 2010

I love Montgomery



E' ufficiale: sono caduto in fissazione.
Complice l'acquisto delle informali Clarks che tanto ricordano gli ambienti casual degli anni '90 (per non dire "ambiente barbone" come qualcuno ha simpaticamente fatto notare), mi sono reso conto di prediligere un nuovo cappotto per proteggermi dal freddo in arrivo: il Montgomery.
Stanco dell'ormai rodato piumino, che comunque acquisterò prossimamente, ho deciso di lanciarmi verso uno stile casual e pratico da sfoggiare nella quotidianità dell'UniBi che mantenga però un minimo di originalità e non cada nel solito ordinario accademico (di cui, appunto, il Piumino è un abituè). Si tratta di un cappotto in panno sostanzialmente semplice, adatto anche alle temperature più basse, con qualche tasca qua e là ed una sola particolarità: la chiusura in alamaro.
La ricerca dell'esemplare a me adatto è stata parecchio difficile ma tutto sommato soddisfacente. In queste lunghe giornate di lezioni e studio prima della Sessione D'Esami, ho potuto sfoggiarlo assieme alle mie Clarks appunto e ad una borsa color cuoio, acquistata nel Reparto Accessori Donna dell'H&M ma assolutamente discreta. L'effetto ovviamente si è fatto sentire: pur di sfoggiare la mia mise a più studenti possibili, mi trattengo in UniBi fino agli orari più strani. Per una volta dunque, rendimento e abbigliamento si può dire vadano a braccetto.

venerdì 19 novembre 2010

Aspirante Carrie Bradshaw e la guerra dei turni

Il giorno in cui Aspirante Carrie Bradshaw ha messo piede per la prima volta nel "suo" negozio ed ha provato a fare il commesso, probabilmente ignorava di essere finito in un mondo parallelo di un qualche universo/paradosso.
Quella che poteva essere una semplice occupazione dove servire clienti, sistemare scarpe, tenere decente il negozio ed avere sempre il sorriso sulle labbra era la cosa più importante, con il passare dei giorni stava mostrando il suo lato losco: sporche spie, segreti imponunciabili risalenti ad epoche storiche Avanti Cristo, smacchi inammissibili e tutti i colleghi, anche le persone più insospettabili, avevano qualcosa da nascondere. Pare infatti che tra tutti i dipendenti (eccetto qualche rara eccezione) ci sia l'impellente bisogno di dimostrare di essere i più. Più bravi, più belli, più professionali, più affidabili. E anche più stupidi. 
Per rendere le cose più semplici, vi basterà sapere che nel mio Gigantesco Negozio Di Scarpe si distinguono due turni: il turno A (quello con cui ho lavorato durante la mia fase full-time, per intenderci), di cui facevano parte Sam, la mia Frivola Responsabile, Betty, Debby, Lex e Gongolo (quest'ultimo entrato a far parte del gruppo solo da poco poichè prima apparteneva al turno B), ed il turno B, formato da il mio Freddo Responsabile (marito della Frivola Responsabile), le 3 Oche Giulive del negozio, Dave e Verona.
Ecco, sono sufficienti questi pochi personaggi (che, tra l'altro mai si vedono nel corso delle settimane se non per i fatidici 10 minuti di cambio turno) per far sì che scoppi una Guerra Fredda da far impallidire persino quella tra USA e URSS. Provocazioni, sparizioni dagli armadietti, pettegolezzi, spostamenti di seriate di scarpe senza alcun preavviso, strane macchie colorate tra gli oggetti personali... ed un unico effetto: coloro Part-Time si ritrovano a subirne le conseguenze.
Perchè infatti c'è anche un piccolo gruppo di lavoratori Part-Time che tutte le domeniche ed un giorno la settimana si sorbisce il clima di astio tra le due compagini; si tratta di me, la mia carissima collega Giò, Marion (con le quali trascorro ormai le mie domeniche spettegolando e commentando la vita), Damian e l'ultima arrivata Alba.
A noi tocca trascorrere le giornate di lavoro, alternativamente, ora con un turno, ora con l'altro e  cercare di essere il più imparziali possibile.
Purtroppo però la mia amicizia con Sam è stato un motivo più che sufficiente (ma non l'unico) per farmi dare della "spia" dal Turno B e farmi apparire fin dall'inizio appetibile dalle 3 Oche Giulive che, come da copione, si sfogano sul sottoscritto convinte che nella vita "l'arte del sistemare scarpe" sia sintomo di un animo virtuoso o chissà cosa. Oca Giuliva 1, la trentenne zitella Boss del terzetto, in apparenza cortese ed onesta lavoratrice, evita di rivolgerti parola anche se ci stai lavorando per ore e preferisce lanciare battute a Dave, per poi spettegolare con le sue due colleghe pennute snobbandoti a più non posso. Oca Giuliva 2, è invece una trentenne isterica, che passa la vita a taccheggiare scarpe, lamentarsi, chiacchierare con le sue inseparabili amiche dei suoi spasimanti improbabili ed evitare di salutarti quando le pare a piace. Infine Oca Giuliva 3, ventenne ma non per questo meno zabetta, si occupa della cassa e si diverte, oltre che osservare divertita i poveri commessi sofferenti e in difficoltà sotto le scatole che stanno trasportando, a riempire di incarichi inutili, guarda caso, chi le sta più antipatico. Come una vera regina esperta dell'arte del commesso.

