mercoledì 20 giugno 2012

4 telefonate che ti cambiano la giornata

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1: pronto?
2: ciao Aspirante Carrie Bradshaw, che fai oggi?
1: ah, ciao Ale! No, mi ero giusto svegliato ora e stavo pensando a cosa fare oggi.
2: bene, te lo dico io cosa fare oggi, vieni qui in ufficio che ho delle cose da farti fare.
1: ah ok, tra mezz'ora sono lì.
2: ti aspetto, a dopo!
Fu così che Aspirante Carrie Bradshaw saltò una scopata programmata con il suo migliore trombamico, arrivò sudato in Network, firmò un contratto per un lavoro lì, venne incaricato di realizzare in completa libertà una presentazione di un marchio di abbigliamento commissionato da un cliente. Per la serie "fai tu".


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1: pronto?
2: ciao Nicole, volevo dirti che sei una puttana.
1: chi sei scusa?
2: lo sai chi sono, sono Filippo, mi hai usato come hai fatto con tutti gli altri. Sei una troia, devi andare a cagare, #@[]éç§àùèò+òùè
Fu così che Aspirante Carrie Bradshaw capì che Filippo le aveva le palle, solo che le aveva tirate fuori al momento sbagliato.


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1: pronto?
2: ciao Aspirante Carrie Bradshaw, come stai?
1: bene grazie, a cosa devo la tua chiamata, Adorata Cugina?
2: senti, sto cercando una stanza a Milano perchè l'anno prossimo ho intenzione di trasferirmi lì. Vorresti cercarla con me? Prenderemmo un trilocale (ovviamente bello, non mobili della nonna, ma rigorosamente IKEA), vicinissimo all'UnicCatt, budget alto, basta che sia bello  e con due stanze singole. Tu metti quello che riesci, il resto faccio io. Ci stai?
1: wow, certo! 
2: bene, ci vediamo dopo a pranzo per i dettagli!
1: a dopo!
Fu così che ricevetti una valida alternativa ad una provincia sempre più prossima, un nuovo budget, una nuova prospettiva. Via Plinio stava iniziando a diventare sempre più un convento, tra l'altro.


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1: pronto?
2: ciao Aspirante Carrie Bradshaw, ti chiamo dal Maxi Discount di Scarpe
1: ah ciao, dimmi tutto! Mi trovi in un momento un po' così perché tra poco devo dare un esame..
2: volevo chiederti se ora avevi già un contratto di lavoro in corso...
1: sì, ho appena firmato un contratto in un'agenzia di comunicazione, perché?
2: ah peccato, perché c'era la possibilità di lavorare per due domeniche al mese al Maxi Discount di Scarpe dell'Altra Provincia e volevo sapere se eri interessato.
1: mi spiace, ma ora sto a Milano.
2: ci ho provato, ciao!
1: ciao!
Fu così che Aspirante Carrie Bradshaw rifiutò sì un'offerta di lavoro, ma allo stesso tempo si rese conto che tutto ti viene riconosciuto. Tra l'altro, pensandoci bene, ora ho l'Adorata Cugina che paga l'affitto. Ed una media brillante, visto che un 30 e lode era appena apparso sul mio libretto. 

