lunedì 17 ottobre 2011

Sdoppiamento di personalità

Dopo due settimane di lezioni, si può dire che sì, mi sono perfettamente inserito tra i compagni del corso.
Al termine del secondo aperitivo in Colonne, mi sono fatto una discreta conoscenza delle persone e scambiati i rispettivi numeri di cellulari in vista di future serate mondane. Specialmente con la ragazza che non ho considerato per tutto l'aperitivo, ma che al termine mi ha confidato di conoscere il buttafuori del Plastic (leggi: entrata senza selezione nel locale più esclusivo di Milano). Mi è diventata improvvisamente simpatica, tanto da risalire a piedi via Torino in sua compagnia. Ma in fondo la sua aria squisita l'avevo già captata. Oh sì. Potremmo diventare ottimi amici.
A lezione invece ormai il terzetto è il seguente: Eleonora la timida, Luca il figo ed io, il ragazzo tra i più stilosi del corso. E siccome gli stilosi si attirano come i due poli di segno opposto in una calamita, io ero stato talmente fortunato da essere finito nel gruppo di Economia aziendale non solo con Luca, ma anche con un ragazzo bisessuale, Simone, ben inserito nell'ambiente modaiolo. Aveva organizzato sfilate, fatto una sfilata come tappabuchi per un modello che aveva avuto un imprevisto all'ultimo, scritto un articolo non si sa bene se pubblicato o no e soprattutto aveva sul suo Iphone una serie di fotografie con gli stilisti più celebri. D'accordo, lui sì che sarebbe potuto essere un buon amico.
Dopo un aperitivo, un caffè e un paio di giorni a scambiarci sms, mi interrogavo con Eleonora su cosa sarebbe mai scaturito da questa conoscenza; una sfilata da organizzare? Un articolo da scrivere? Probabilmente avrebbe avuto tra le mani grandi Pass per le sfilate ed io ne avrei potuto usufruire. Oh mio Dio! Si vede che era destino.
Non a caso sabato sera Simone mi invita in corso Como per l'ennesimo aperitivo (ebbene sì, ormai non ceno più) in un locale di nientepopodimenoche la sorella di Franca Sozzani. Non appena mi viene proposto di andare accetto, e trascorro un sabato pomeriggio per negozi in cerca di qualcosa da abbinare al mio trench grigio(o in cerca di un trench nuovo).
Sabato sera arrivo all'appuntamento con mezz'ora di ritardo. "Devi farti perdonare" dice lui. Simpatico, sicuramente starà scherzando, insomma, stiamo uscendo in amicizia non è vero? Diciamocelo chiaramente: io sto facendo un'opera buona. Un povero bisessuale appena arrivato da Pesaro avrà certamente bisogno di qualcuno che lo inserisca nell'ambiente gaio. E lui vedrà in me qualcuno che conta. Sì, pensandoci bene probabilmente si riferirà a quello, dovrò portarlo in un posto figo. Per l'aperitivo ci pensa lui a portarmi al Pittbull dove, tra un Cosmopolitan ed uno Spritz, noto come in realtà lui sia profondamente posato: cravatta anche in università, griffato Gucci dalla testa ai piedi, gran conoscitore della storia della moda, visto che ha studiato moda.
Usciamo dal locale e passeggiamo per Corso Como fino a Moscova. "Hai ancora le tue bottiglie di Martini a casa?" mi chiede lui. "Oh sì" rispondo "potremmo venire da me, bere un drink e poi andare all'Elephant che è il bar gay più conosciuto a Milano ed è proprio a pochi passi da casa mia". Bene, stavo facendo la mia opera pia. In questo modo mostrerò a Simone un locale dove potrà conoscere gente nuova ed io mi avvicino ad una zona famigliare. Arriviamo a casa e brindiamo con due coppe di Martini, non mi voglio spogliare, in fondo è si tratta solo di una mezz'oretta, poi ci aspetta l'Elephant. Invece, nel momento in cui mi mostra come si preparano i modelli per una sfilata, mi ficca letteralmente la lingua in bocca.
OH MIO DIO. Sono le uniche parole che mi vengono in mente.
Il mio compagno di corso. Mi ficca la lingua in bocca. Voglio andare all'Elephant. Bacia male.
Mi prende in braccio e mi porta in camera mia. D'accordo Aspirante Carrie Bradshaw, questa non è di certo la piega che volevo dare alla serata. Ora ci fermiamo, mi sistemo, e si va all'Elephant. Simone invece non sembrava pensarla così: imperterrito come chi non fa sesso da tempo mi slaccia la camicia ed inizia a pronunciare bisbigliando con fare minaccioso "Ti voglio scopare" "Ma no dai, non è meglio uscire ora?" "Non vuoi vedere l'intimo che porto? L'ho indossato giusto per te". Ok, ora ho davvero paura. Dov'è il ragazzo composto ed elegante che poco fa al bar mi parlava di Armani? Questo è un fenomeno di sdoppiamento della personalità bellebuono.
Cerco di dirgli che le coinquiline potranno rientrare da un momento all'altro, che potrebbero scoprirci e che è meglio rivestirsi. Ma è troppo tardi, lui vuole venire. In bocca.
Merda. No, Aspirante Carrie Bradshaw, non mi farò venire in bocca dal mio compagno di corso che mi ha tratto in inganno portandomi prima fuori a bere e poi a casa mia. No. Verrà su se stesso.
Tempo un paio di minuti e Simone placa la parte più volgare di sè. Appare chiaro dunque che l'Elephant non s'ha da fare e ci addormentiamo abbracciati. Devo pur calarmi nella parte.
Simone trascorre tutta la notte da me e l'indomani mattina, alla bellezza di mezzogiorno, dopo una nottata per me angosciante, dove ogni minuti sembrava ci si dovesse baciare per forza, mi sollevo.
Mai più uscite con compagni bisessuali. Mai più dirò che ho del Martini nel frigorifero di casa.

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