mercoledì 17 agosto 2011

L'ultima opera di carità

Più che Aspirante Carrie Bradshaw, forse è ora (ahimè) di iniziare a farmi chiamare Aspirante Sam Jones.
Nelle ultime settimane gli incontri, volti ormai più a placare i bollenti spiriti altrui che quelli del sottoscritto, si erano susseguiti a vista d'occhio e, con un trasferimento e tesi da affrontare, ero ben vicino a giurare di ritirarmi da questa vita frivola in luogo di una più calma e diligente.
Ieri sera si presentò l'occasione giusta per mettermi alla prova. Un ragazzo carino di 26 anni aveva bisogno di me ed io, visto che avrei dovuto raggiungerlo nella sua casa libera in mezzo ai monti, ero lì lì per rinunciare all'impresa, visto un libro di Silverstone che mi chiamava a gran voce.
Ma poi, mi dissi che quella sarebbe stata l'ultima opera di bene; insomma avevo garantito la presenza a molti tizi meno attraenti che lasciarsene scappare uno così carino sarebbe stato un grosso rimorso per me e la mia libido.
Mi misi in viaggio e salii pendici, varcai valli, seguii tornanti e con la bellezza di 20 minuti di ritardo arrivai nel bel mezzo delle montagne, senza minimamente sapere come tornare a casa. Ma era l'ultima opera di bene, mi ripetei, mentre stavo parcheggiando.
Poi, eccolo lì, lui, Marco, più carino che mai, che mi aspettava a bordo della sua Audi. Mentre mi stava portando in un "posto tranquillo" non potei fare a meno di notare quanto fosse carino e maschile. Andammo a finire nel suo ufficio, perchè sì, venni a sapere che possedeva un'azienda edile di sua proprietà, un centro estetico nella Bella Provincia, diverse case sparpagliate per l'Italia di cui l'ultima, in Sicilia, acquistata un paio di giorni fa in vista di un futuro investimento. Iniziai a sentirmi a disagio. Possibile che tutti i ragazzi giovani che mi scopavano ricoprivano ruoli manageriali mentre io, annaspavo per potermi comprare qualche paio di scarpe? Vista l'atmosfera a base di tv al plasma, sale riunioni ben arredate ed un divano a nostre disposizione, capì che avrei dovuto dare il meglio di me.
Si avvicinò a me mentre con i suoi quattro telecomandi regolava aria condizionata, televisore, allarme, luci, ed io mi bloccai nel vedere la sua faccia spiattellata sulla copertina di una rivista di economia. Ok, questo era un pezzo grosso, che ci facevo ?
Poi, all'improvviso, mi baciò e lì tutto venne da sè. Continuò a ripetere che gli piacevo parecchio, che come me non se ne era mai scopato nessuno, che aveva appena concluso una storia con la sua ragazza e che aveva avuto sia relazioni con maschi che con femmine. Finchè successe l'inaspettato: lì, ancora in boxer, passammo due ore a baciarci e parlare. Mi resi conto che non sarebbe stata la classica serata da sveltina e via quando mi ringraziò per averlo fatto star bene come da tempo non gli accadeva. Sembravamo entrambi stregati da quell'atmosfera inaspettata ed allo stesso tempo irreale: insomma, che ci facevo mezzo nudo nell'ufficio di un bisessuale montanaro? Passammo ore a baciarci, parlare, ci aprimmo un pò l'uno all'altro finchè non ci addormentammo abbracciati con la promessa di una nuova uscita. Lui mi stringeva tra le sue braccia con il suo fisico da bagnino (l'ennesima sua attività) e una buona mezz'ora passò.
Al risveglio capimmo che bisognava cogliere l'attimo e facemmo sesso. Mi sentivo protetto, stretto tra le sue braccia possenti e la sua bocca ormai da ore sopra la mia. "Quando ci rivediamo cucciolo? Io voglio rivederti, prometto che se non mi rispondi ai messaggi ed alle telefonate vengo al tuo paese a cercarti" mi disse lui mentre uscivamo dall'ufficio. Avrei voluto dirgli che dopo quella sera forse, visti gli attacchi di ansia che mi tormentano quando mi piace qualcuno, era meglio rimandare, ma non dissi nulla e non feci altro che lasciarmi trascinare dal suo ennesimo bacio.
Alle 5 e 30, rimisi piede in casa. Le ultime opere di carità sono sempre le migliori.  


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