Il quadretto sarebbe già sufficientemente assurdo, ma poi un mese fa è arrivata la Distinta Responsabile, rimasta assente per qualche anno dal lavoro perchè in dolce attesa. Non ha perso tempo a mettere in riga i nuovi arrivati, trovare ogni compito adatto a far sgobbare tutti i dipendenti, prendere in simpatia le 3 Oche Giulive con cui ogni tanto si fa anche una bella spettegolata e scontrarsi con la mia Frivola Responsabile. E quando le due donne-boss convivono nello stesso turno, se ne vedono delle belle: una che cerca di far valere il proprio ruolo (ma solo con chi le fa comodo), l'altra che abbraccia invece, per i suoi compagni di turno, la filosofia del "lascio fare a te, se c'è qualcosa che non va te la vedi tu con mio marito".
Oca Giuliva 3 mi ha appena inviato una richiesta d'amicizia su Facebook, probabilmente per poter trovare qualche argomento in più di cui parlare con le altre zabette, che non penso accetterò.
Ecco, questo è il bel teatrino a cui mi tocca partecipare. Ne avrei altre da raccontarvi, ma stasera sono buono e vi risparmio.
E dato che il tutto sembra andare peggiorando, credo che continuerò per la mia strada: assieme a Sam, Giò e Marion assisterò divertito al gruppetto di trentenni o poco meno che si scannano come degli studenti alla scuola elementare. Che vinca il migliore dunque. Io tifo per la mia Frivola Responsabile.

giovedì 18 novembre 2010

Dilemmi estetici su Youtube

Oggi vi propongo un quesito filosofico: che rapporto c'è tra bellezza e vanità?



Eh?

Youtube pullula di questi video-tutorial realizzati da gente sempre più strampalata. Ed il peggio si tocca quando i suddetti soggetti decidono di misurarsi con tematiche "alte".
E quando a farli è un ragazzino che fino a due anni fa conoscevi per motivi lavorativi, allora rimani ancora più sbigottito. All'epoca io in cui io, Aspirante Carrie Bradshaw, lavoravo come cameriere nel ristorante suo Eterissimo e Cafonissimo Padre, Alby (il ragazzo del video ndr) si dilettava a creare collane e braccialetti con gli oggetti più strampalati. Ahimè senza successo. Saltava la scuola per inspiegabili malori, veniva servito e reverito dalla sua Pedante Madre e intratteneva le vecchie clienti con il suo stupido cane (che abbaiava a chiunque si avvicinasse per più di 20 cm ai suoi padroni).
Non mi stupisce quindi, il grado scandente del suo discorso, e nemmeno i papabili insulti che possa aver ricevuto e che, onestamente, condivido. Non perchè sia anche io omofobico o rinneghi il mio lato gaio, ma semplicemente perchè la sua mente ed il suo monologo sono davvero assurdi.
Unico commento: evitare di fare il video, no?

