martedì 26 marzo 2013

Running with scissors

Quando bazzichi nell'ambiente travestito da anni, può capitarti di accumulare una serie di uomini da vedere. Purtroppo però il tempo a disposizione non aumenta, anzi, diminuisce. Per quello spesso devo far venire più ragazzi in una sola sera.

Quando la vita in ufficio e Miranda ti buttano giù, serve un uomo che ti tiri su. Una fredda sera di dicembre passeggiavo in cerca dei primi regali di Natale in Duomo, aspettando la conferma di un ragazzo che sarebbe dovuto passare la sera stessa. In realtà il nostro appuntamento era già stato fissato ad agosto, ma per un milanese fidanzato, l'idea di fare sesso in mezzo a dei campi della provincia con una travestita non rappresenta proprio il massimo dell'eccitazione. Stavolta però non aveva scuse: voleva passare. Avrebbe tenuto la propria consorte a casa e, con la scusa di uscire per una birra con degli amici, sarebbe andato da Nicole. All'alba delle 20 ancora non si era fatto sentire, così mi sentii legittimato a fissare nuovi appuntamenti per la sera stessa. D'altronde, Nicole può forse stare ai comodi della gente? Dovevo trovare un nuovo amante serale. E subito ne arrivò uno giusto per me. Si trattava di Filippo, un ragazzo di 24 anni, milanese, studente di matematica e appassionato di bridge, dagli occhi azzurri e dalla folta chioma bionda. Potevo forse lasciarmelo scappare? Vista l'ora, fissai per le 23, di modo che possa per lo meno mettermi qualcosa sotto i denti e far uscire il lato più glamour di Nicky. È fatta, pensai, questo è il bello del vivere a Milano: trovi un uomo senza problemi. Morto un Papa se ne fa un altro, per dire.
Alle 21 rientrai a casa e decisi di preparare qualcosa di simile ad una cena, ma mentre mi accinsi a degustare l'ottima insalata preparata, mi suonò il telefono. "Ciao, sono qua sotto, mi dici il citofono?". Non ci potevo credere. Lì, lì al mio portone, alle 21.56, c'era il ragazzo fidanzato che aveva tirato buca alla propria fidanzata per venire da me. Lui, che non mi aveva più scritto o chiamato perché era già tutto sufficientemente confermato. Secondo lui. "Dammi 10 minuti che finisco di truccarmi", risposi. Alla velocità della luce sparecchiai la tavola, sistemai il divano letto e corsi in bagno a sistemare il make up. Nel frattempo mi suona il telefono: "Ciao Nicole, ci eravamo sentiti qualche giorno fa, sono a Cadorna adesso, ti va se passo da te?". Oh merda. Non posso. Devo dire di no. "Uh scusa non ti sento bene, possiamo risentirci più tardi? La linea dev'essere un disastro". E riagganciai. Il ragazzo stava salendo le scale. Io ne approfittai per sistemare il rossetto. In fondo, una travestita deve essere sempre sul pezzo. O sul cazzo, come si preferisce.
Aprì la porta alle 22.15. Bene, pensai, ho 45 minuti per offrirgli del buon sesso, alle 23.00 Filippo arriverà e non posso farlo attendere. Ci sedemmo e aprimmo il vino che aveva portato (da notare: la prossima volta non chiederò più a nessuno di portare una bottiglia). Alle 22.40 ancora non avevo concluso il mio lavoro. Che stava aspettando? Decisi allora di sfoderare l'ultima arma: la leccata di palle. E venne.
Mentre si ripulì io osservai come fossero già le 23.05. Oh merda, Filippo sarebbe arrivato di lì a poco. Prima avrei dovuto far uscire il ragazzo che si stava sistemando in bagno. Ma proprio mentre lui si stava rivestendo, ecco che suona il citofono. "Ciao, sono Filippo". Improvvisamente maledissi la mia nonchalance con la quale davo numero civico e citofono così a casaccio ai ragazzi che dovevano venire. "Uh sì, aspetta qualche minuto che ti apro". Cacciai subito il tipo fidanzato e aprii il portone a Filippo. Probabilmente si sarebbero incrociati sulle scale, ma la cosa più importante in quel momento era che Nicky avesse un trucco impeccabile e non sbavato.
Spalancai la porta. Filippo era lì, di fronte a me, sorridente. Lo feci entrare. Ci sedemmo sul letto e iniziammo a parlare. Ma, a differenza del ragazzo precedente, scoprii che avevamo un sacco di cose in comune: una media alta, la passione per i giochi di società, il debole per le serie tv e i film. Ci baciammo. E fu un bacio intimo, timido, come due persone che hanno il timore di farsi male. Il bacio fu il preludio di altro. E dopo l'altro venne l'abbraccio, la conversazione, la televisione. Quella notte Filippo rimase da me a dormire. Facemmo sesso altre 2 volte.
La mattina seguente lui andò a lezione di matematica, io in ufficio.
Realizzai in quel momento che le serate come quella avevano un loro lato positivo: la quantità aiutava ad apprezzare la qualità. E forse Filippo era frutto di una delle mie scoperte.

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