lunedì 30 gennaio 2012

Primi passi verso il successo

Arriva il momento, per qualsiasi laureato che si approccia al mondo del lavoro, di fare gavetta.
Perchè in fondo tutti devono fare gavetta se si vuole diventare qualcuno. Insomma, non posso certo pensare di poter diventare un giornalista affermato senza prima immergermi nei dilemmi di redazione in qualità di stagista. No, questa è l'occasione per il mio futuro.
Continuo a ripetermi queste parole un freddo lunedì mattina quando la sveglia mi butta giù dal letto alle 8 in punto. Abituato com'ero a svegliarmi alle 12, avere la giornata libera, studiare la notte e scopare a qualsiasi ora, l'idea di iniziare uno stage di tre mesi, in un ufficio con orari ben definiti, mi soffocava. Tre lunghi mesi, gratis, con orari 9e30-18 a fare non si era ancora capito cosa.
Cerco di consolarmi, mentre sono in metro e guardo la faccia assonnata della gente. E' per il mio futuro, continuo a ripetermi.E poi diciamocelo chiaramente, un po' di regolarità mi serve. Anzi, questo è il cambiamento che aspettavo. Perchè, se ci penso bene, non posso continuare a fare semplicemente lo studente, alzarmi quando mi pare e andare a dormire alle 3e30 tutte le notti quando va bene, serve regolarità. Quindi sì, questo stage è una vera manna dal cielo, mi dico di fronte alla porta dell'agenzia di comunicazione della mia professoressa.
Timidamente mi affaccio all'interno della reception e la segretaria con cui ho scambiato parecchie mail mi accoglie calorosamente e mi fa strada verso la mia postazione. Attraverso il fantastico ufficio dalle pareti rosse, muri trasparenti, divani comodi, librerie e monitor finchè non si ferma di fronte ad una scrivania piena di scatoloni e riviste accumulate da cui spunta in Mac. "Eccoci qui" dice indicandomi il tavolo "questa è la tua scrivania, sistemati pure come preferisci, liberala e accendi pure il pc". Rimango sbalordito dalla bellezza del luogo e dall'enorme quantità di documenti che chi c'era prima di me aveva tenuto.
Scopro così in poco tempo che l'agenzia a cui ero entrato a fare parte intratteneva rapporti con Mulino Bianco, Vodafone, Amici, Dove e molte altre. Niente male come inizio.
Arrivo però al pc: ok, come si accende un Mac? Provo a toccare ovunque ma non sembrano esserci pulsanti per accenderlo, così mi rivolgo alla ragazza seduta alla scrivania più vicina "Scusami" inizio "purtroppo non capisco come si accende questo Mac" "E' semplice, guarda lì dietro". Mi sporgo appena e noto un grosso pulsante. Ok, niente panico.

Il tempo che tutti siano arrivati in ufficio e subito inizia il mio primo incarico da stagista: un articolo per un sito di abbigliamento. Oh, finalmente qualcosa che posso fare, dico tra me e me.
"Devi scrivere un pezzo sui migliori luoghi dove correre in Italia". La donna che siede nella scrivania accanto alla mia blocca il mio entusiasmo. "Ottimo" mi fingo entusiasta cercando di nascondere il fatto che di attività fisica non se so praticamente nulla e mi butto alla ricerca di qualcosa di utile. Dopo un'ora circa sono soddisfatto di me e consegno la bozza alla mia responsabile che, dopo un paio di minuti, me la riconsegna completamente ricoperta di correzioni fatte con la sua biro di un rosso fiammante. Rimango di sasso.
"Il tono dell'articolo dev'essere più diretto, non da cartolina. E' per ragazzi, devi essere più informale". Tento di trattenermi dal dire che non so nemmeno come sono gli articoli di quel sito, che non so di che si tratta e che non vorrei essere in quell'ufficio, ma a studiare per l'esame di economia. Invece mi metto al lavoro, perchè, mi ripeto, questa è la mia occasione. Consegno l'articolo che viene subito approvato e poco dopo ne scrivo di nuovo un altro sugli sport di tendenza che mi aiuta almeno ad arrivare stanco morto a fine giornata.
Il secondo giorno mi sveglio decisamente distrutto ma sicuramente più motivato. Insomma, se continuo a fare quello che sto facendo i 3 mesi voleranno senza che io me ne renda conto, se poi collaboro ancora con Stefania la giornata passerà senza problemi. Appoggio la mia maxi bag sulla scrivania, questa volta il Mac so accenderlo. "Stefania è ammalata". Boom. Che cazzo faccio 8 ore in ufficio? Passo per le stanze ed interrompo una riunione. Mi squilla il telefono, alzo la cornetta ma dall'altra parte il vuoto, la capa dello studio esce dalla riunione e mi riprende "Guarda che al telefono devi rispondere". Voglio morire.
Quanto manca alla fine della giornata? 7 ore e 52 minuti. D'accordo, devo trovare una scusa ed andarmene. "Aspirante Carrie Bradshaw vieni ad ascoltare la riunione" mi avvicino al maxi tavolo dove 6 donne in carriera stanno discutendo di un nuovo progetto di Mulino Bianco. "Realizza un Benchmark sulle varie possibilità per realizzare i laboratori del Mulino, grazie". E vengo subito liquidato dalla capoufficio scorbutica.
Non ho la più pallida idea su dove iniziare. Squilla il telefono, è Stefania. "Ciao Andrea, ascolta mi servirebbe che tu mi cercassi informazioni per un articolo sul comportamento a tavola e, siccome scrivi benino se vuoi puoi anche cimentarti tu e mandarmelo via mail. Benino? Comportamento a tavola? Benchmark? D'accordo, come seconda giornata non va affatto bene. 
Mi faccio forza e decido di buttare giù qualche riga che poi mando a Stefania. Il tempo di mandare la mail e la mia vicina di scrivania, tra un discorso e l'altro, mi dice "Stefania è una bravissima correttrice di bozze, pensa che ha lavorato per Vogue". COME? Mi ritorna in mente il pezzo osceno che le ho spedito, vorrei morire. Quel pezzo deve sembrare uno scherzo. Mando un'altra mail dicendo che mi tengo disponibile per eventuali correzioni anche fuori orario lavorativo ma alle 18 di Stefania ancora nessuna notizia. Inizio seriamente a temere che il benino sia diventato un malissimo.
Vorrei terminare il Benchmark, riscrivere l'articolo o trovare il modo di fare qualcosa di giusto in quell'ufficio, ma sono le 18 ed alle 19e30 ho una puntata dell'Isola dei Famosi a cui assistere dal vivo in studio.
Certi impegni sono proprio improrogabili, persino per uno stagista.
Di certo c'è che da domani mi impegnerò di più in qualsiasi cosa scriverò. Anche se scrivo gratis, anche se sono uno stagista, anche se si parla di comprotamento alimentare, la regola del perfetto stagista è una: mai sottovalutare quello che ti viene affidato di fare, può sempre rivelarsi un'occasione per fare una pessima figura davanti alla gente su cui vuoi fare buona impressione.

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