sabato 29 gennaio 2011

Il compleanno di Sam

Giusto ieri, il mio caro amico Sam ha compiuto non-dico-quanti (ventidue) anni.
Nonostante per Aspirante Carrie Bradshaw questo non fosse un periodo propriamente opportuno per darsi ai festeggiamenti e all'organizzazione del piano per un ottimo regalo, non ho potuto ignorare l'atmosfera del compleanno.
Ragion per cui mi sono messo a:

- girovagare tra i negozi in cerca di un capo che gli potesse garbare. Alla fine ho preso ancora una cosa che piaceva a me ed approvata a pieni voti dalla mia shopping assistent Lisa;
- ascoltare il mio istinto dell'ultimo minuto e ridurmi a correre per il centro commerciale prima dell'inizio del mio orario di lavoro per acquistare un pensierino adatto alle sue esigenze (i cinturini dell'HipHop: è vero, dovrei averli io, ma il mio orologio è andato perduto qualche mese fa, al Borgo, e lui ne ha ricevuto uno a Natale);
- nella lettura di un dialogo in cinese e l'altro cercare di spremere i miei pochi neuroni ancora attivi in modo da preparare una sorpresa dignitosa e metterla in pratica: l'idea consisteva in raccogliere frasi da parte di ciascuno degli invitati riferiti al festeggiato, il quale doveva ricondurre il tutto al legittimo proprietario. Questo mi ha portato a trascorrere l'intera giornata connettendomi ora per ora a Facebook per cercare di contattare coloro che avrebbero dovuto recapitarmi le dichiarazioni (a 2 alla fine l'ho dovuta inventare ancora io);
- ridursi a prepararsi in 50 minuti (un sacrilegio, per me) per la serata a causa motivi collegati al punto 3;

Nonostante questo, la festa è stata un successo. 
Il party prevedeva una nottata all'Art, discoteca trasgressiva e friendly da poco riaperta, con un tavolo in fucsia choc regalato da Timo e in una posizione decisamente strategica per mettersi in mostra a tutti quanti gli etero convertibili presenti in discoteca. Alcool a volontà (che non ho potuto toccare perchè guidavo), ragazzi carini a fiumi.
Il sabato mattina la sveglia mi ha riportato alla dura realtà: meno 5 giorni all'esame più temibile nella mia storia da laureando, ovvero Cinese II, dietro solo per preoccupazione a Cinese III. Se voglio passarlo almeno con un 18 mi ci vorrà lo stesso impegno che investo nello shopping, nei fare i regali e nell'organizzare sorprese. Incrociamo le dita.

martedì 25 gennaio 2011

Ninas Pequenas

Novità nella famiglia di Aspirante Carrie Bradshaw!
Stasera, pronto per una serata da trascorrere in compagnia dell'Adorata Cugina in vena di confidenze ed aggiornamenti, ho fatto la conoscenza delle ultime due new entry, sebbene questa etichetta sia troppo riduttiva, in fondo.
Si tratta di due ragazze spagnole, venticinquenni in carriera, belle, alla moda, che sono riuscite a catturare l'attenzione dei miei due cugini (nonchè fratelli dell'Adorata Cugina), ormai scapoli d'oro per tutte quelle single sotto i 30 anni desiderose di un partner benestante, disposto ad offrire lunghi soggiorni a Cortina, cene tutte le sere in ristoranti esclusivi e weekend nelle discoteche più in della Bella Provincia (con tavolo e champagne, ovviamente).
Le candidate sembravano possedere a pieno i requisiti per entrare nella cerchia familiare; ma per quanto sarebbero durate?

Candidata numero 1: Vanessa, 25 anni, di Malaga (Spagna), modella. Per niente snob, di una bellezza quasi accecante anche per il più gaio dei gai, pur avendo qualche problema di lingua, mi ha saputo accompagnare per i negozi tra una battuta e l'altra. Comparsa su qualche pubblicità di Elle Magazine, la sua bellezza non passa di certo inosservata durante lo shopping: ragazzi e uomini catturati dal suo fascino, complimenti mentre cercava una camicia, commessi/modelli dell'Hollister pietrificati dalla sua vervè. Putroppo domani dovrà tornare a casa: a febbraio in Spagna la fashion-week è il periodo più intenso per una modella.

