domenica 22 aprile 2012

Natale con i tuoi...

Ogni anno a Pasqua tutti gli studenti fuori sede lasciano i loro appartamenti e abbandonano gli spring break per tornare a casa a rompere uova di cioccolato con le loro dolci metà, circondati dal calore della famiglia.
Io, ovviamente, da vero Aspirante Carrie Bradshaw, non potevo rinunciare ad un lungo weekend in compagnia del mio ragazzo, con l'uovo di Pasqua che mi aveva regalato, nella città dei miei sogni. Dovevo respirare, prendere una boccata d'aria dallo stress lavorativo e darmi completamente alla mia dolce metà.
In programma c'erano 5 giorni di effettiva convivenza: qualcuno in hotel, qualcuno da me, con tante iniziative interessanti, tra cui cene a lume di candela, film da vedere avvinghiati sul letto, luoghi per gli aperitivi da inaugurare, e soprattutto una Lou* e un'Adorata Cugina da presentare.

Venerdì pomeriggio, uscito prima dall'ufficio in occasione dell'inizio delle vacanze di Pasqua, invito Lou* per un caffè a casa mia e organizzare l'incontro tra il mio ragazzo e la mia migliore amica. Sono quei classici momenti in cui non sai bene cosa aspettarti: è la prima volta che Lou* conosce ufficialmente un mio ragazzo, ed è la prima persona che presento volontariamente ad Andrea, sarà all'altezza di un così arduo compito? In fondo lei non è particolarmente esigente, penso io, ne sarà sicuramente colpita. Succede così che il caffè diventa poi un tour in Duomo ed un aperitivo particolarmente abbondante in Colonne. Mai successo di uscire con il mio ragazzo e la mia migliore amica, ma in fondo, pensandoci bene, c'è sempre una prima volta per tutto, anche per questo. Salutiamo Lou* (che mi manda poi un sms esprimendo la sua soddisfazione per vedermi con un tipo giusto) e rimaniamo in centro per capire cosa fare del nostro venerdì sera: un paio di Spritz all'aperto, poi decidiamo di tentare il rientro a casa a piedi. 

La serata è bella e nonostante il vento sembra di essere in una di quelle classiche serate primaverili in cui l'aria fresca è piacevole; piazza del Duomo non è ancora vuota, la Rinascente illumina dal suo ultimo piano corso Vittorio Emanuele. Attraversiamo le vetrine ormai deserte dei negozi, superiamo San Babila, passiamo per corso Venezia. Io e Andrea, mano nella mano, che ridiamo per le battute che lui fa con l'intento di prendersi gioco di me. Ed è proprio di fronte alla vetrina di Vivienne Westwood che gli chiedo di baciarmi. Lì, d'avanti alla mia stilista preferita, coniavo il mio sogno di una relazione vissuta pubblicamente con un ragazzo maschile e sincero, pronto a baciarmi ovunque lo chiedessi. Camminiamo per altri 5 minuti. Non mi sono mai sentito così bene, e la cosa migliore è che siamo solo all'inizio del weekend. Di fronte al Planetario poi, con il vento che scuote le piante, sento di essere in un film, il mio film. La telecamera che si alza da noi intenti a baciarci e sale fino agli alberi mossi dal vento in una giornata limpida come questa. Potrei sciogliermi.

Andrea suggerisce, prima di tornare a casa, di bere ancora qualcosa. Decido allora che è il momento di svezzarlo e di portarlo al Mono, un locale gaio ma non troppo. Nonostante non sia così tardi, pullula già della mia generazione gaia. Prendiamo i nostri drink e ci sediamo fuori a fumare le nostre sigarette, ed è proprio in quel momento che Andrea si rende conto di non essere fatto per i locali gai. Nemmeno il tempo per finire il drink, che siamo già sulla via di casa. Gli mostro i negozi e i luoghi più caratteristici del quartiere, camminare mano nella mano con il proprio ragazzo è una cosa che tutti dovrebbero fare più spesso. Riduce lo stress!
Prendiamo una pizza d'asporto e la mangiamo a lume di candela da me. Dopo cena, film nel mio letto. Ed anche qui succede una cosa strana perché se per il poliziotto uno spazio ridotto come quello del letto ad una piazza mi sembrava troppo ridotto, con Andrea mi sembrava perfetto. Amo stare con lui abbracciato, a guardare un film scaricato illegalmente! Pagherei per avere delle giornate così, mi dico, e intorno alle 4 crolliamo entrambi nel sonno.

Il pomeriggio seguente, dopo il nostro pranzo alle 15, l'Adorata Cugina decide di trascorrere la vigilia di Pasqua a Milano e ne approfitta dunque per incontrare di persona Andrea, di cui tanto aveva sentito parlare. Per l'occasione organizza dunque un aperitivo in un luogo intimo ed appartato, che sia frugale ma d'effetto, che soddisfi anche le esigenze di un ospite come Andrea, abituato a contesti sin troppo spartani: la Rinascente. Sebbene l'appuntamento fosse alle 5e30, io e Andrea usciamo di casa vestiti di tutto punto per la nostra serata prima in Rinascente a conoscere parte della mia famiglia, poi alla Cueva Maya, un ristorante messicano molto piccolo e riservato, conosciuto da Andrea il giorno stesso su internet. Prego affinchè il mio ragazzo, sin troppo abituato a rave e simili, non mi faccia sfigurare nel bel mezzo della Rinascente, e invece una volta arrivati all'ultimo piano, proprio sulla terrazza con vista Duomo, è perfettamente in grado di gestire la situazione anche con mio cugino, che nel frattempo mi ha appena affidato un nuovo pezzo da scrivere entro il mercoledì successivo. Devo stare attento, così Andrea diventa troppo perfetto.
Invece, quando mi porta alla Cueva Maya, mi rendo conto che sì, lui è perfetto. Un ristorantino intimo, riservato, che tanto ricorda i piccoli ristoranti inglesi con vetrina sulla strada, mura in mattoni, cibo ottimo. Non era mai successo che la cucina messicana facesse regredire una relazione, specialmente quando vedi il tuo partner assaggiare del vino dal prezzo stratosferico, ordinato apposta per l'occasione. Torniamo a casa, ci sistemiamo nel mio letto ed il film parte da sè. Di questo passo, potrei abituarmi.

La domenica di Pasqua ed il lunedì dell'Angelo sono poi andati su questa falsa riga. Andrea, sempre più perfetto per essere un ragazzo che mi ricopre di attenzioni e rimane allo stesso tempo maschile e fedele, continua a farmi vivere il mio sogno da fidanzato perfetto. Un po' come Big, senza i suoi difetti, ma con la passione per le canne.
Martedì mattina Andrea lascia la casa perché io devo andare al lavoro. Passo la giornata a piangere: il weekend è finito ed io non ne ho ancora abbastanza di lui. Ne voglio ancora, voglio addormentarmi con i nostri film, lui abbracciato a me, le cene fuori, le sue attenzioni quotidiane. Vorrei vivere così per sempre, ma in men che non si dica, la Pasqua è passata e nel frattempo ho uno stage da portare a termine, oltre che una reputazione da costruire.

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