domenica 23 ottobre 2011

Al Gattopardo

Programma della settimana:
Lunedì: cena con Carlotta
Martedì: aperitivo con la classe
Mercoledì: serata ai Magazzini Generali con Rosa
Giovedì: Gattopardo con Ilaria
Venerdì: aperitivo in Colonne con Carlotta

D'accordo. Non è quello che volevo? Una vita impegnata, a Milano, studente in UniCatt e in fase di laurea in UniBi? Sì, in fondo dovrei essere felice. Chi se ne importa se hai una tesi che devi consegnare entro la fine della settimana e non hai ancora ricevuto le correzioni dalla tua relatrice. Il giorno è sempre occupato per via delle lezioni? Niente panico, mi ripeto, qualche momento per scrivere la tesi lo troverò.

Arrivato a giovedì sera, mi ritrovo con Ilaria, la mia compagna di classe napoletana, avvolto nel mio trench e diretto verso il Gattopardo, una chiesa sconsacrata dove a detta di Ilaria c'era tanta bella gente e baristi generosi in quanto a drink. Potevo forse evitare di andarci? No. Voglio dire: si tratta di una chiesa sconsacrata, si tratta di un'amica single da poco e bisognosa di svago. Ma si tratta anche di bere gratis! Mancare sarebbe un vero peccato, paragonabile a quello di Eva che ha addentato la mela offertale dal serpente.
Superiamo la coda che si è formata fuori dalla chiesa ed entriamo nel bello della serata. Si tratta di una clientela in camicia e giacca, imprenditori più o meno giovani che si scatenano sull'altare di un luogo ormai non più sacro per fortuna.
La fortuna di essere in un locale dove la gente giovane scarseggia ti consente di poter spiccare sulla concorrenza e, come se questo non fosse sufficiente per il tuo ego, per ricevere drink gratis dai baristi assetati di gioventù. Al terzo Margarita alla mela (da notare, ne ho pagato solo uno) io ed Ilaria stiamo mettendo in scena il nostro spettacolo blasfemo danzando come due ubriachi. La musica era avvolgente. Assieme avremmo sicuramente conquistato qualche vecchio nei paraggi e saremmo diventate due persone ricche. Una mano mi picchia sulla spalla. Mi giro. Luca, il figo del corso. Che cazzo di fa qui?
"Avevate parlato tanto del posto che non ho potuto farci un salto" ci dice mentre fumo la mia sigaretta. Ubriaco come sono mi ritrovo nella fase in cui qualsiasi tuo gesto può sembrare eloquente e gridargli palesemente "Voglio convertirti" quindi decido di alzare i tacchi e di andare con Ilaria a bere l'ennesimo drink. Veniamo abbordati da due quarantenni che con Iphone in mano ci mostrano la loro barca a vela ormeggiata a Porto Rotondo quando Ilaria vede il proprietario del Gattopardo e si precipita a salutarlo. D'accordo, questa è una conoscenza perfetta per iniziare a farsi un nome. Devo giocare bene le mie carte. 
Vengo presentato e ci viene subito chiesto "Cosa volete da bere?". Oh mio Dio, ero finito nella rosa del potere e non lo sapevo! Mi affretto ad ordinare un Gin Lemon e subito mi avvicino a parlare con un truccatore a suo dire molto famoso. Ovviamente da ubriachi non si è mai pienamente coscienti di quello che si dice nè tantomeno di quello che si sente, ma quando vedi la tua amica Ilaria che si bacia il barista che per tutta settimana aveva detto di schifare, allora capisci che lei non ce la fa più.
Abbandono la conversazione sotto gli occhi divertiti dei vecchi ricconi, compiaciuti di aver ridotto alla confusione l'ennesima ragazza carina dallo stomaco vuoto e mi dirigo verso di lei ondeggiando. E' ufficiale, siamo ufficialmente ubriachi. Il barista ci accompagna a casa di Ilaria. Nemmeno il tempo di sognare il suo letto che mi rendo conto che forse me ne devo tornare a casa a piedi, visto il loro feeling alcolico.