Se però anche voi siete rimasti ipnotizzati dalla sua grandissima capacità oratoria, vi lascio con un'altra perla del suo canale: il tutorial per un "Trucco facilissimo" (cit.). Non si sa mai che possiate imparare qualcosa sulla cosmesi. Buona visione!




martedì 16 novembre 2010

Controindicazioni

Da circa poco più di un mese Aspirante Carrie Bradshaw si muove come un equilibrista che al circo si ritrova a camminare su un filo all'altezza di 3 metri: cerca di non cadere per mantenere l'equilibrio, ma le continue oscillazioni lo rendono particolarmente goffo.
Io, con amici da vedere, un lavoro da mantenere, ed 8 esami rimasti da dare entro settembre 2011, stavo invece facendo i conti con il mio barcamenarmi tra un impegno e l'altro senza lasciare insoddisfatto nessuno, ma a quanto pare, anche questo tipo di sforzo ha le sue controindicazioni.
Sabato pomeriggio. Aspirante Carrie Bradshaw ha diverse opzioni per il suo sabato sera: andare a ballare al Trip, una serata tranquilla al Moma a base di drink leggeri, tornare per l'ennesima volta allo Stand Up oppure seguire la strada del devasto e recarmi con Clementia a Milano per una serata memorabile. Unica certezza era la compagnia di Xander, Vanish e, probabilmente di Sam, che ancora doveva decidere se vedersi o no con Timone. Dopo diverse telefonate l'ipotesi più gettonata sembrava questa: preserata al Moma, a base di Cosmopolitan o di qualsiasi altro cocktail mi potesse far dimenticare la quantità di pagine da studiare, e nottata di danze e drink allo Stand Up, cioè quello che ci voleva dopo un'intera settimana di ansie, corse e schemi accademici. Eppure alle 19, Xander mi diede la lieta novella: lui e Vanish preferivano rimanere in compagnia delle loro amiche lesbiche ed estendevano l'invito anche a me. Potevo scegliere, o trascorrevo l'intera serata con ragazze che parlavano di altre ragazze che si erano limonate la sera precedente e di cui a me non interessava nulla, oppure rendevo onore al sabato sera ed allo studente modello che c'era in me e rimanevo a casa a schematizzare l'ultimo capitolo del libro in vista di un esame del 15 dicembre. E la seconda opzione fu quella che ebbe il sopravvento, complice anche un caminetto scoppiettante che mi avrebbe tenuto al caldo. Augurai tanto alcool e divertimento a Xander e scrissi un sms a Sam, dicendogli che avrebbe potuto godere della compagnia del suo amato Timone, giusto per trascorrere l'ennesima serata romantica in due anzichè tre.
Pensavo che il mio caro amico mi ringraziasse, eppure ricevetti un sms in cui venivo accusato di averli voluti "tagliar fuori" (cit.) dai miei programmi mondani e con l'impegno di un chiarimento tra me e Sam, il quale sosteneva che il suo caro amico Aspirante Carrie Bradshaw iniziava a risentire del tempo che lui dedicava al suo fidanzato. Rimasi scioccato.

Poco più tardi, rimasto a casa ed ancora amareggiato per l'abbandono di Xander ma soprattutto per l'sms di Sam, non potei fare a meno di pensare alle controindicazioni che il mio nuovo stile di vita mi stava portando ed a quelle che, di conseguenza, venivano innescate in tutte le persone che mi circondavano: rinunciare a serate in discoteca in nome del Sacro Vincolo Dello Studio, programmi mondani limitati per via del lavoro, serate infrasettimanali in casa, amici che attribuivano le mie assenze a risentimenti verso il proprio ragazzo, discussioni circa le nuove preoccupazioni, l'omissione di certi episodi clamorosi (vedi l'incontro con il Carabiniere)... E lì, a mezzanotte, seduto di fronte al camino acceso e con la testa china su fogli ed appunti, non potevo fare a meno di chiedermi: il mio cambiamento era davvero dovuto al mio impegno? Oppure ero solo io, che mi nascondevo dietro a frenesia e diligenza, e non aveva il coraggio di vedere che in realtà le cose stavano cambiando e che tutti, prima o poi, hanno dei problemi da affrontare?
Per tutto il giorno seguente, durante le 8 ore di lavoro, e per il lunedì che trascorsi in UniBi con Clementia, rimasi convinto che questo era il prezzo da pagare per una vita impegnata come quella che volevo: stava a chi mi era vicino, capire me, i miei compiti, le mie esigenze e che per il momento avevo altro a cui pensare.
Ma poi Clementia prese la palla al balzo e mi fece ragionare. Si trattava del mio migliore amico, di colui che quando mi chiudevo nei bagni del Borgo in lacrime perchè avevo visto certe persone mi era vicino, di colui che da circa un anno e mezzo mi stava dando più di quanto io avessi dato a lui... gli impegni non c'entravano. Si trattava di me e lui. Punto.
Rientrando da Milano, mentre ero in treno, incappai in un ragazzo gay, dai modi tanto assurdi quanto comuni in tutte quelle persone che io e Sam avevamo osservato deridendo durante le nostre uscite. Ed improvvisamente sentii il bisogno di scrivergli.
Questa era la controindicazione per un pomeriggio con Clementia e una buona amicizia: non importa chi ha ragione o torto o a chi tocchi scrivere per primo, a volte bisogna anche andare oltre.

