martedì 30 agosto 2011

Out of the Rabbit Hole

Esattamente un anno fa, Aspirante Carrie Bradshaw iniziava la sua avventura da commesso sovrappagato nel Maxi Discount di Scarpe e, nell'atto di firmare il suo primo contratto di lavoro mensile, non si rendeva conto che in realtà stava firmando per il suo cambiamento.
La prospettiva di guadagnare 750 euro al mese per un lavoro di due soli giorni alla settimana, da poter spendere negli innocui desideri da fanatico degli acquisti era sicuramente quello che più di tutti lo aveva spinto a mettersi in gioco lavorativamente. Non potevo però sapere che 12 mesi lì dentro mi avrebbero cambiato non poco. L'amicizia con Sam, irrimediabilmente naufragata dopo un periodo di incomprensioni e silenzi, l'incontro salvifico con Marion e Alby, i nuovi colleghi da conoscere...
Domenica pomeriggio, al termine del mio ultimo giorno là dentro, avevo il viso completamente segnato dalle lacrime che, per tutta la settimana, avevano reso memorabili gli ultimi giorni nella provincia e non solo. Niente più vetrine, niente più clienti maleducati, basta scarpe spaiate da riappaiare, fine degli sguardi di disprezzo per la mia componente gaia e, purtroppo, niente più incontri di pettegolezzi la domenica mattina con le mie colleghe sui sabati notte a base di alcool e sesso. Perchè se c'è qualcuno che in questi mesi mi ha dato una prospettiva nuova da cui vedere le cose ed affrontare quello che mi era capitato, come ho più volte detto qui, è soprattutto per merito di Marion. Agire in prima persona per ottenere quello che si vuole senza vivere illusoriamente nei sogni (vedi: andrare a Milano), sentire quello che si è per distinguersi da una massa che finge di essere quello che in realtà non è (leggi: vestiti e comportati come sei), approcciarsi alle relazioni in maniera nuova (leggi: vivere serenamente il mio rapporto con Marco il montanaro), essere curiosi per la vita e crearsela anzichè prendere mediocramente quello che arriva (leggi: fatti da te, non secondo quello che il mercato impone). Paradossalmente, credo di aver ricevuto molti più insegnamenti su come vivere la propria omosessualità da Marion e Alby, rispetto a quelli che io ho dato a loro. Alby, con le sue attenzioni da mamma, così interessata a quello che mi capitava nelle mie innumerevoli avventure con gli uomini, si è sempre rivelata un angelo custode accorta in tutto. Non potevo fare a meno di chiedermi: era così necessario andarsene?
Passai il weekend alienato a me stesso. Per la prima volta non capivo cosa stavo facendo; sarei stato in grado di riuscire a fare tutto quello che mi sarebbe capitato senza di loro, pronte a coprirmi le spalle e dai consigli saggi?
Sabato pomeriggio iniziai il trasloco nella casa nuova in compagnia dei miei genitori ed un attacco di panico mi colpì. Mi resi conto di avere in realtà una grandissima paura e improvvisamente mi chiesi cosa stavo facendo: non sapevo ancora in quale università sarei andato ad ottobre, se avrei fatto in tempo a laurearmi, come avrei concluso la tesi, come sarebbero state le mie coinquiline, chi avrei conosciuto..
Poi, dopo un pomeriggio di addii e pianti, domenica sera venne organizzata una cena di arrivederci a casa di Alby con qualche collega intimo e Marion, con cui mi intrattenni fino alle 5e30 del mattino. "Sii sempre te stesso e fai quello che ti fa stare bene" mi disse Marion, "non seguire schemi e vedrai che coinquisterai tutti come è successo negli ultimi mesi al lavoro".
Sapevo benissimo che ci saremmo rivisti e che non si trattava di un addio, ma sicuramente qualcosa sarebbe cambiato. Ma, novità, sentire quelle sue parole mi facero capire che ero ufficialmente pronto per il grande cambiamento. Ero uscito dalla Tana del Coniglio, facendomi forza dell'affetto che due semplici colleghe mi avevano trasmesso oltre che dell'appoggio di Lou*, Clementia e Xander. Stava iniziando una nuova fase che certamente mi avrebbe portato sacrificio, pianti e problemi, ma che mi avrebbe altresì reso una persona diversa. Migliore, peggiore.. chi poteva saperlo.
"Buona vita" mi disse Alby al momento del saluto. Stavo andando a vivere la vita che avevo sempre sognato. E fuori dalla Tana del Coniglio, niente sarebbe più stato come prima.

