domenica 8 luglio 2012

Tra due poli

"Un unico sentimento è fatto a volte di contrari"
(Marcel Prust)

Evidentemente Prust sapeva che un giorno avrei raggiunto questa conclusione, oltre che una rottura. 
Quando Aspirante Carrie Bradshaw a fine aprile salutò il suo consorte in partenza per il Brasile, aveva ripromesso al suo Cugino Gaio, durante una cena in Chinatown, che avrebbe fatto di tutto per non perderlo. Anche a costo di spendere 500 euro per un biglietto di andata e ritorno, Andrea non sarebbe caduto nel dimenticatoio, assolutamente no. E la nostra storia d'amore avrebbe superato persino l'Oceano Atlantico.
Poi, è bastato un inizio di mie riflessioni, che hanno portato inevitabilmente ad una fine. Di fronte all'ennesima domanda, dell'ennesima amica o collega, su come noi fossimo rimasti, non sapevo cosa rispondere. Una sera dunque, tra un esame e l'altro, iniziai a guardare le fotografie del suo compleanno, capitate su Facebook, che lo raffiguravano nel suo ristorante, con i suoi genitori, mentre brindava nella tavolata di dipendenti/conoscenti, le uniche persone con cui in questi mesi aveva stretto un minimo di relazione. E fu proprio lì, di fronte al loro sorriso, con le loro pelli abbronzate ed una tavola ricoperta di cibo, che mi chiesi se forse non stessimo seguendo due cose differenti. Che ci avrei mai potuto fare lì? Se lui in Brasile, con il suo ristorantino sulla spiaggia era felice, potevo dire di essere pronto a raggiungerlo? Io, che per tutti questi anni, avevo sognato un ufficio in città con il mio lavoro da giornalista di Vanity Fair, ora che mi stavo impegnando per raggiungerlo mi rendevo conto che era effettivamente quello che di meglio potevo augurarmi per il mio futuro. 
Cercai di evitare di pensare a questa nostra incompatibilità, ma poi, tornai in provincia per un paio di settimane. Due settimane lontano dal casino della convivenza con gente sempre più insopportabile, due settimane per preparare gli ultimi due esami estivi, due settimane per fare il pendolare tra Provincia e Milano. Messo piedi in casa, non potei fare a meno di ricordare tutti quei motivi che in quell'anno appena passato mi avevano tenuto lì: Andrea, Andrea, Andrea. Cosa stava succedendo? Davvero lui poteva essere considerato una delle cose migliori che mi erano capitate da 365 giorni a questa parte? E soprattutto: io, che non credevo nelle relazioni a distanza, potevo ritenermi in grado di vivere senza mai sapere quando ci saremmo rivisti? Inutile dire che Nicole in questi mesi si era data da fare, ma in fondo, aveva importanza? No, mi risposi. O forse sì?
Decisi allora di controllare nella sua casella di posta e di iscrivermi al suo social network di fiducia per scovare eventuali segnali di un suo eventuale tradimento. Nonostante un esame prossimo dovevo farmi i fatti suoi, ed ero sempre più deciso di capire quanta importanza potesse avere ancora una nostra relazione. Non trovai nulla di buono per le mie ricerche, ma, con il suo nuovo profilo, Nicole rimediò diversi appuntamenti.
Il giorno seguente, sfogata l'ennesima frustrazione su alcuni sms di Andrea, Nicole venne contattata da un ventenne della provincia particolarmente carino e voglioso. Con la scusa della casa libera dunque, lo invitò la sera stessa. Si trovò talmente bene che replicò la sera dopo, e dopo, e dopo ancora. In 6 giorni in provincia, Nicole vide Riccardo ben 4 volte, con tanto di nottata abbracciati nel sonno.
Era bellissimo: biondo, occhi azzurri, più piccolo di me sì, ma dal fisico sportivo di un tennista con il petto peloso come piaceva a Nicole. Dei modi maschili, dolci, mi copriva di attenzioni e, udite udite, cucinò anche per me. Passammo serate affiatati come non mi succedeva da tempo, mi scriveva sms tutti i giorni e proponeva attività da fare insieme: insieme ad Amsterdam (era un altro stupido fumatore di canne come Andrea), insieme a cercare funghi allucinogeni (il massimo del romanticismo), insieme a giocare a tennis (ti sembro forse uno che gioca a tennis?), ma, in tutto questo, di Andrea non mi interessava più nulla e volevo solo stare con Riccardo. Così, di fronte all'ennesimo litigio con lui, decisi di smettere di sentirlo per un po' e, alla sua ennesima scenata, smisi di rispondergli.
Il primo weekend in provincia l'avrei trascorso con Riccardo, cena da me, dvd, nottata assieme, poi, venni colpito dai sensi di colpa. Era giusto quello che stava succedendo? Anni di relazioni sbagliate non mi avevano insegnato proprio nulla? Se era vero che ero innamorato di Andrea, perchè mi comportavo come se fossi innamorato di Riccardo? 
Iniziarono ad arrivarmi sms e telefonate dal Brasile che ovviamente non ricevevano risposta, sabato sera Riccardo non venne ed io non facevo altro che mettermi sul terrazzo in cui le sere prima io e il ventenne cenavamo e ci baciavamo pensando a cosa sarebbe stato giusto fare. La bellezza e la passione da una parte, il sentimento e la sicurezza dall'altra, dovevo solo scegliere. In tutti questi mesi di lontananza i ragazzi con cui io ero stato non sarebbero stati sufficienti a dimostrare che la mia era solo una debolezza da lontananza, così decisi che era il caso di finirla, e di continuare ad evitarlo.
Per la prima volta dopo anni, quel sabato notte andai a dormire a mezzanotte: non volevo pensare a nulla, solo al mio ritorno a Milano e a quello che avrei dovuto fare per il lavoro lunedì mattina. 
Domenica sera Andrea, stanco dei miei silenzi e di mille telefonate senza risposta, decise che era il caso di lasciarsi e di Riccardo, per la prima volta da quando ci eravamo conosciuti, non ricevetti un segno, nè chiamata, nè sms. Non sapevo per cosa rimanere più male. se per un amore finito o per un ragazzino da cui ero preso che era sparito; di certo, Prust aveva ragione: un sentimento può essere fatto di suoi contrari.

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