Candidata numero 2: Lisa, 25 anni, di Malaga (Spagna), personal shopper. E qui, ho avuto un mancamento. Sebbene fosse piuttosto schiva e decisamente meno solare di Vanessa, ha avuto modo di illustrarmi il suo lavoro, la sua formazione, la sua clientela. Così non potevo non approfittare della sua presenza per cogliere qualche perla fashion; una tra tutte: le donne con un decollette un pò troppo prosperoso devono assolutamente evitare vestiti senza spalline. Ma il suo punto clou l'ha raggiunto quando, chiedendogli cosa suggerirmi di cambiare del mio look, ha etichettato il mio abbligliamento come stiloso: vestiti e addirittura capelli erano decisamente adatti a me. In pratica ero stato promosso dalla manager di una cantante di Operazione Trionfo (reality spagnolo ndr) e PR per l'azienda di Miss e Mister Spagna. Sono lusingato. Tornerà a casa sabato; ho ancora qualche giorno per approfittare delle sue prestazioni.


Ci lasciammo con due promesse: una gita a Milano a marzo, dato che loro non avevano mai messo piede nella città modaiola italiana per eccellenza, e infine l'incontro con gli amici gai di Vanessa. "Molto guapi" dice lei, nonostante le abbia detto che non li cerchi troppo belli, dichiarazione che mi ha permesso di guadagnarmi così la sua stima. 
Due ragazze semplici insomma, che fanno proprio al caso dei miei due modesti cugini. Spero vivamente possano entrare a far parte della mia famiglia, saprei già come usufruirne.

venerdì 21 gennaio 2011

Twitter: una nuova finestra sul mondo (glamour)


Da quando ho iniziato a dedicarmi a Twitter per qualche strano motivo sono entrato in una cerchia di fashion blogger/fanatici della moda.
Sarà perchè gli interessi sono gli stessi e quindi è più facile seguire persone con cui condividerli, sarà perchè seguiamo le stesse persone famose e non (vedi Nina Garcia, Katy Perry etc), fatto sta che ogni qualvolta apro la mia bacheca mi ritrovo sommerso da tweet relativi a post che trattano di moda e stile pubblicati dai miei Followers. Ultimo tra tutti, il tweet di un tale che si diletta a commentare ogni passerella più accattivante della Milano Moda Uomo. Per la serie: io c'ero.
Inizio a sentirmi inadeguato: tra tweet che discutono sulla settimana della Moda Uomo a Milano, sull'inizio di quella di Parigi e sugli outfit più glamour per l'autunno/inverno 2011/2012, l'unica cosa di cui io posso parlare è di malapropismi, sincopi e variazioni diastratiche, ovvero dell'unica cosa che da due settimane sto leggendo e rileggendo per via degli esami. 
Se poi salta fuori che la mia giornalista preferita di Vanity Fair (o meglio, il suo blog fashion) mi segue, allora mi rendo conto che una soluzione va trovata. E che mi devo impegnare a creare tweet il più glamour possibile; che non parlino di Linguistica Italiana ma, guarda caso, di qualcosa di leggermente più orientato verso il tema modaiolo.
Se voglio diventare Carrie Bradshaw, anche il mio account Twitter deve fare altrettanto. Basta solo un pò di impegno.