mercoledì 24 agosto 2011

Little Red

Lu

Tutti presero quello che potevano,
costruirono una città fatta di pietre e legno,
e fecero un re di plastilina,
gettarono via le regole, ma vi conservarono la saggezza,
Tutti gli uccellini e le api vivevano pacificamente,
E i bambini dormivano così serenamente finchè
Capuccetto Rosso Cappuccetto Rosso Cappuccetto Rosso (...) venne a bussare.
Piccolo giardino, come posso far crescere i tuoi fiori,
quando io faccio già quello che so?
Ti porto raggi di sole e ti porto la pioggia ma tu continui ad astenerti.
E tutti gli altri giardini sono così pieni di fiori.
Sono così colorati, io trascorro tutte quelle ore 
cercando di renderti bello quanto loro ma tu ancora ti astieni.
Busso busso busso busso busso busso ma zero.
Bambina, perchè piangi?
Solo perchè i fiori nel tuo giardino stanno morendo?
Ci sono così tante cose che potresti fare.
di cui i tuoi vicini non hanno idea.
Vieni con me e ci divertiremo un pò,
non sarà troppo pericoloso e non ci faremo male.
Creeremo qualche disturbo tra gli uccellini e le api
Coloreremo la città di rosso e scuoteremo gli alberi.
Oh, vieni con me e ti farò trascorrere bei momenti,
Tutto quello che devi fare è saltare e arrampicarti.
Ti porterò dall'altra parte della città,
Ci sono tante cose da fare là e nessuno indossa una corona.

Devo andarmene o devo rimanere?
I miei fiori stanno morendo e sono così stanca,
Questo ragazzo sembra così figo,
e i suoi jeans sono a vita bassa,
Bene, penso me ne andrò.
Salta salta salta salta salta e arrampicati.
Oh, facciamo un picnic e poi un giro
Andremo al luna park e gireremo sulle giostre
Ci arrampicheremo su una montagna e vedremo tutti i luoghi
Salteremo su un aeroplano e voleremo.
Se vuoi puoi venire da me
Berremo del caffè e potrai trascorrere la notte con me.
Faremo qualsiasi cosa ti faccia sorridere
perchè il tuo sorriso è meraviglioso e mi rende felice
perchè il tuo sorriso è meraviglioso e mi rende felice.
Beh, questa ragazza crebbe e se ne andò,
visse una vita piena di rischi e di divertimenti
visse una vita con tante cose da raccontare
e i suoi fiori crebbero ogni giorni più belli.


Morale della (a mio parere stupenda) canzone: procrastinare non è vita, vivere continuando a guardare chi ci circonda cercando di rendere la propria vita bella quanto la loro non è la soluzione più adatta per migliorarsi e sentirsi realizzati. E' invece più interessante farsi coraggio, cogliere le occasioni, rischiare, creare scompiglio e buttarsi in quello che di bello le esperienze possono offrire. Solo così i nostri fiori potranno sbocciare al meglio. E potremo dire di aver vissuto a pieno la nostra esistenza. 

Milano è ormai dietro l'angolo. E' la soluzione migliore? Dove sto andando? Sto facendo la scelta giusta? Sono solo alcune delle migliaia di domande che mi attanagliano in questi giorni di movimento. Poi ascolto questa canzone. E la risposta vien da sè.

