mercoledì 8 febbraio 2012

Tratti rossi

Il pensiero di iniziare uno stage e sapere già tutto quello che riguarda web, contenuti e campagne pubblicitarie appartiene solo a coloro sicuri di sé.
Io, modestamente, non ero tra questi. Se già nel primo giorno avevo avuto modo di subire i segni della penna rossa della correttrice di bozze di Vogue, le responsabilità che mi erano state affidate stavano via via aumentando, ma i risultati, purtroppo, tardavano ad arrivare. Unica eccezione era stata una serie di quiz per Mulino Bianco che mi erano stati approvati alla seconda correzione e che verranno stampati sulle confezioni delle merendine a marzo. Non si può certo dire che anche Carrie abbia iniziato scrivendo per delle brioches, ma è pur sempre un inizio.
Nel caso di un articolo da scrivere per il lancio di un sondaggio invece, dopo un paio di correzioni, Stefania ha pensato bene, visti i tempi ristretti, di ritoccarlo personalmente. Ovvero: stravolgermelo completamente, cambiarlo da capo a piedi, rifarlo.Un momento di sconforto ma poi, pensandoci bene, si trattava solo di questioni di tempo. Anche perché, subito il giorno seguente, mi era stata affidata la correzione di un articolo su un negozio di abbigliamento francese. Compito: trovare un nuovo negozio da inserire che fosse bello ed al tempo stesso avesse una sua peculiarità. Venerdì pomeriggio, rimasto tra gli ultimi in un ufficio sempre più deserto per via della neve e del weekend, ho concluso il mio pezzo su Colette, uno dei più vecchi concept store di Parigi. 300 metri quadrati di abbigliamento, design, arte, meta prediletta dai francesi fashionisti. Invio il mio pezzo alla correttrice di bozze e me ne torno a casa sereno e soddisfatto. Controllo la mia casella di posta dell'ufficio per tutto il weekend e di Stefania nemmeno l'ombra. Pobabilmente, penso, ho fatto un buonissimo articolo che non prevedeva la minima osservazione. Di questo passo potrò ambire a livelli ben più alti.

Lunedì mattina Stefania arriva in ufficio in ritardo, il tempo di lasciarle posare le borse e le chiedo come fosse il mio lavoro. “Non va bene, Aspirante Carrie Bradshaw, è tutto da rifare. Merci, il negozio che abbiamo sostituito, aveva una sua caratteristica, questo è un classico concept store. Non dobbiamo pubblicizzare altri negozi, ma lanciare un'idea”. Rimango di sasso. 3 ore della mia vita in scrivania e 300 metri quadrati di negozio buttati all'aria. Poco più tardi riprovo a cercare nuovi entusiasmanti negozi legati al commercio solidale. Stefania: no, quello ormai lo fanno tutti. Mi butto allora sul green commerce. Stefania: no no, è vecchia come idea, a noi serve una nuova tendenza; prova a vedere un negozio che ho visitato a Tokyo, il Sample Lab. Vado a fare l'ennesima ricerca su Internet e trovo la nuova moda dello shopping del momento: il tryvertising. Cioè negozi nei quali per accedere serve pagare una piccola quota (in Spagna 5 euro + 13 di iscrizione) ma da cui si possono portare a casa fino ad un massimo di 5 prodotti (in campioncino) fino ad un valore di 50 euro! Butto giù le mie 4 righe e gliele porgo. Stefania: “Aggiungiamo nuove informazioni, spiega che c'è anche nel beauty, dobbiamo dare notizie”. Vado ad aggiungere nuovi contenuti, ritocchiamo assieme il pezzo (che nel frattempo si era allungato di altre 5 righe) e a 5 minuti dalla chiusura del sito siamo in procinto di inviarlo al cliente quando l'occhio le cade nella finestra che avrebbe dovuto occupare. “Oddio, lo spazio è troppo piccolo. Dovevamo essere più sintetici”. “Ma va?” vorrei risponderle io, in realtà non sapevo che dire, se non che le giornaliste di Vogue dovevano avere molta pazienza. Va a finire che si prende il pezzo, se lo risistema, ed una volta speditomi la parte definitiva mi ritrovo tra le mani 2 righe su delle scatolette di campioncini gratuiti di creme e smalti. L'ultima riga su 8 del mio pezzo, era diventato un articolo. Le restanti 7, completamente sparite.
Torno a casa deluso e amareggiato, gli esami in Unicatt passavano senza che io trovassi il tempo di darli, Nicole non aveva più entrate per via delle ore in ufficio, io non avevo modo di vivere. Lo stage stava evidenziando il suo lato nero. La pazienza deve iniziare ad essere la mia nuova collega.

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