martedì 9 novembre 2010

Lanvin for H&M



Ci sono appuntamenti che la nostra agenda non può omettere.
La prima uscita con il ragazzo a cui segretamente da tempo facciamo la corte. Una visita dalla parrucchiera. Una gita al centro commerciale.
Per i fashion addict però l'Appuntamento del mese è solo uno e cade il 23 novembre, giorno in cui noi verranno messi in vendita i capi che sanciscono la collaborazione di Alber Elbaz di Lanvin con H&M.
Si tratta di pezzi disegnati appositamente dallo stilista per la catena low cost svedese rivolti sia a donne che a uomini che, a prezzi decisamente più abbordabili del solito, cercheranno di riassumere lo stile della griffe Lanvin. Colori accesi e vestitini con chiffon per lei, trench e giacche con colori più tradizionali per lui.
Ovviamente l'edizione è limitata e vale solo per alcuni negozi selezionati, ma so già che andrà letteralmente a ruba.
Se anche voi volete avere le idee chiare in modo da presentarvi il 23 novembre con già in mente a cosa mirare e quanto volete spendere, allora potete buttare un occhio al sito internet http://www.hm.com/it/#/Lanvin/

Giusto per non farmi sfuggire il Grande Evento, da circa un mese ho puntato il promemoria sul cellulare per quel giorno, caso mai lo dimenticassi. D'altronde anche Carrie Bradshaw farebbe così.