mercoledì 17 agosto 2011

L'ultima opera di carità

Più che Aspirante Carrie Bradshaw, forse è ora (ahimè) di iniziare a farmi chiamare Aspirante Sam Jones.
Nelle ultime settimane gli incontri, volti ormai più a placare i bollenti spiriti altrui che quelli del sottoscritto, si erano susseguiti a vista d'occhio e, con un trasferimento e tesi da affrontare, ero ben vicino a giurare di ritirarmi da questa vita frivola in luogo di una più calma e diligente.
Ieri sera si presentò l'occasione giusta per mettermi alla prova. Un ragazzo carino di 26 anni aveva bisogno di me ed io, visto che avrei dovuto raggiungerlo nella sua casa libera in mezzo ai monti, ero lì lì per rinunciare all'impresa, visto un libro di Silverstone che mi chiamava a gran voce.
Ma poi, mi dissi che quella sarebbe stata l'ultima opera di bene; insomma avevo garantito la presenza a molti tizi meno attraenti che lasciarsene scappare uno così carino sarebbe stato un grosso rimorso per me e la mia libido.
Mi misi in viaggio e salii pendici, varcai valli, seguii tornanti e con la bellezza di 20 minuti di ritardo arrivai nel bel mezzo delle montagne, senza minimamente sapere come tornare a casa. Ma era l'ultima opera di bene, mi ripetei, mentre stavo parcheggiando.
Poi, eccolo lì, lui, Marco, più carino che mai, che mi aspettava a bordo della sua Audi. Mentre mi stava portando in un "posto tranquillo" non potei fare a meno di notare quanto fosse carino e maschile. Andammo a finire nel suo ufficio, perchè sì, venni a sapere che possedeva un'azienda edile di sua proprietà, un centro estetico nella Bella Provincia, diverse case sparpagliate per l'Italia di cui l'ultima, in Sicilia, acquistata un paio di giorni fa in vista di un futuro investimento. Iniziai a sentirmi a disagio. Possibile che tutti i ragazzi giovani che mi scopavano ricoprivano ruoli manageriali mentre io, annaspavo per potermi comprare qualche paio di scarpe? Vista l'atmosfera a base di tv al plasma, sale riunioni ben arredate ed un divano a nostre disposizione, capì che avrei dovuto dare il meglio di me.
Si avvicinò a me mentre con i suoi quattro telecomandi regolava aria condizionata, televisore, allarme, luci, ed io mi bloccai nel vedere la sua faccia spiattellata sulla copertina di una rivista di economia. Ok, questo era un pezzo grosso, che ci facevo ?
Poi, all'improvviso, mi baciò e lì tutto venne da sè. Continuò a ripetere che gli piacevo parecchio, che come me non se ne era mai scopato nessuno, che aveva appena concluso una storia con la sua ragazza e che aveva avuto sia relazioni con maschi che con femmine. Finchè successe l'inaspettato: lì, ancora in boxer, passammo due ore a baciarci e parlare. Mi resi conto che non sarebbe stata la classica serata da sveltina e via quando mi ringraziò per averlo fatto star bene come da tempo non gli accadeva. Sembravamo entrambi stregati da quell'atmosfera inaspettata ed allo stesso tempo irreale: insomma, che ci facevo mezzo nudo nell'ufficio di un bisessuale montanaro? Passammo ore a baciarci, parlare, ci aprimmo un pò l'uno all'altro finchè non ci addormentammo abbracciati con la promessa di una nuova uscita. Lui mi stringeva tra le sue braccia con il suo fisico da bagnino (l'ennesima sua attività) e una buona mezz'ora passò.
Al risveglio capimmo che bisognava cogliere l'attimo e facemmo sesso. Mi sentivo protetto, stretto tra le sue braccia possenti e la sua bocca ormai da ore sopra la mia. "Quando ci rivediamo cucciolo? Io voglio rivederti, prometto che se non mi rispondi ai messaggi ed alle telefonate vengo al tuo paese a cercarti" mi disse lui mentre uscivamo dall'ufficio. Avrei voluto dirgli che dopo quella sera forse, visti gli attacchi di ansia che mi tormentano quando mi piace qualcuno, era meglio rimandare, ma non dissi nulla e non feci altro che lasciarmi trascinare dal suo ennesimo bacio.
Alle 5 e 30, rimisi piede in casa. Le ultime opere di carità sono sempre le migliori.  


venerdì 12 agosto 2011

Anna Dello Russo: identikit di una (vera) aspirante Carrie B.



Anna e Carrie: due gocce d'acqua (1)
Anna e Carrie: due gocce d'acqua (2)

Volete diventare Carrie Bradshaw? Siete in trepida attesa di sfolgoranti consigli che io, immerso nei guai e nelle incertezze della vita fino al collo (oltre che gay), ancora non sono riuscito a darvi? Ho la soluzione che fa per voi.
Si chiama Anna Dello Russo, classe 1962, nata a Bari, è la persona che può fare al caso vostro. E non solo perchè ha capelli mossi e fisico alla Carrie, ma perchè ne è l'esatta fotocopia. D'accordo, forse non ha un Big pronto a farle da marito, e probabilmente non ha mai pubblicato un libro sul sesso. Nemmeno forse sarà mai caduta da Dior a Parigi e nemmeno si sarà mai trovata in situazioni imbarazzanti o peggio, con una migliore amica che le rubasse il fidanzato (ebbene sì, a Carrie al liceo è successo, un minuto di silenzio). Eppure, vi chiederete voi cosa fa di Anna Dello Russo, a mio parere, la Bradshaw italiana ufficiale?
Ve lo dico subito: è stata redattrice di Vogue Italia, Direttrice di L'Uomo Vogue e ad oggi è consulente creativa di Vogue Giappone. Possiede 4000 scarpe ed è stata definita una vera "maniaca della moda" da Hemut Newton. Ha uno stile ineccepibile, sperimenta come poche fanno, dimostra un sottile senso del gusto e se ogni tanto esagera, lo fa solo per lasciare il segno. Esattamente come il mio idolo è eccentrica ma quanto basta. Se non vi volete fare affidamento alle mie parole, ecco testimonianze più affidabili. Carta canta:


Carrellata di abiti più o meno sobri. Non si può certo dire ami il total black
Red carpet


Insomma, Anna è una tipa che sa come spiccare e uscire dall'anonimato. Certi outfit poteva anche risparmiarseli, ma anche a lei, come alla mia Carrie, qualche scivolone dalle sue Vuitton può anche capitare. Sono icone, non sante.

PS: se siete interessati a ciò che Anna fa, indossa, pensa, boccia tenete sott'occhio il suo blog ufficiale ( www.annadellorusso.com). Ha sicuramente più autorità di me, più buon gusto e seguendolo potrete diventare anche voi prossime icone di stile!

martedì 9 agosto 2011

Life goes on

L'estate per me è sempre stato sinonimo di avventura.
Tre anni fa ero protagonista di notti brave in quel di Torre Del Lago, dove un ventottenne dall'atteggiamento supponente voleva fare sesso con me in spiaggia. Due anni fa è stata la volta della mia amicizia con Sam e, cosa più grave, della mia avventura (disastrosa) con il Carabiniere naufragata esattamente con la fine delle vacanze estive. L'anno scorso infine mi ritrovavo a barcamenarmi tra Querceto, un Borgo estivo decisamente sovraffollato, due ragazzi con cui avevo avuto qualche appuntamento. Ovviamente ora tutto questo era naufragato. E quest'anno?
Mi stavo chiedendo questo un noioso sabato pomeriggio mentre, indaffarato a ritoccare le prime pagine di tesi, mi stavo rendendo conto di come il periodo dell'anno in genere più interessante non riservasse per me proprio un bel niente. Eppure, qualcosa stava cambiando.
Decisi così di uscire con Xander in modo di riscoprire gli ormai snobbati locali di provincia e capire cosa davvero stavo lasciando alle spalle. Se proprio dovevo evolvermi, pensai, tanto valeva dire addio a quello che avrei gettato. Andammo così al Part, cadente discoteca bresciana dalla clientela mediamente over 35. Non a caso noi under 25 avevamo diritto ad una riduzione sull'entrata; tirate voi le somme. Era sicuramente il luogo che non poteva fare altro che spingermi verso il futuro: rividi la zona dove per la prima volta conobbi Sam, la parete contro la quale diedi il primo bacio al Carabiniere, la pista dove per diverse notti estive brindammo alla gioventù in barba a tutti quegli over 45 che già avevano dato il meglio di loro, in quanto a vita mondana.
Fu un tour in quei luoghi che tanto avevano significato qualcosa per te, e che ora non ti appartenevano più. Facce nuove, tempi passati. Ma soprattutto un'io diverso da quello che li aveva frequentati. Stavo scrivendo una tesi, programmavo per filo e per segno il mio nuovo anno, mi facevo scopare dagli etero fidanzati con una media di due maschi a settimana, lavoravo in un Maxi Discount di Scarpe, sognavo Milano...
Insomma, mi stavo mettendo in gioco. E giocare significa correre dei rischi. Così, mentre l'indomani pomeriggio, in pausa lavorativa con Marion, parlammo del mio modo di vivere la mia omosessualità e di come io venissi percepito dagli altri maschi etero, capì che tutto questo faceva parte delle regole del sistema. Avevo voluto vivere la mia componente gaia senza alcun tipo di limite, mi ero prefissato una fuga, cambiavo la mia vita. Così come in passato avevo baciato il ragazzo supponente a Torre Del Lago, ero fuggito da casa del Carabiniere, avevo smesso di frequentare Querceto e i due ragazzi con cui ero uscito.
In sostanza: non importa chi sei, cosa fai, che hai passato o quello che vuoi. Stai solo partecipando ad un gioco; dove la gente etero scopa coetanei gay, giovani Aspiranti Carrie Bradshaw vicini alla disoccupazione approdano in una nuova realtà e puoi scrivere una tesi semplicemente con una telefonata alla tua relatrice.
Il mio futuro è incerto, ma questa è la vita. Fa parte del gioco, sta solo a noi decidere di lanciare i dadi. E continuare a sfidarla.