lunedì 17 gennaio 2011

Sexual Rebirth

Mentre il mio periodo di astinenza proseguiva senza alcun intoppo e mi trovavo indaffarato a dividermi tra lavoro ed un esame da preparare, la mia libido aumentava a più non posso.
Nonostante avessi potuto usufruire della mia ultima preda etero per due esercizi orali, notavo come il mio senso di inquietudine si faceva ancora sentire. E tanto, anche.
Fu così che grazie ad una chat abbastanza blanda e malfamata, iniziai a frequentare lo strano mondo del sesso virtuale: ragazzi che si mostravano in cam, vecchi che racimolavano nuovi amanti e uomini sposati che cercavano "nuove esperienze", ma anche ragazzi etero parecchio eccitati, carini e soprattutto, curiosi.
Incappai per sbaglio in un tizio che, casualmente, abitava proprio vicino a me, nella Bella Provincia, a 15 minuti di distanza da casa mia ed anche etero. Se inizialmente mi aveva scambiato per una ragazza e mi aveva dato il suo indirizzo Email, di fronte allo scambio di foto ebbe qualche perplessità nel sapere che Aspirante Carrie Bradshaw in realtà era un maschio, ma appena disse "Però fare qualcosa con un maschio sarebbe intrigante", capì la mia missione. Tutto faceva parte di un piano divino prestabilito. Si trattava di un segno: dovevo regalare a Riccardo la sua prima esperienza omosessuale.
La prima sera fu un buco nell'acqua.
La seconda una conversazione in cui cercavo di vendermi al meglio.
La terza sera, giovedì, mi invitò da lui. In genere non facevo queste cose, ma io avevo alle spalle 10 mesi di astinenza sessuale, un pò di esercizio da fare per non dimenticare l'ABC dei preliminari e, cosa più importante, un etero che doveva tastare nuovi territori. D'altronde, pensai, Carrie Bradshaw non avrebbe mai acconsentito che un ragazzo giovane come me si privasse di un'esperienza così interessante.
Affrontai la nebbia, il freddo e le strade sperdute per ritrovarmi in un paese altrettanto sperduto in cerca della via che mi era stata indicata e parcheggiai.
Il tempo di raggiungere la porta di casa sua e mi trovai di fronte un ragazzo molto carino: alto, rasato, occhi azzurri, spallato, molto etero e pugliese. Mi invitò a bere Vodka e fumare una sigaretta, e lì mi raccontò di essere fidanzato, di lavorare come buttafuori in alcuni locali di Milano (vedi: è spallato), e di essere curioso di cosa avrei potuto fargli mettendomi semplicemente in ginocchio.
Andammo in camera da letto e lì tutto avvenne da sè: si spogliò, si godette l'istante, apprezzò e poi fece una cosa assolutamente inaspettata: mi chiese se avevo con me un preservativo.
Fortunatamente da mesi avevo in borsa un preservativo per un eventuale caso di emergenza che si rivelò provvidenziale: mi spogliò e facemmo sesso.
Ancora non posso descrivere quello che ho provato, dico solo che dopo 10 mesi di sonno sessuale, questa era la migliore sveglia che potessi desiderare. Avevo convertito il mio terzo etero. E non mi ero mai sentito così bene.
Uscendo da casa sua soddisfatto, non potei fare a meno di sperare che il senso di colpa per aver sperimentato nuovi orizzonti non lo sopraffacesse e che conservasse almeno il mio numero nell'eventualità che si sentisse ancora caloroso. Avere criterio aveva dato i suoi frutti: grazie a Riccardo ero rinato sessualmente.
Che la caccia al prossimo etero da convertire prosegua!

venerdì 14 gennaio 2011

Sa-Sa-Sa-Saldi!

Tra tutte le cose esistenti al mondo, solo una poteva farmi riprendere dal mio umore ormai abissale: i saldi.
Premessa: sono uno sfigato. Aspirante Carrie Bradshaw infatti la mattina del primo giorno di saldi non si trovava in fila a qualche outlet o in via Montenapoleone in attesa dell'apertura del fashion store con i prezzi più accattivanti come qualsiasi brava e giusta Carrie avrebbe fatto, bensì si recava stancamente al lavoro.
Converrete dunque che mi erano accadute due disgrazie in una: saltare il primo giorno di saldi (disgrazia per gli shopping addict come me e Rebecca Bloomwood) e affrontare da commesso la ressa di clienti assatanati del primo giorno di saldi (disgrazie per tutti i commessi con un minimo di buonsenso).
Ma si sa, non si può non seguire il proprio istinto, così mi sono messo in viaggio con qualche minuto di anticipo in modo da poter buttare qualche occhiata ai negozi del centro commerciale in cui lavoro ed iniziare a strisciare la mia carta di credito. Il frutto è stato un misero paio di boxer: 14 secondi per sceglierli, 6 minuti e 43 secondi in fila alla cassa.
Ecco, se si tiene conto del fatto che poi, in luogo dello studio per un esame sempre più vicino, non ho più messo piede in alcun centro commerciale o simile, allora a poco più di una settimana dall'inizio dei saldi e senza niente ancora di nuovo nell'armadio, la situazione era davvero grave. Carrie Bradshaw non avrebbe aspettato un minuto di più: si sarebbe armata di borsa e tacchi, e sarebbe uscita alla conquista dello stile.
Ci pensai martedì mattina a sopperire alla mancanza: assieme all'Adorata Cugina ho acquistato: 2 pashmine (urgeva quella di colore marrone), 2 paia di boxer (non ne acquistavo uno da un sacco), 1 giacca in pelle marrone (l'ho nera, ma mi serviva anche marrone), 1 camicia in denim (ne ho una chiara, ma scura fa sempre la sua sporca figura), 1 giacchettina impermeabile marrone a quadri (può sempre servire, dato che il tempo di Milano è molto imprevedibile), 1 paio di jeans NON in saldo (la commessa mi ha fregato) e, infine, il profumo del mio cuore, Womanity, di Mugler (era urgente e soprattutto aveva un prezzo vantaggioso).
Per qualche giorno la mia sete di shopping è stata placata, in attesa di nuovi impulsi vi lascio con i 3 capi che non potete non acquistare in questo periodo di convenienza:


A. PASHMINE&ACCESSORI VARI: li trovate scontati, a prezzi irrisori, ovunque. Tanto vale approfittarne per regalarsi quella pashmina o quella collana che avevamo adocchiato mesi addietro;

B. CHIODO IN PELLE: ce ne sono di tutti i tipi e colori. Anche verdi. E quando una cosa diventa anche di colore verde è segno che ne va assolutamente avuta almeno un capo nell'armadio;

C. PANTALONI IN VELLUTO A COSTE: meglio se larghi, in colore sabbia, con cintura marrone. Hanno prezzi vantaggiosissimi e inoltre fanno sempre comodo per staccarsi dal solito jeans. Ne ho provati tre paia, ma nessuno faceva al caso mio: se non sono aderenti non li porto.

mercoledì 12 gennaio 2011

Un Weekend da dimenticare

Ci sono weekend che lasciano il segno, e quello appena trascorso era uno di quelli.
Sabato pomeriggio Xander mi aveva telefonato con una notizia curiosa: Alessandro, il ragazzo che avevo visto due sole volte ma di cui già tutti i miei conoscenti avevano sentito parlare (non per mia scelta, ovviamente), si sarebbe aggregato a noi per la serata. Il mio amico, che non si faceva scappare certe occasioni, specialmente se si trattava di bei ragazzi, organizzò così una serata a 3 al Moma ed allo Stand Up.
Quella sera, stranamente, non avevo voglia di uscire. Ero così preoccupato per l'esito degli esami che sarebbero usciti da lì ad un paio di giorni, che l'unico desiderio era quello di aver preso almeno un 27, giusto per non abbassare la mia media accademica, ragion per cui uscì più per non dare forfait che per l'entusiasmo di una serata con Alessandro.
Al Moma però, dopo un Cosmopolitan, notai come Xander fosse interessato alla presenza dell'ospite: in sua attesa aveva guardato continuamente il cellulare speranzoso di un suo sms, era preoccupato per una possibile sua buca, si chiedeva se forse era il caso di chiamarlo... insomma: sicuri che ero io quello cotto di lui?
Saltò fuori che Alessandro era a qualche tavolo poco più in là di noi, in compagnia di una sua amica, e mi bastarono poche parole per capire il motivo della sua presenza: mollato dal suo ex, si era ritrovato con il bisogno di conoscere nuovi papabili fidanzati. Io ed il mio amico, che giravamo in locali gai da tempo, facevamo dunque al caso suo.
Ecco spiegato il motivo della serata.
Arrivai allo Stand Up insonnolito, abbastanza presente a me stesso e acido solo come quando sono in compagnia di un tizio che mi garba. E parecchio, anche. Eppure, nel corso della nottata, cercavo di evitare l'ospite in ogni modo. Ero talmente seccato del fatto che mentre era con noi si guardasse in giro con gli occhi da falco, che capì di non dovermi aspettare nulla da lui; ragion per cui ogni occasione era buona per stare fuori a fumare con la sua amica Ely. Chi ero io? Possibile che per una volta non potevo piacere a qualcuno che consideravo carino e interessante? Insomma, che ci facevo lì? 
Mentre ero alla fine del mio drink ed all'inizio della mia terza sigaretta, incappai in Marco, il ragazzo che la scorsa estate avevo frequentato per un paio di settimane prima di capire, con criterio, che non faceva al caso mio. Per un istante mi chiesi se forse non valeva la pena baciarlo: era gentile, intelligente, affidabile... Ma poi il mio lato ancora razionale mi fermò: così facendo sarei ricaduto nella mediocrità che da tempo stavo cercando di evitare. E mi sarei solo accontentato, o meglio, consolato, perchè Alessandro intanto stava cercando di conoscere altri papabili più carini del sottoscritto.
Quel sabato tornai a casa più pensieroso di prima: la delusione per essere stato completamente ignorato da Alessandro era palese, se poi la concorrenza era sempre più evidente, allora potevo ufficialmente ritirarmi dalla movida gaia. Lasciai Xander con questo dilemma, ma il mattino seguente mi alzai più spento che mai di fronte alle 8 ore di lavoro che mi aspettavano.
Cercai di prendere il tutto con filosofia: che vuoi che siano 8 ore? Passano in un batter d'occhio, specialmente in compagnia di Giò e Marion, voleranno!