lunedì 8 novembre 2010

Una cena poco digeribile

Poche sono le giornate che adoro come la domenica.
Alzarsi ad un'ora ragionevole, raccattare le proprie cianfrusaglie del sabato notte trascorso in discoteca, rendersi presentabili per un'intera giornata di lavoro e, infine, lavorare dando l'impressione di essere perfettamente presenti con la testa (oltre che fisicamente).
Ma la cosa più bella è arrivare alla fine della giornata, uscire dal negozio e sapere di avere una tranquilla domenica sera da passare con il caro amico Xander a mangiare cibo cinese parlando della rottura, ahimè prevedibile, con il suo consorte Joe, dopo che quest'ultimo era venuto a sapere che domenica scorsa Aspirante Carrie Bradshaw ed il suo fidanzato erano andati, a sua insaputa, a ballare al Borgo per festeggiare Halloween. Ovviamente Xander aveva omesso il tutto a Joe e la lite era dietro l'angolo. Rottura compresa.
Parentesi sentimentale a parte, era un programma davvero allettante per una tipica domenica grigia di novembre.
Alle 20 in punto dunque, appena Xander arrivò ci mettemmo in viaggio. Nel tragitto fino al lago ammirai il paesaggio che avevo di fronte: il profilo delle montagne, i vigneti, le colline, i campeggi ormai deserti... Eppure ero sereno come non mai: da un mese avevo ormai intrapreso la mia "doppia vita", per 2 giorni alla settimana commesso, per altri 4 studente universitario, senza incappare nell'errore di accantonare la mia vita mondana nè tantomeno le amicizie. Mi meritavo un'ottima cena.
Il mio buon umore si intravide poi di nuovo al momento dell'ordinazione, quando mi lanciai su piatti nuovi, mai assaggiati e quando mi potei dedicare a dispensare saggi consigli sulla rottura del mio caro amico.
Ma fu proprio mentre mi stavo lanciando sulla mia novità culinaria, il pollo al curry, che il mio passato sentimentale mi passò davanti agli occhi. Alla porta era apparso il Carabiniere e dietro di lui faceva capolino una massa di capelli scuri che subito identificai con Luca. Rimasi di sasso ad osservare la scena di loro che ordinavano un tavolo e di quello accanto al mio che invece si era liberato. Potevo scegliere: o fuggivo come uno psicopatico, abbandonando la mia cena e rovinando la serata anche a Xander, oppure correvo il rischio di averli accanto.
Andò poi a finire che ne venne apparecchiato appositamente per loro uno nuovo, ben lontano dal mio ma comunque a portata di cassa e di porta (dove dunque dovevo obbligatoriamente passare per tornarmene a casa). Che facevo?
Era la prima volta che vedevo dal vivo Luca, o meglio, Natasha, e lì capì il motivo che ancora la scorsa estate aveva spinto il Carabiniere da lui. Ci misi parecchio prima di riprendere a mangiare, ed onestamente non sapevo nè cosa avrei fatto per uscire nè se lui si era accorto della mia presenza. A fine cena raccolsi tutto il mio coraggio e chiesi il conto: il mio amico si sarebbe recato alla cassa per pagare ed io me la sarei filata di corsa dalla porta; ma loro erano già in piedi, avevano pagato e si stavano dirigendo verso l'uscita accanto al mio tavolo. Mentre erano in piedi, in attesa del conto, non potei fare a meno di notarli.
Eccola lì, la coppia gay del locale, l'autorevole e carino carabiniere in compagnia dello studente di medicina figlio di un benestante artista eclettico, tornato da Parma per il weekend o per qualche prova della banda di paese, vestito di tutto punto per una classica serata autunnale in compagnia del proprio boyfriend con cui stava da ormai 3 anni.
Stranamente, di fronte al mio unico fantasma, riuscì a trattenere le lacrime ed evitare la reazione che avevo avuto qualche mese prima, quando vedendolo inaspettatamente al Borgo e mi ero chiuso con Sam in bagno a piangere. La verità era che ormai non ne aveva più senso. La vista di loro due assieme mi aveva portato alla realtà, alla pura consapevolezza che tutto ciò che avevo condiviso quell'estate non fosse altro che del semplice sesso. E di colpo mi sentì stupido come non mi succedeva da tempo.
Tornando dalla cassa, cercai qualsiasi scusa possibile per evitare di guardarli, finì per farmi vedere dal Carabiniere, ma io continuai la conversazione con Xander, come se si trattasse di due persone che non conoscevo. Una volta spariti, tirai un sospiro di sollievo.

Alla guida della mia macchina, dopo aver salutato Xander ed aver telefonato a Clementia, mi ritrovai con un duro pasto da digerire. Poco più di un anno fa mi ritrovavo a piangere per una persona il cui nome tuttora evito di pronunciare e che per i molti mesi dopo la rottura mi aveva portato in una sorta di letargo emotivo da cui solo l'aiuto di Lou* e Sam mi aveva aiutato ad uscire. Vedere Natasha ed affrontare la dura realtà però, era stato quello che ci voleva per rendermi conto di quanto tempo, energie e soprattutto lacrime avessi sprecato inutilmente. Non sarei mai potuto essere una valida alternativa a lei, proprio perchè non ne sarei mai stato all'altezza. Fingere di non vedere, non sapere, ignorare, e continuare a recitare la scena della coppia perfetta non era nelle mie corde. E mai lo sarebbe stato probabilmente. Mi ero davvero legato al Carabiniere, e sicuramente continuerò a ricordarmi di quei mesi di frequentazione come una buona esperienza, ma per quella sera mi era tutto più chiaro: si era trattato, almeno per lui, di semplice sesso, misto a cene, misto a colazioni, misto a dormite in casa sua. Nient'altro. E quella era la dura realtà.
Non piansi, e nemmeno lo feci il giorno successivo. D'altronde, per cosa potevo disperarmi? Avevamo forse qualcosa in comune? Qualcosa che mi avrebbe potuto rendere una valida alternativa? Natasha era carino, intelligente, profondo, docile ed amante del teatro. Aspirante Carrie Bradshaw uno schizzato studente di comunicazione con la passione per lo shopping, l'alcool, le serate con gli amici, sciatto per le 9 ore di lavoro e con il sogno della grande metropoli in testa.
Non avevamo davvero niente in comune. 

