martedì 20 settembre 2011

The gift

Venerdì sera. Da esattamente un mese mi vedevo con Marco. Bisognava festeggiare. E tornare in provincia.
Era bastato così poco tempo per far sì che una persona mi invogliasse a lasciare Milano per un weekend ed immergermi tra la natura provinciale, e Marco ci era riuscito.
Non sapevo spiegarmi cosa ci spingesse l'uno verso l'altro ma, nonostante le persone che io incontravo ed un trombamico da cui non sembrava essere intenzionato staccarsi, alla fine ci ritrovavamo ancora noi due, nel suo ufficio, fino alle 4 del mattino. Potevo vantare una serie di vittorie: eravamo riusciti a passare dal divano dell'ufficio all'intero ufficio che ormai era diventato il nostro nido. Già al terzo incontro eravamo riusciti a rimanere vestiti, di fronte al suo pc, dove lui intendeva mostrarmi alcune fotografie di casa sua, del suo cane, delle sue Ferrari, dei suoi amici, la musica che ascoltava, e cosa amava fare... Dal canto suo anche lui poteva vantase una vincita: era riuscito dal terzo incontro a convincermi a guardare la televisione assieme dove tra un "amore" da lui pronunciato ed un bacio tra uno sguardo e l'altro, sembravamo essere felici. Niente poteva turbarci.
Sapevo benissimo che, per quanto lui avesse avuto relazioni anche con i maschi, in fondo io non sarei mai stato il ragazzo da portare in giro tra i monti e i ristoranti che lui frequentava. Ma non importava, quando eravamo lì, chiusi in quelle 4 mura, io e lui stavamo bene, e tutto spariva. Milano usciva dalla mente e l'esame di cinese sembrava una passeggiata. Finalmente sembravo aver trovato la formula che mi consentiva di vivere una relazione senza ansie e dubbi: evitare di sentirsi tutti i giorni. Niente sms da ricevere, niente risposte da comporre, niente attese, solo noi due, che ci incontravamo, e vivevamo qualcosa che ancora sembrava lontano da poter avere un nome.
Venerdì sera però successe l'inaspettato. Alle 3 eravamo rimasti nel parcheggio dove in genere lasciavo la mia macchina e mi ero trattenuto sulla sua Audi per discutere sul suo carattere a mio parere troppo concentrato sulle persone che lo circondavano. E lì, mentre eravamo a pochi centimentri l'uno dall'altro, fissando le fotografie sull'Iphone, i suoi amici lo videro. E ci raggiunsero.
D'accordo, volevo sparire. Questo era un ottimo modo per far sì che tutto quanto sparisse, che il suo timore degli sguardi altrui gli impedisse di continuare a fare quello che stavamo facendo: stare semplicemente bene. E invece, dopo quell'incontro ed il breve scambio di convenevoli, una volta rimasti soli, mi baciò come mai aveva fatto prima. Un bacio lungo, passionale, interminabile. Un bacio che diceva che di quello che era appena successo non gli importava nulla. Un bacio che significava che avevamo valicato il confine dell'ufficio, e forse anche di qualcos'altro. Mi abbracciò ed iniziò a bisbigliarmi all'orecchio quanto fosse contento di avermi conosciuto, oltre che mi voleva bene.
Iniziò una lunga conversazione, ci sedemmo su un marciapiede a discutere di lui e di come, a detta sua, fossi stato in grado di capirlo più delle persone che lo circondavano. Avevo freddo, mi abbracciò, mi baciò. Un altro bacio, e poi un altro ancora. Ormai qualcosa sembrava essere cambiato.
Alle 4 e 30 decidemmo che forse era giunta l'ora di salutarci e tornammo a casa. Nessuno scrisse alcun sms all'altro fortunatamente. Tornare a Milano la domenica sera era già sufficientemente dura, un sms da parte sua sarebbe stato come sentirsi in difficoltà.
Lunedì tornai nella mia routine milanese, contento del fatto che avevo imparato a vivermi un rapporto serenamente. Non sapevamo ancora cosa eravamo, di certo stavamo dando ognuno il meglio all'altro. Seguii il consiglio di Marion: "consideralo un regalo, vivilo come qualcosa in più".
Martedì sera, Marco mi scrisse un messaggio in cui mi ringraziava e diceva di sentirsi ispirato da me. Qualcosa era cambiato: il mio regalo stava iniziando ad uscire dal pacchetto ed io non potevo fare più nulla per cercare di impedire che uscisse.

1 commento:

  1. ok samantha si rivolta nella domanda .....
    Però almeno è IL PIU BEL RACCONTO DEL TUO BLOG,cera patos ,angoscia ,il dramma e anche il lieto fine.....niente male davvero mi piace molto .... Marco <3 <3 <3

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