Eppure non riuscivo a togliermi dalla testa il dilemma della sera precedente: ero davvero così lontano dal poter essere un fidanzato adeguato? Mentre sistemavo scarpe, vidi coppie su coppie e iniziai a capire che mai sarei potuto essere impegnato in una relazione: il mio carattere particolare, le mie esigenze, il mio lato gaio, i miei criteri... E poi, come se non bastasse, Clementia mi scrisse un sms in cui diceva che erano stati pubblicati i risultati dell'esame ed io avevo preso 26. Un punto in meno di quello che aspiravo.
Crollai. Non solo non potevo avere una vita sentimentale normale, ma non riuscivo nemmeno a perseguire i miei obiettivi accademici, quello su cui stavo investendo più di tutto. Mi sfogai con Marion, che forse qualcosa del lato gaio della mia vita aveva anche capito. E lì, tra due scaffali di scarpe sportive a metà prezzo, la mia collega mi diede l'abbraccio e la consolazione che mi serviva.
Un abbraccio che voleva dire: non sei solo, non sei un fallito, non devi cercare l'approvazione di nessuno.
Avrò anche avuto 21 anni di vita gaia alle spalle, ma ogni tanto ricordare certe cose non fa male.
Quella sera corsi subito a casa e stranamente mi misi subito a letto dopo una doccia calda. Un weekend da dimenticare. Un weekend che ha lasciato il segno.

lunedì 10 gennaio 2011

Inquieto

Da circa un mese è iniziato il periodo di preparazione agli esami. Ed è quindi normale che la routine cambi: sveglia alle 11 e oltre, studio, pranzo, pc, studio, cena, doccia, studio frammisto a pc e letto alle 2 di notte.
In tutta questa questa quotidianità però, con una vita sessuale ormai vuota e nessun papabile ragazzo all'orizzonte, può capitare di sentirsi un pò inquieti. Che fare, dunque?
La risposta mi si profilò una mattina di inizio dicembre, quando, ancora assonnato, trovai su Facebook la richiesta d'amicizia di un tizio, tale Spike, nella cui foto metteva in mostra solo il fisico. Mi risultò chiaro che c'erano due opzioni: A) o si trattava di un mio nemico in pieno umore di burle, B) o si trattava di un ragazzo che aveva creato un profilo fittizio per conoscere nuove persone con cui intraprendere non certo una relazione seria.
Nemmeno il tempo di terminare di sistemare la camera che Spike mi scrisse e dopo qualche battuta capì che l'opzione A sarebbe dovuta essere accantonata.
In sintesi, dopo un paio di giorni in cui mi scriveva, sapevo di Spike che era un ragazzo della mia età, etero, studente di economia, che abitava nella Provincia e, guarda caso, interessato a provare un'esperienza con un ragazzo. Fu così che una sera fredda e tranquilla, mi diede appuntamento per un faccia a faccia. Che tradotto voleva ovviamente dire: mi sono deciso a farmelo succhiare da un ragazzo.
E infatti, nemmeno 5 minuti dopo ci trovavamo in zona industriale, sulla sua 500 nuova, a dar vita alla sua fantasia: io che glielo succhiavo, lui che godeva.
L'eccitazione volle che ci mise pochissimo ad arrivare al dunque: solo 1 minuto e 30 secondi. Ma poi, deciso come non mai a non mollare la presa, passammo al secondo round, e lì ci mise decisamente di più.
Tornai a casa intorno a mezzanotte e mezza, con dei capelli completamente spettinati per la foga di Spike e la soddisfazione di aver convertito un etero. Questo era il genere di serata che serviva ad uno che come me inziava a sentirsi sempre più inquieto.
Il giorno seguente mi scrisse di essersi trovato bene, e così fece per tutto il mese successivo. Peccato però che aveva abbandonato la sua vena sperimentale e che, per il momento, considerava chiusa l'opportunità di provare a farselo succhiare da un maschio. Avevo forse fatto ricredere un papabile ragazzo bisessuale?
Non lo sapevo, e di certo non era per merito del mio metodo, che lui classificò come "impareggiabile" rispetto a qualunque ragazza venuta prima di me, ma tornai di nuovo nella mia ruotine, in attesa di un nuovo ragazzo convertibile e carino.
Ripresi ad alzarmi alle 11, pranzare tra un libro e l'altro, stare al pc e a sentirmi inqueto.

