mercoledì 11 agosto 2010

L'appuntamento imperfetto

Domenica pomeriggio. Aspirante Carrie Bradshaw e Sam in casa. Un Pc con Facebook. 31 gradi all'aperto.
Se poi a tutto questo aggiungiamo un contatto Facebook fasullo, allora ci vuole poco ad immaginare me e il mio migliore amico impegnati a prendere in giro qualche innocente ragazzo via chat. Ma tra tutti, quello che ci colpì fu Matteo, 21 anni, di un paese vicino a Lecco, carino e vagamente strano. In poche ore si parlava già di appuntamento, rapirsi per un gelato, volersi di qua, pensarsi di là. Anche lui stava giocando, oppure qualcosa di vero c'era?
Decidemmo di entrare in gioco entrambi con i nostri veri profili, io lo aggiunsi ed il lunedì a mezzogiorno, con il contatto fasullo ormai archiviato, scrisse anche a me all'incirca le stesse cose del giorno precedente, con l'unica eccezione che questa volta mi aveva già visto dal vivo la stessa sera in cui io, Sam, l'Adorata Cugina, Timone e Marco eravamo usciti per la prima volta assieme. Interessato a Matteo ma un pò preoccupato per come sarebbe andata, decisi di fissare l'uscita per il giorno seguente, nella mia Meravigliosa Provincia, e di concedere il mio numero di cellulare. Per tutto il lunedì sera arrivarono messaggi ambigui: "Ti penso un pò", "Ti voglio" e robe simili. Improvvisamente l'idea che stesse scherzando svanì: possibile che credesse veramente a quello che scriveva? Oppure era il ragazzo perfetto?
Quel martedì pomeriggio, ansioso per il primo appuntamento con un ragazzo che fisicamente mi piaceva davvero tanto, incontrai Matteo e la risposta arrivò. Era carino, simpatico, ma ahimè non proprio virile come mi aspettavo. Passammo il pomeriggio a provocarci, io ammisi il mio scherzo di domenica e lui si vendicò in un modo assai sgarbato: facendo l'elenco dei ragazzi con cui era uscito negli ultimi 3 mesi (13) e accennando continuamente alla sua storia più importante. Niente di più cafone e per niente da ragazzo perfetto.
Per quanto le provocazioni mi piacessero, e lui lo sapeva, iniziai ad irritarmi per un pò. Finchè, al momento dei saluti, mi lasciò con un bacio stampo ed un'uscita per il giovedì seguente.
Tornai a casa senza un vero e proprio giudizio, evidentemente ancora non lo conoscevo abbastanza, ma di certo non sembrava essere quel genere di persona che lunedì scriveva sms carini e lusinghieri nei miei confronti.
Ora non mi rimaneva che attendere il giovedì, quando ci saremmo visti per un'intera serata. Mai portarsi sfortuna da soli, ma da come stavano andando le cose potevo supporre che non ne avremmo avuto per molto.
Questo è il gioco del primo appuntamento: ti aspetti una cosa, in realtà avviene tutt'altro.

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