mercoledì 14 dicembre 2011

100% eterosessuale

Quando una persona gaia come me arriva a convertire due etero curiosi in una sola giornata arriva il momento di porsi delle domande.
Dimentichiamo i generi sessuali, a Milano tutto si mischia. Niente più confini netti, limiti da superare o scopate da non fare, tutti si scopano tutti. Che tu sia gaio o meno, è sufficiente una parrucca in testa e diventi automaticamente donna; e lì sì che inizia il divertimento.
Giovedì pomeriggio. Immacolata. Aspirante Carrie Bradshaw è leggermente accaldato e ha bisogno di qualcuno che lo raffreddi. Alle 20 un ragazzo ventenne senza cellulare mi fischia dalla strada per annunciarmi il suo arrivo. E' il secondo ragazzo più piccolo di me che mi scopa. Che stia prendendo spunto da Demi Moore?
Non posso non notare la somiglianza con il tipo che due settimane prima, dopo la Vogue Experience, aveva voluto testare nuove sponde. Capelli rasati, tatuaggi sul corpo, scarpe da ginnastica, bomber, canna in tasca, fisico curato, atteggiamento di chi crede di saper già tutto dalla vita... si tratta dei nuovi ventenni? Dovremmo tutti esserne felici, in un mondo in cui i trentenni tendono a nascondersi all'interno del mondo virtuale ancora incapaci di ammettere a loro stessi che sperimentare a letto non è peccato, i giovani d'oggi sembrano molto più aperti al cambiamento. Ma la cosa più interessante è che in entrambi i casi si trattava di soggetti completamente insospettabili, i classici tizi fidanzati che cercano di dissociarsi dalla massa.
Concludiamo il tutto e lui se ne va, un autentico colpo di fulmine.

Poco più tardi un altro ragazzo mio coetaneo, calciatore, fidanzato e decisamente carino mi chiama dicendomi che "si trova in zona". Che tradotto significa: puoi farmi un pompino? Inizio a maledirmi per la vita che faccio: possibile che debba mettere da parte quello che sto facendo per una scopata? Non faccio in tempo a rispondermi che lui è sotto casa, leggermente più basso per le mie aspettative ma comunque attraente. Anche a lui devo regalare un'esperienza indimenticabile. Scopro a malincuore che i calciatori professionisti non sono sempre dotati ma che fortunatamente hanno il petto villoso come piace a me. Non ti avvisano quando stanno per venire (ingoio a tradimento), hanno tatuaggi ovunque, fumano canne nonostante i controlli. Vi ricorda qualcosa?
Inizio a chiedermi per quale motivo io, eterno attratto dal partner più grande o, alla peggio, coetaneo, abbia decisamente cambiato idea. Che i ventenni sono come i Cosmopolitan? Ovvero: una volta provati non se ne può più fare a meno? Poi, di colpo capisco che questa non è altro che la rivincita, il sogno adolescenziale irrealizzato. Come tutte le ragazze aspirano ad essere reginette dei balli studenteschi ai tempi del liceo, anche noi gai aspiriamo alla nostra conversione del bullo della scuola, l'etero insospettabile che ti scopa negli spogliatoi. Probabilmente queste tre scopate erano l'incoronamento che aspettavo.

Tre poco più che ventenni, accumunati dalla passione per le donne, la droga, la palestra, i tatuaggi e la voglia di sperimentare senza per questo sentirsi omosessuali. Probabilmente i trentenni hanno qualcosa da imparare da questa nuova generazione, e in futuro potremo dire addio alle definizioni etero, gay, trans, trav. Tutti avranno un pò di tutto. In pari percentuali. Io però, ancora molto tradizionale e fiscale nella scelta dei ruoli, esigo un 100% etero. Utopia? Per oggi sì, domani si vedrà.

lunedì 5 dicembre 2011

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Un anno fa Aspirante Carrie Bradshaw riceveva questo messaggio in posta:

domandina semplice semplice:D
;)
...ma quanto sei bbbono??? sempre più! 


Oggi:



ACB (ndr), l'ha scritto il mio boyfriend quell'articolo a cui hai messo "mi piace" :-)
Metti mi piace sul sito di Vogue? :-)
Besos



D'accordo, qui si è davvero toccato il fondo.
Il tizio che ha scritto questo messaggio è un tizio più che trentenne che da più di un anno mi faceva il filo. Io, per questioni anagrafiche oltre che estetiche, l'ho sempre rifiutato. Oggi, di fronte ad una grinta che solo ora sembra iniziare a far capolino nel mio mood milanese mi ritrovo a leggere l'ennesimo affronto.
Il tuo boyfriend? Un articolo? Vogue.it? E soprattutto: io dovrei mettere mi piace alla concorrenza? Evidentemente il suddetto mittente non mi conosce a sufficienza.

L'ennesima storia gaia nata all'improvviso e sbocciata a velocità supersonica (roba che Beautiful fa un baffo a tutte le fantomatiche relazioni omosessuali di oggi) da un tizio che ha scoperto la propria omosessualità solo a trent'anni. L'ennesimo passivo gaio che pubblica l'ennesimo articolo sulla coppola per Franca Sozzani che, come da lei esplicitamente spiattellatomi in faccia, da un sacco di opportunità a chi vuole scrivere attraverso il sito internet. L'ennesima richiesta assurda.
Così come è assurdo Luca, il mio compagno di corso figo che ammette durante un aperitivo alcoolico la propria bisessualità. Così come è assurdo Marco, che mi scrive di pensarmi da due giorni. I luoghi comuni si sprecano.

Pensare di avere una relazione oggi e di riuscire comunque a mantenere l'immagine che si ha di se stessi è praticamente impossibile. Si è categoricamente costretti a scendere a compromessi. C'è chi non potendo ricevere pompini da una ragazza troppo casta viene a farseli fare da me prima del mio party di Laurea, chi invece è costretto a rivalutare fisicamente qualcuno semplicemente perchè lo si inizia a vedere "con occhi diversi" dopo (guarda caso) qualche avance da parte del suddetto tizio. La verità è che oggi siamo sempre spinti a generalizzare. Vogliamo capire se qualcuno è fidanzato o meno, se qualcuno è bello o meno, se qualcun'altro è etero o gay. Come se, dopo tutto quello che sto vedendo da mesi, ci fosse ancora qualcosa che fa la differenza. Si pensi all'esperienza di Luca. Io e il mio gruppo di compagne pettegole eravamo completamente acciecate dal dubbio e dalla curiosità sui gusti sessuali del nostro compagno più carino che ormai avevamo concentrato l'attenzione solo su questo e non sul fatto che lui, in realtà, spera di costruire anche altro con noi. 
In realtà qualcosa però che fa la differenza c'è. Dopo un'intensa serata borgara che è tornata dopo più di due mesi di astinenza di locali gai, non posso fare a meno di chiedermi a quale etichetta io stesso appartenga. Che centro io, sconosciuto ai più della comunità, in questo bordello dove l'unico obiettivo che guida la serata è il sesso? Aggirandomi per le sale del Borgo sono incappato in scene angoscianti: ragazzi mano nella mano innamorati come non mai(o per lo meno, fino al prossimo drink), gente con il fondoschiena all'aria pronta a mostrarsi pur di apparire, vecchie galline di quarant'anni che guardano i giovani con disprezzo... la fine del mondo è vicina.
Poi però, tornando a casa con Vanish, Xander, Chicca e Clementia in macchina, ho capito che forse non sono un frocio famoso e ricercato, ma che nonostante gli anni ho ancora degli amici che affrontano chilometri per festeggiare la mia Laurea. E in un mondo di etichette, questo non è poco.