giovedì 24 novembre 2011

Centoquattro

Centoquattro da ieri sarà qualcosa di più di un semplice numero.
Centoquattro da ieri sarà il numero che quantifica il lavoro di tre anni in UniBi. Centoquattro è ciò che ieri ha mobilitato, in un'atmosfera festosa, i miei Autorevoli Genitori, mia nonna e i miei Comprensivi Zii a Milano, armati di doni e biglietti d'auguri, Lou* e Clementia facendoli arrivare in UniBi per festeggiarmi. Centoquattro ha avuto il potere di farci trovare lì, in mezzo alla folla di parenti urlanti e corone di alloro, ad abbracciarci e baciarci come non succedeva da tempo. Centoquattro è il motivo per cui ieri ho pianto all'inizio di ogni conversazione, così come ho pianto quando ho consegnato la mia Tesi ad una delle mie zie, quando mia nonna si è presentata a sorpresa in UniBi nonostante il nonno malato a casa, e anche quando ho visto Clementia venirmi incontro in Aula Magna, consapevole del fatto che quella sarebbe stata l'ultima volta che avremmo trascorso in UniBi in qualità di studenti. Specialmente alla luce delle giornate che assieme avevamo condiviso tra un appunto e l'altro.
Sicuramente però, le lacrime che ho versato ieri sono più di centoquattro. Mi sono commosso quando ho rivisto tutte le mie compagne venute a salutarmi, quando mia nonna mi accompagnava fiera per i corridoi dell'UniBi senza ben sapere in cosa mi sarei laureato, e anche quando mi sono ritrovato a percorrere con la mente i 19 esami ed i 3 anni di lezioni con le facce di molte delle vite che avevo incrociato.
Centoquattro è meno dei ricordi che mi conservo di questa esperienza. Così come è meno delle persone che ho conosciuto in questa triennale. Ma è sicuramente molto più delle volte che indosserò la camicia e la cravatta che ho acquistato per l'occasione.
Io in genere non sono per queste cose smielate. Ho sempre detto e ribadito (nonchè supplicato le mie amiche) che la proclamazione sarebbe stata una pura formalità, una semplice stretta di mano e fuga che tutti vivevano in maniera troppo assillante presi da non so quale sentimento. Una vera perdita di tempo che non faceva altro che ostacolare il rispetto delle mie scadenze in UniCatt. Invece, respirando quell'aria e vedendo come un semplice rito coinvolga così tante persone in modo spontaneo, mi sono reso conto di quanto mi sbagliassi. E di quanto, in fondo, provare l'emozione di commuoversi per aver portato a termine qualcosa che nemmeno contavi di finire sia appagante. Non è sicuramente un centodieci con tanto di lode, ma di certo questo centoquattro mi ha consentito di rivivere quel senso di soddisfazione e di calore che da tempo non sentivo (un pò come quando mi è capitato di vedere il video qui sotto). Oltre ad avermi fatto incontrare Clementia.
Grazie centoquattro.


PS: probabilmente questo video sarà già stato visto e rivisto sino alla nausea, ma l'immagine di tante persone sconosciute, che si adoperano per creare qualcosa in maniera disinteressata, con il sorriso sulle labbra, facendo qualcosa di stupido, è un vero inno alla vita.

Nessun commento:

Posta un commento