venerdì 5 novembre 2010

Quando diligenza fa rima con Provvidenza

Tanto per rimanere fedele alla mia militanza del "Busy it's better", oggi sarei dovuto andare in UniBi pur non avendo lezione fino alle 16e30. Ovviamente, qualsiasi universitario diligente come me sa che non è necessario avere una lezione da seguire per recarsi alla sua università, ma è sufficiente dover preparare schemi/studiare/fare esercizi per trascorrere una giornata scolorita come questa in piena attività.
Ed è per questo motivo che puntai la sveglia alle 8e25. Il programma era semplice (almeno nella teoria): svegliarsi, prepararsi, lavarsi, andare in stazione giusto in tempo per prendere il treno delle 9e15, arrivare a Milano alle 10 circa, trovare del cibo per la giornata, trovare un luogo adatto allo studio, studiare e aspettare l'inizio della lezione delle 16e30.
Invece al suonare della sveglia continuai bellamente a dormire, ignaro del fatto che nel frattempo i minuti stavano passando. Aprì gli occhi e guardai l'orologio: le 9e35! Ovvero: meno 15 minuti per prendere l'ultimo treno disponibile per Milano fino alle 13e20. Non ci provai nemmeno a fare qualcosa che mi consentisse di tentare l'impossibile così, ancora nel bel caldo del mio letto e dato che salire nel pomeriggio per solo 2 ore di lezione sarebbe stata una grandissima perdita di tempo, pianificai la mia inattesa giornata libera: mattinata sui libri, pranzo, primo pomeriggio sui libri, tardo pomeriggio al centro commerciale con l'Adorata Cugina in cerca di un cappotto marrone, nuovo colore dell'inverno 2010.
Eppure anche questi piani furono destinati ad essere cambiati. Arrivato alla decima pagina di schemi, la mia Frivola Responsabile mi chiamò chiedendomi se, per caso, quello stesso pomeriggio mi sarei potuto presentare al lavoro, data l'epidemia che lentamente stava colpendo uno ad uno i miei colleghi. Non avrei fatto 8 ore fortunatamente, ma 6 ore e mezza con il mio Autorevole Capo ed il turno di colleghi antipatici non furono sufficienti a farmi dire "no". 
Evidentemente Aspirante Carrie Bradshaw non avrebbe avuto nè la sua giornata di riposo nè quella di shopping. Tuttavia presi la chiamata come un segno Provvidenziale: non potevo non essere diligente.