mercoledì 5 gennaio 2011

Vizi Alcolici

Nonostante l'anno nuovo, Aspirante Carrie Bradshaw non aveva perso certi vizi.
La sera di Capodanno infatti, giusto per festeggiare, avevo invitato Xander, Sam e Timo a casa mia per un aperitivo/cena che avrebbe fatto da apripista alla favolosa nottata di danze ed alcool ai Magazzini, dove si sarebbe tenuto un party ad hoc per salutare il nuovo anno in cui la parola chiave era: alcool a volontà. Con un semplice ingresso potevi usufruire dell'interno bar. Mica male, per iniziare l'alcool col piede giusto; anche se barcollante.
L'aperitivo/cena volle però che ci furono parecchi bicchieri di Martini e Campari per me e arrivai a Milano già parecchio incosciente. Il mio io insanamente ubriaco che mi portò a chiedere a Sam di scrivere un sms a Querceto con scritto "Vaffanculo". Ovviamente non con il mio cellulare. Ma poco importava, mi giustificai, era tutta colpa dell'alcool! E ripetei questa frase anche quando l'sms venne clamorosamente ricollegato a me, suo autore primo, dal diretto interessato. Leggi: che bambinate!
Ai Magazzini non mi premurai del mio stato di salute, così, dopo un sms di auguri a Lou* (giusto per rimanere in tema di pazzie), ne ricevetti uno di Querceto in cui mi venivano fatti tanti auguri e bla bla. Ok, che stava facendo? Non sarebbe dovuto essere irritato per il mio gentilissimo "Vaffanculo"? E poi: perchè non mi aveva più risposto ai messaggi che erano a loro volta risposte ai suoi auguri di Natale?
Tutto sembrò oscuro. E mi bevvi un altro drink.
Complice l'alcool, complice l'atmosfera, complice i miei vizi egocentrici, mi ritrovai poco dopo in bagno, al telefono con Clementia, in lacrime perchè avevo nostalgia delle nostre serate mondane; non solo mie e sue. E lì, davanti allo specchio, con la matita sbavata, il fiocco della mia cravatta disfato e Xander che mi guardava con apprensione, capì che bere troppo non faceva per me. 
Giusto per rinfrescarmi la bocca dalle lacrime, continuai con l'alcool finchè, alle 7e30, di ritorno da Milano, risposi all'sms di auguri di Querceto auspicando una revisione delle sue posizioni a me ancora incomprensibili.
Evidentemente non avevo perso il mio vizio alcolico: cacciarmi nei guai inviando sms ad ex amici giusto per sentire percorrere lungo la schiena un brivido di euforia. La verità era che dovevo smetterla di usare i drink come pretesto per compiere certe uscite patetiche, il passato andava lasciato dov'era, almeno per una sera. All'alba del 2011 dunque, realizzai che non c'era momento migliore per lasciare alle spalle il passato. Se poi sarebbe tornato ad essere presente, l'avrei scoperto nell'anno nuovo.