domenica 3 giugno 2012

Tornare sul mercato

Da circa un paio di settimane sono caduto in un buco di negatività fatto di sbalzi di umore, noia, imprecazioni e ansia per gli esami in arrivo. Reduce da uno stage durato 3 mesi, un ex(?) fidanzato in Brasile ed una vita sociale (oltre che accademica) da recuperare, trascorro le mie settimane evitando la vita con una coinquilina sempre più insopportabile e riassumendo i libri da studiare. Niente Nicole, niente feste fino a tarda notte, solo libri, musica e la compagnia di qualche amica fidata come Rosa e Marialaura.
Non posso fare a meno di chiedermi se è questo, quello che mi aspettavo ad agosto dell'anno scorso, quando ho scelto di venire qui, ma di fatto a 9 mesi dal mio arrivo nella city, mi ritrovo ancora al punto di partenza. Che fine ha fatto la mia positività? Dov'è quella sana incoscienza che tanto mi aveva caratterizzato in passato? Perchè tutto a un tratto snobbo le feste, le serate e non faccio altro che pensare al lavoro, agli esami e ad Andrea? Per non parlare di Nicole: sarebbe sopravvissuta a tutto questo? O dovrei accantonarla come mi consigliava mio cugino durante una delle nostre cene giapponesi?
Non ho la risposta a nessuna di queste domande, so solo che non voglio tornare in provincia, rivedere la mediocrità, eccetera.
Mercoledì pomeriggio esco con un ragazzo conosciuto da poco, frequenta l'UniCatt, sembra carino, e mi porta all'Arnold a prendere un caffè. Lì, di fronte ai nostri due frappè take away, mi rendo conto che nella nostra conversazione ho nominato Andrea quasi più volte di quanto abbia fatto io nell'arco di una settimana. Paolo, laureando in economia, è carino, maschile quanto basta, e mi invita ad una cena la sera stessa. Io, ancora non in grado di realizzare quanto sta accadendo, opto per il giorno seguente. La sera stessa cerco di fare mente locale sulla mia situazione sentimentale con Andrea: stiamo ancora insieme? Sono single? Basta sentirsi ogni tanto su Facebook o Skype per portare avanti una relazione? Beniamina mi suggerisce di buttarmi. Proprio come dice Lou*. Allora mi butto. In fondo, cosa ho da perdere?
Paolo viene a prendermi sotto casa e mi porta al giapponese, tanto per ricordare i tempi in cui con Filippo trascorrevo i miei sabati da pseudo-fidanzato prima che arrivasse Andrea a farmi sentire innamorato. Ordina una bottiglia di vino. Iniziativa, penso, questa è una cosa che di Paolo mi piace. Al termine della cena mi afferra la mano; da quanto non succede? Da quando mi vedevo con Andrea, penso. E lì, mentre in tram ci stiamo dirigendo al Chiringuito di Porta Venezia (tanto per tornare un pò tra gli ambienti gai), mi rendo conto che il contesto non è cambiato, le cose che sto facendo nemmeno, ma la persona con cui le sto vivendo sì. E non è carismatico o deciso come Andrea. E' intelligente, pacato, galante, ma il feeling che avevo con Andrea non c'è. Beviamo due drink in mezzo a tanta gente gaia e poi mi riaccompagna a casa a piedi. Mi bacia, e stiamo a parlare sotto casa mia fino alle 2e30 di notte.
Due giorni dopo, il sabato sera, invito Paolo a vedere un film da me, giusto per rivivere le sere in cui abbracciato a Filippo e Andrea me ne stavo a guardare programmi tv o altro sul mio pc. Al termine del film però succede una cosa strana: Paolo, si sbottona i jeans e mi fa appoggiare la mano sul suo pacco. Che avrà voluto dire? Mi è subito chiaro che quella sera Paolo non si sarebbe accontentato di un semplice film, così in maniera assolutamente annoiata, cerco di impegnarmi. Una ventina di minuti dopo, Paolo si rende conto che qualcosa non va e decide di parlarmi. Spiego che per me è strano, fare un pompino dopo quello che c'è stato con Andrea, e lui capisce. Mi rendo allora conto che ho una sorta di attrazione-repulsione verso di lui: lo desidero come mi capita di allontanarlo. Intorno alle 3 Paolo se ne va ed io rimango in piedi, in mezzo alla stanza, a piangere perchè mi manca ancora Andrea.
Non ce ne erano di storie, un consorte è un consorte, anche se ero tornato sul mercato. E per quanti Paolo avrei potuto incontrare, lui in quel momento rappresentava l'unica persona che volevo avere al mio fianco.