martedì 2 novembre 2010

Aspirante Carrie Bradshaw va al Toilet

Da tempo Sam sostiene che Aspirante Carrie Bradshaw abbia perso un pò della sua vena mondana e si stia, tanto per usare un neologismo, "impoltronendo". Questo, sia chiaro, solo dopo un paio di weekend trascorsi senza mettere piede nè allo Stand Up, nè al Borgo, nè in qualsiasi altro locale gaio che non fosse il Moma.
In realtà la spiegazione era semplice: stanco di fare i salti mortali per poter essere a letto in un ora sufficiente per recuperare le ore di sonno adatte a sostenere le 9 ore arzille della domenica, avevo pensato di appendere le mie inglesine al chiodo e di darmi alla vita casalinga. Complice ormai un tempo sempre più imprevedibile e le scarse opzioni disponibili nella mia Meravigliosa Provincia, perseveravo nel mio letargo volontario.
Ma poi ci pensò la mia amica Vanish a tirarmene fuori quando mi disse di avere trovato, a Milano chiaramente, il posto adatto a me: aperto il venerdì sera, pieno zeppo di etero convertibili e clientela giovane oltre che particolarmente dotata di buon gusto. Faceva proprio al caso mio. In breve tempo organizzammo  dunque assieme a Xander, Sam e un paio di amiche una serata al Toilet, un locale che già dal nome prometteva scintille. All'interno infatti tutto era arredato esattamente come la stanza da cui la discoteca prendeva il nome: carta igienica a più non posso, dei WC al posto degli sgabelli... 
Arrivammo al Toilet un freddo venerdì sera, ed il mio stato d'animo fremeva come non mai; dopo tanto tempo avrei avuto la mia nottata in metropoli, da vera Carrie Bradshaw, in compagnia dei miei amici e, come se non fosse abbastanza, senza dovermi preoccupare per le ore di sonno a disposizione. Entrai con Xander e Sam nel locale e subito ci rendemmo conto di aver decisamente abbracciato aspettative sbagliate: era piccolo, lo stile di alcuni clienti sfiorava l'Etero Sciatto e pullulava o di ragazzi etero o di ragazze lesbiche.
Nel corso della serata ebbi però modo di cambiare idea; grazie a un drink più forte che mai ero pronto a conquistare Milano ed il Toilet, ci voleva giusto un goccetto in più!
Così, seduto sul mio WC nell'area fumatori, decisi di bere contemporaneamente i 3 drink che io e i miei amici avevamo a disposizione, e proprio in quel momento il flash della macchina fotografica del "fotografo ufficiale del Toilet" mi immortalò. Eccolo lì, il mio debutto: seduto su una tavoletta del cesso con in bocca 3 cannucce. Non esattamente la posa per una Carrie Bradshaw.
Poco più tardi, ancora trumatizzato per il colpo basso, incappai in una vecchia conoscenza del Borgo, un tizio americano di cui non ricordavo nemmeno il nome, che, guarda caso, aveva scambiato qualche bacio con il mio vecchio amico Tom. Bastò poco perchè mi presentò un suo nuovo amico, tale Lex, ventitreenne di Milano, studente allo IED con alle spalle un articolo su Vogue. 
"Tlin-Tlin-Tlin" fecero le mie orecchie! Ecco una conoscenza da non lasciarsi scappare. Iniziò così una conversazione con Lex che durò per più di un'ora: mi parlò delle prossime tendenze, di come si trasforma il mercato della moda nel tempo, di un drink che mi avrebbe offerto ma nel frattempo ne approfittò per continuare ad avvicinarsi in modo strano. E se inizialmente potevo pensare che fosse solo un suo modo per parlare più chiaramente a portata d'orecchio, al mio ennesimo tentativo di ritrarmi capì che forse non si sarebbe accontentato di una semplice chiacchiera. Uscimmo a fumare e lì, come ogni gran ragazzo fa, mi offrì una sigaretta perchè, proprio come lui disse, "un cavaliere serve sempre". Cercai di rivalutarlo: era carino, intelligente, altruista e soprattutto avrebbe potuto farmi conoscere nuovi agganci per la mia futura carriera ma la parte ancora sana di me capì che non ne sarei mai stato in grado.
Per qualche strano motivo non ero più in grado di baciare qualcuno per il semplice gusto di farlo; e dopo aver scambiato i soliti contatti Facebook ci salutammo.
Il congedo con Lex corrispose con la chiusura del Toilet: tornai da Xander e Sam, convinti che tra me e lui ci fossero state fuoco e fiamme, ma li delusi. Poco più tardi, sulla via del ritorno ci fermammo in Autogrill, ormai tappa necessaria, e lì, alle 5 e 30 del mattino avvenne qualcosa di inaspettato: facemmo conoscenza con due tipi strani dagli intenti ambigui che ci seguirono per ben 2 Autogrill alla ricerca di chissà cosa.
In realtà Xander lo sapeva benissimo ed optò per una piccola gita in bagno speranzoso che almeno uno dei due tizi lo seguisse per una "conoscenza più approfondita". Fortunatamente, sebbene il tizio fosse carino, non successe nulla ed alla bellezza delle 7 rincasai.
Se solo un venerdì sera al Toilet aveva fatto succedere tutte queste cose, forse valeva la pena fare qualche serata in più: avrei conosciuto nuove persone che contano (come Lex), avrei assistito agli abbordaggi in Autogrill da parte di gente strana (vedi i due tizi), avrei visto Vanish alle prese con le conseguenze delle sue sbornie, avrei potuto ridere con Xander e Sam di certa gente strana, avrei visto locali nuovi ed interessanti.
E infine, avrei avuto tante foto imbarazzanti da vedere pubblicate il giorno dopo sul sito del locale, ma Carrie Bradshaw, nella sua gioventù, sono sicuro che abbia fatto anche quello.