venerdì 4 novembre 2011

Scandalo al Gattopardo

Ci sono volte nella vita in cui occorre essere irremovibili.
Non devo andare al Gattopardo, mi ripeto. Non devo andare al Gattopardo, ubriacarmi gratis, conoscere il fidanzato della mia compagna di corso, tornare a casa con sconosciuti. No, ho un parziale mercoledì. Devo desistere dalla tentazione. Assolutamente.
Suona il telefono mentre sono seduto in cucina sui miei libri di Economia Aziendale. E' Ilaria. "Aspirante Carrie Bradshaw (ndr), saremo al Gattopardo per le 23. Ci vediamo là, vero? Guarda che ci conto. Ti aspetto con ansia!". "Sì, ovvio. Mi faccio una doccia e sono lì". Oddio. Non avrei forse dovuto dire di no? Che rifiutavo e che dovevo studiare per un parziale importante? Non importa, mi dico, andrò al Gattopardo ma berrò il meno possibile in modo da tornare presto ed essere pimpante domattina.

Arrivo al Gattopardo, avvolto nel mio trench e maledicendo il fatto di non aver preso un taxi anzichè affidarmi alla metropolitana, e la fila si sta già formando. Ilaria è fuori che mi aspetta con un drink in mano offertole dal suo barista di fiducia con cui i rapporti si stanno ormai approfondendo. Non riesco a capire se in fondo, di fronte a tanta negazione, lei ne sia attratta realmente oppure se, come dice lei, è semplice opportunismo. Ma poco importa. Nemmeno il tempo di posare la giacca che lui mi chiede cosa voglio da bere. Oddio, mi dico. Berrò solo un drink. Però siccome è uno solo tanto vale che sia forte, insomma, non posso dire un analcolico, non ci crederebbe nessuno. E soprattutto Ilaria penserebbe che non voglio godermi la serata. "Un margarita alla mela verde" rispondo. E le danze iniziano.
Arriva anche la nostra compagna Marialaura, accompagnata dal suo boyfriend chirurgo tra i più conosciuti a Napoli, e tra una sigaretta e qualche passo di danza, compare il proprietario del Gattopardo. "Andiamo a salutarlo!" mi suggerisce Ilaria. "D'accordo" dico io, in fondo è sempre una buona occasione per farsi un nome. "Cosa volete da bere?" ci dice lui, dopo un breve saluto. "Oddio no davvero, non possiamo approfittarne" diciamo entrambi fingendoci innocentemente disinteressati dai drink gratuiti. "Faccio fare al barista allora" "No" dice Ilaria "allora prenderemo due Margarita alla mela verde". Detto fatto, ci ritroviamo con due calici di Margarita in mano. E' il secondo drink che prendo senza pagare, inizio a sentirmi importante.
Marialaura se ne va. Io e Ilaria non siamo più molto presenti, il suo amico barista ci prepara un altro dei nostri cocktail. Oddio. Devo rimanere in me, mi ripeto. Stavolta infatti, onde evitare nuovi passaggi da sconosciuti ho controllato l'orario dei bus. L'ultimo è alle 4e10. Non posso perderlo, altrimenti rimarrl bloccato in Corso Sempione. Finisco il mio cocktail e mi dirigo verso il bagno barcollando, se mi rinfresco un pò tornerò in me. Entro in bagno. Un ragazzo rasato in fila mi guarda e mi rivolge la parola in inglese "Are you ok?" mi chiede. "Yes, I'm fine" dico fingendomi controllato. Iniziamo a parlare ma non capisco il suo intento. D'accordo, è gay? E soprattutto: che ci fa un ragazzo di 24 anni, carino, in un ambiente in cui l'età media è di 40 anni? Mi spiega che è spagnolo, si chiama David, lavora per una nota banca ed è a Milano per lavoro fino a domani. Trascorrono 5 lunghi minuti in cui metto alla prova il mio inglese ma poi mi rendo conto che Ilaria è fuori da sola e fuggo al luogo in cui l'ho lasciata con la mia pochette. E lui mi segue.
Continuiamo a parlare mentre mi mette sotto il naso un suo drink trasparente, lo bevo. Mai rifiutare un sorso di qualcosa. E bevo.
I nostri volti si sfuorano ed il bacio è inevitabile. Iniziamo a baciarci sotto gli occhi stupiti di Ilaria, che mai avrebbe pensato di vedere un bacio gay al Gattopardo, ma quando ci sono io, in fondo, tutto è possibile. Nemmeno il tempo di pensare a lui a letto con me che il buttafuori arriva e ci intima di fermarci "Qui non si fanno certe cose, se volete qui fuori potete fare quello che volete. Qui no". Rimango di sasso. Siamo in una chiesa sconsacrata dove le trentenni si fingono ventenni, ed io non posso baciare un giovane spagnolo attivo per di più bancario? Nossignore, questo è un vero scandalo.
Mi bisbiglia nell'orecchio che il suo capo, che lo sta fissando con il resto dei suoi colleghi, non l'ha mai visto baciare un ragazzo e che sicuramente domani dovrà dare spiegazioni al gruppo. Ops, sarò considerato responsabile di una conversione.
E' quasi ora di andare e scendo per fumare una sigaretta con David e la sua collega scandalizzata per le reazioni dei buttafuori. Incappiamo in un gruppo di quarantenni; "Ma tesoro tu sei vestito molto bene! Buon gusto" mi dice uno di loro "Oh grazie" rispondo arrossendo. O mio Dio. Nemmeno a Carrie sarebbe successa una cosa del genere. "Noi ce ne stiamo andando al Flick ora, ti va di venire con noi?". Per la seconda volta in meno di mezzora rimango di sasso. E sono pure ubriaco. D'accordo, che è il Flick? "Ehm". Ok, Aspirante Carrie Bradshaw, questa è la tua occasione, non puoi non andare al Flick. D'accordo, non sai cosa sia nè di che si tratti, questi signori non li conosci, ma è un invito che non puoi rifiutare. Però il pullman parte tra 20 minuti. Cazzo. Sapevo di dover prendere il taxi. "Vado a prendere il trench e scendo". Salgo dal barista a recuperare il mio cappotto mentre lui si sta baciando Ilaria, li saluto, e scendo a cercare David. E' tempo per me di andare, ed esco dalla seconda uscita sperando che il gruppo di tizi non mi veda. "You can't go now!" mi dice lui prima di baciarmi in strada. Lì possiamo fare quello che ci pare, finalmente. Passa uno straniero che vende rose. David me ne regala una.
Potrei sprofondare come accadrebbe a qualsiasi romantico, ma sono ubriaco ed il mio pullman passa tra 10 minuti. Lo saluto con un altro bacio, e corro verso Corso Sempione.
Sfreccio sui tacchetti delle mie francesine, con il trench aperto svolazzante, la pochette e la rosa di David in mano. Alle 5 mi butto a letto.
Non mi alzerò pimpante domattina, ma almeno assieme a David avevo creato scandalo al Gattopardo.

Nessun commento:

Posta un commento