I tempi sono cambiati. Non ci sono più le mezze stagioni, il
lavoro scarseggia, il buco dell’ozono cresce a dismisura. E i giovani hanno
bisogno di punti di riferimento. Ecco perché Nicole accontenta proprio tutti,
anche i diciottenni.
Che l’adolescenza sia un momento di sperimentazione lo sanno
tutti. Maschi etero che si masturbano in gruppo davanti a un porno, amicizie
tra donne che sfiorano il limite dell’amore lesbo, piccole avventure durante le
prime sbronze… Chi, a 18 anni, non ha fatto questo e altro ancora? Io no, ma io
non faccio testo, essendo una mezza travestita. Il punto è che oggi la rete
offre un sacco di opportunità per chi vuole approfondire certi lati del sesso:
grazie a chat, a social network e ad app realizzate ad hoc, riuscire a organizzare
un appuntamento con una trans o una trav è, davvero, un gioco da ragazzi.
Facile come bere un bicchier d’acqua.
Nicole, professionale come poche, ha sempre evitato di
incontrare ragazzini di 18 anni. Solo una volta, sotto Natale, aveva deciso di
regalare un’occasione a un diciannovenne desideroso di provare a essere
sottomesso da me. In 2 ore era già a casa mia, legato a guinzaglio come si
deve. Al termine dell’appuntamento dovetti ammettere che, in fondo, era stato
parecchio soddisfacente.
Un sabato pomeriggio però, Nicky venne clamorosamente
fregata. Le scrisse un ragazzo di 21 anni che, appena uscito da scuola, voleva
passare per un saluto; io, ancora a letto, lo invitai non senza prima sistemare
casa, letto ed essermi stesa un filo di trucco. Si sa, anche da appena sveglie
bisogna sempre essere impeccabili. Dieci minuti prima dell’appuntamento mi
arriva una sua chiamata, rispondo: “Servizio 4888, il cliente vuole addebitare
la chiamata”. Non ci posso credere. Mai nessuno in tutti questi anni aveva contattato
Nicole con l’addebito: non ha un minimo di denaro per farsi una ricarica?
Decido allora di fare un’eccezione e lo richiamai seccata: “sono qui sotto, mi
puoi dire il citofono?”. Gli apro e lo faccio salire fino al 5 piano. Non
appena lo vedo, mi chiedo se lui abbia realmente 21 anni. Di fronte a me ho un
ragazzino magro, con la cartella da scuola, giovanissimo, capelli rasati,
solito look fighettino da milanese che pensa di conquistare mezza città. Ci
salutiamo. “Ma scusa, hai davvero 21 anni?” “No, ne ho 18, ma ho moltissima
esperienza”. Mentre in tv scorrono le immagini dei ragazzi di Amici, ne
approfitta per raccontarmi del fatto che proprio vicino a me abita una ragazza
transessuale di 28 anni a cui lui ha fatto visita più volte. Sono allibita: da
quando i ragazzini hanno così tanta esperienza? Dopo mesi di ventenni e under
35 che vivevano con terrore l’incontro con una travestita, arriva uno più
giovane di loro ormai quasi esperto del sesso trasgressivo. I tempi erano
davvero cambiati?
Decido comunque di non rendere vana la sua visita e gli
apro i pantaloni. Di fronte a me avevo il cazzo più piccolo che avessi mai
visto. Riuscivo a stringerlo con una mano tanto era sottile, e la cosa peggiore
è che era già duro. Il tempo di masturbarlo e già lo sento godere, glielo
succhio qualche secondo che subito sento “Occazzo sto per venire” e mi viene,
in mano. Durata del gioco: 1 minuto e 30 secondi (indicativamente). Vado in
bagno a lavarmi le mani convinta che lui si sarebbe rivestito e andato quasi subito.
Invece si riveste e rimane lì a conversare sul più e sul meno, sul suo sabato
sera in discoteca e sul regalo collettivo che deve fare a un suo amico in Duomo
più tardi. Più lo sento e più mi rendo conto che davvero i ragazzi di oggi sono
cambiati. Lo guardavo con un senso di estraneità: Iphone, social network,
sigarette, canne e discoteche, vestiti. Questo era ciò che avevano in testa i
diciottenni di oggi.
Dopo due minuti, si slaccia di nuovo i jeans. Rivuole un
secondo round (poco importa se rispetto al primo erano passati solo 2 minuti.
Anzi, forse nemmeno gli si era ammosciato). Io non posso rifiutarmi: un
diciottenne va fatto godere. Inizio allora a toccarlo: 30 secondi di gioco di
mano e già mi ritrovavo con la carta igenica a ripulirmi dal suo sperma. Ma che
cazzo ha?
Si riveste per la seconda volta e finalmente se ne va alla
porta. Ci salutiamo: lui con le palle più svuotate rispetto a quando era
entrato, io con qualche consapevolezza in più sui 18 enni di oggi. Saranno
anche più trasgressivi, ma in quanto a durata, gli adolescenti di oggi hanno
molto ancora da imparare.
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