giovedì 7 marzo 2013

Trauma di una domenica pomeriggio

Quando ci si cala nei panni di una travestita non è sempre facile riuscire a scindere quello che sei, da quello che fingi di essere. La maggior parte delle volte, con molti dei ragazzi che Nicole incontra, ti senti forte, senti di avere il potere. Un potere garantito dalla maschera che riesci abilmente ad indossare e che poi non è altro che ciò che li ha spinti da te. Ti vogliono perchè indossi quella maschera. E per fare sesso. In pochi, rari casi, capire quale parte di te stai mostrando è complesso. Giacomo è proprio uno di quegli appuntamenti.

Vi avevo già scritto che, nel corso del mio primo incontro con Giacomo, lui aveva accidentalmente dimenticato da me il suo ombrello. E questo gli dava un motivo in più per ripassare. Nei mese seguenti, continuai a ricevere suoi sms, nelle ore più svariate del venerdì o del sabato sera, quando lui si trovava a Milano, per passare a riprenderlo e rivedermi. Io però, o perchè troppo stanca o perchè già in compagnia di un altro uomo, ero sempre costretta a rimandare finchè, una domenica pomeriggio, accettai la sua proposta di ripassare. Mentre mi preparavo pensavo al motivo che mi portava a considerarlo uno dei ragazzi più interessanti con cui Nicole aveva fatto sesso. Che avesse un debole per i ricci dal petto villoso era vero, per il suo fisico sportivo anche, ma la testa? Mi ritornò in mente la discussione che avemmo la prima volta in cui mi scrisse: io gli dissi di essere un pessimo milanese perchè non bazzicava a Turro, lui se la prese dicendomi che conosceva la città come le sue tasche e si arrabbiò. Il giorno dopo ovviamente mi scrisse per scusarsi dei toni e per fissare l'appuntamento. Evidentemente studiare scienze politiche l'aveva reso poco incline alla diplomazia.
Mi resi conto durante il nostro appuntamento che, di fronte ad un bicchiere di vino, la sua spavalderia era particolarmente intrigante: si sentiva sicuro, nella sua camicia, con le sue gambe accavallate come i ragazzi della Milano bene, che non hanno bisogno di sfoggiare abiti griffati o accessori Dolce e Gabbana per mostrare le loro doti. Lui era affascinante proprio perchè non ostentava.
Quella domenica, dopo 3 mesi di sms e qualche contatto, tornò a farmi visita (ovviamente per prendere l'ombrello) ed io mi sentii stranamente agitata: lui era il tipo perfetto per una relazione. Quello che avrebbe messo a tacere la sete di sapere di Aspirante Carrie Bradshaw e la sete di altro di Nicole. La sua vita mondana nei locali di Milano (unita alle numerose esperienze con ragazze) e la sua classe. Dovevo averlo. 
Suonò il citofono e, dopo 5 piani di scale a piedi, arrivò in casa. Questa volta niente vino (erano le 14 di pomeriggio), solo una sigaretta, qualche chiacchiera e subito un bacio. Facemmo sesso esattamente con la stessa passione che ci guidò la prima volta. Mi prendeva, mi stringeva, mi baciava. Furono i 30 minuti più intensi della giornata.
Al termine di tutto però l'amara sorpresa: parto per l'Australia mercoledì. Andrò a studiare là per l'ultimo semestre e poi a studiare arabo in qualche paese orientale. D'altronde lui può. A quelle parole rimasi di stucco: sarei sicuramente sopravvissuta a 6 mesi senza di lui, ma sapere di essere sul punto di dover salutare un ragazzo con cui avevo trascorso due momenti così intensi per un attimo mi destabilizzò. Avevo davvero messo in gioco solo Nicole? E quando sarebbe tornato, io sarei ancora stata a Milano, in quella casa, con quel numero di cellulare? Ci salutammo, lo accompagnai alla porta e gli porsi il suo ombrello, un ciao e lui uscì. Lì, dietro a quella porta, cercai di organizzare i pensieri e di trovare un pò di quella razionalità che con lui perdevo. Stavo facendo andare via un tipo giusto e la cosa peggiore era che non potevo fermarlo: Nicole era una semplice fantasia, che nasceva e moriva all'inizio e alla fine dell'appuntamento. D'altronde lui poteva permetterselo.
Amareggiato, capì che dovevo guardare avanti. Quella era la regola del gioco trasgressivo di Nicole. E volendo o non volendo, non avrei potuto farci nulla. 
Al termine del pomeriggio, Nicole si tolse le autoreggenti e raccolse il preservativo che il ragazzo che era appena uscito aveva lasciato sul pavimento. Prima di lui ne era venuto un altro. E prima dell'altro il trauma di salutare qualcuno che vorresti tenere per te. Ma Giacomo ormai sarebbe stato solo un lontano ricordo.

Nessun commento:

Posta un commento