Li lascio alla porta di casa intenti nel loro ennesimo bacio e mi dirigo verso casa. Barcollo e mi sento male, non capisco dove sono. D'accordo, niente panico, mi ripeto, sono ubriaco in una via di Milano che non conosco, so di essere vicino al Cimitero Monumentale, sicuramente Corso Buenos Aires non sarà lontano da qui. Percorro qualche via e finisco in mezzo ai trans che battono sul marciapiede. Ok, ora mi vedo davvero male.
Mi avvicino per chiedere indicazioni: "Scusate ragazze" urlo mentre attraverso la strada saltellando solo come Carrie Bradshaw sui tacchi farebbe "Mi sapreste dire dov'è il centro?". Le tre transessuali sul marciapiede si voltano lanciandomi uno sguardo di stupore finchè una di loro, la più giovane, mi suggerisce di seguire Corso Sempione. Bene, sono in Corso Sempione. Guardiamo il lato positivo, mi dico, almeno so dove sono. Faccio ancora qualche passo quando una macchina mi si affianca ed un uomo riccio sulla trentina, dopo aver abbassato il finestrino, mi offre un passaggio. Ok, posso scegliere: o continuo a barcollare senza meta con la mia maxi borsa di Zara, o accetto il passaggio da questo uomo così altruista. La seconda non sembra male, in fondo fa freddo, ed io non ho propio intenzione di ammalarmi alla mia terza settimana di lezione.
L'uomo altruista si rivela essere il proprietario di una profumeria della zona e dopo aver superato la Stazione Centrale mi ficca la lingua in bocca. Non è esattamente il mio tipo, penso, ma è stato così gentile ad offrirmi il passaggio, che un pò di gioco di mano posso anche concederglielo. Alla bellezza delle 6 e 30 del mattino, alla terza sega, io ero nauseato del suo arnese. Basta, volevo andare a casa.
Ci dirigiamo verso il centro quando lui vuole fare colazione. "Scendi pure tu, io ti aspetto in macchina" gli dico. Ops, sono solo sulla sua macchina in compagnia di tante borse piene di profumi; se gliene mancasse uno non se ne accorgerebbe. In fondo, io gli ho fatto ben 2 seghe, me lo merito. Per non parlare del fatto che gli ho tenuto compagnia. Oh sì, questo boccettino di Ralph Lauren è un regalo giusto. E così dicendo me lo ficco nella mia maxi borsa di Zara.
Il tempo che lui sale in macchina e mi confida di essere fratello di un nonsoquale giocatore della Juventus. Oh mio Dio, troppa gente importante per una sola sera. Mi faccio lasciare alla prima fermata di metropolitana che troviamo e lo saluto sperando che non si renda conto della mia piccola perquisizione nel baule posteriore. Arrivo a casa alle 7 del mattino e mi butto nel letto dopo aver fatto tappa dal fornaio per prendere una brioches fresca.
Sì, devo proprio ammetterlo: io amo Milano.

1 commento:

  1. Un po' discutibile come atteggiamento questo per uno che aspira a diventare un divo (o una divah). Ma se basta così poco per baciarti e farsi smanettare da delle mani così sicuramente ben curate come le tue, alloraa faccia sapere quando sarà la prossima volta che andrai al Gattopardo, così magari, in modo del tutto casuale, mi farò trovare lì anche io! ;)
    Ho poi letto su Twitter (sì, ti seguo su Twitter, ma tu non mi followi back) che ieri sera sei stato (forse non molto) romanticamente portato in un motel da qualcuno. Ci si aspettano sviluppi sul blog allora! Hai voluto stuzzicare la mia curiosità scrivendo quel tweet? Bene, allora starò in attesa di un resoconto qui in un nuovo post. Oh yeah! Non vorrai mica deludere me, che, con ogni probabilità, sono il tuo più fedele lettore, non è forse vero? :)
    E magari seguimi su Twitter! Il mio username lì è lo stesso che uso per questo commento.
    E... Guess what? Sono anche io dell'UniCatt! :D

    RispondiElimina