lunedì 25 luglio 2011

Tour immobiliari

Il primo passo fondamentale da compiere prima di poter vivere in una metropoli, è sicuramente quello di cercare casa: una stanza confortevole e dotata di un armadio capiente, sufficiente a contenere tutti i miei vestiti, con un affitto sotto i 500 euro e soprattutto in una zona centrale. Dove ovviamente centrale significa: vicino ai bei negozi, a due passi dalla metropolitana, non troppo lontano da qualsiasi università io inizi a frequentare a settembre.
Così, siccome non avevo pretese particolari se non quelle di vivere su una strada trafficata dove i taxi possano fermarsi senza problemi, già a giugno iniziai la mia ricerca verso il mio nuovo nido.
Con l'aiuto di Clementia, abile nella scelta degli annunci visti gli appartamenti che aveva cambiato in tre anni, iniziai a pubblicare annunci sui principali siti di studenti disperati alla ricerca di una sistemazione; questi sono stati i risultati:
1. noi ragazzi dalla spiccata componente gaia siamo vittime delle differenze di genere più spietate: il 75% degli annunci sono rivolti esclusivamente a femmine;
2. le coinquiline/padrone di casa sono decisamente intransigenti: non chiudono un occhio nemmeno per noi gay. Le ragazze sono ragazze, i gay sono gay.
3. trovare un appartamento in pieno centro è decisamente un compito arduo se sei solo: le stanze doppie abbondano e le coppie hanno sempre la meglio su noi, poveri single.
4. trovare un appartamento in pieno centro da luglio è straordinariamente facile: Milano in piena estate, a quanto sembra, è un'esperienza che nessuno sembra intenzionato a vivere sulla propria pelle.

Una delle prime risposte fu quella di una casa in Viale Bligny, vicino alla Bocconi, abitata da una ragazza particolarmente simpatica ma ahimè troppo caro.
Fu poi la volta dell'appartamento in zona Crocetta, che suscitò in me una repulsione ben prima di mettervi piede (disertai simpaticamente l'appuntamento senza il minimo preavviso): stabile condominiale, zona tranquillissima a causa dell'ospedale vicino. La calma e la tranquillità che mi circondarono nei pochi minuti in cui mi trovai lì, mi bastarono per capire che su questa stanza ci dovevo mettere una croce sopra.
Settimana scorsa toccò poi ad una serie di appartamenti in Corso Buenos Aires, e lì iniziai a fare i conti con i miei gusti sessuali: prima finii in una casa di maschi assetati di birre, poi in un trilocale di meridionali un pò troppo sostenuti, e infine un altro trilocale particolarmente attraente che visitai il giovedì mattina, di corsa, prima di correre al lavoro.
Arrivai a venerdì disperato. Avevo visto 5 appartamenti, conosciuto persone più disparate, mi ero intrufolato in vie impensabili ed avevo raggiunto una grande consapevolezza: io volevo vivere in Corso Buenos Aires.
Continuai a cercare e scartabellare per ogni singolo annuncio online, quando mi capitò tra le mani un appartamento in una traversa, dal prezzo accessibile e non così fiscale sul sesso dei suoi occupanti. Sabato pomeriggio, approdai per l'ennesima volta in quella settimana a Buenos Aires e poco dopo me ne andai ben soddisfatto per aver trovato una stanza interessante.
Forse, e dico forse, Aspirante Carrie Bradshaw ha trovato la sua stanza. Ora deve compiere la sua scelta: continuare a cercarne di nuove o accontentarsi? Una cosa è certa: se ci fosse stata Paola Marella al mio fianco, a quest'ora sarei già che accasato (e spennato).

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