mercoledì 7 marzo 2012

Angeli Custodi

Ok, niente panico, si tratta solo di un aperitivo Bio con dj set, posso inserirlo quando credo più opportuno. In fondo, si tratta di un evento sportivo, sicuramente questa attività è del tutto secondaria, metterlo il sabato o la domenica non ha importanza. Sì, penso lo metterò la domenica.
Fisso lo schermo del mio pc portatile, sono le 23e17 di venerdì sera, alle 23e30 devo essere al Mono, dove ho appuntamento con Rosa ed un paio di amiche, per brindare come anticipazione alla folle notte al Tunnel. Sono vestito di tutto punto, con le mie nuove francesine, jeans risvoltati, ciuffo ribelle, matita più che evidente, ed una brochure da mandare in stampa entro la mezzanotte. Devo finirla, mi ripeto. Devo ricordare quando è in programma l'aperitivo Bio nell'evento che sto seguendo. 10000 copie di un programma scritto da te che verranno lette da chiunque non sono come i post di questo blog. Devo farle bene, devo essere puntuale nella consegna, devo capire quando cavolo è fissato l'aperitivo. L'evento è di due giorni, quindi due opzioni: il sabato o la domenica.
Lo ficco la domenica alle 19, mi spruzzo il profumo, ultima laccata, esco.
Sfreccio al Mono alla velocità della luce e mi rendo conto che ricorda vagamente il Moma di provincia, meno sfranto, molto più popolato, ma la filosofia non cambia: bere in strada è sempre top. Saluto Rosa e le altre ragazze, brindo con un Margarita e ci dirigiamo verso il Tunnel. Serata electro, gente ubriaca oltre che strafatta, urla e spintoni per un sessantenne dalla fama internazionale che mette musica. Questo è il Tunnel.
All'uscita, decido, visto che si tratta di 10 minuti a piedi, di tornare a casa senza ricorrere al taxi. Se ne avvicina uno e mi offre un passaggio gratis. Faccio mente locale e mi torna in mente l'esperienza avuta la notte fuori dal Gattopardo, quando mi sono ritrovato a girare Milano con lo pseudo fratello di Conte, meglio rifiutare, e tornare a piedi.

Sabato sera. Io e la mia compagna Beniamina stiamo andando a casa di Ilaria e Marialaura a cena. Cerco di ignorare il fatto che il pierre Guido mi stia tampinando da due giorni sui programmi di questa sera. Già venerdì pomeriggio mi ha chiamato chiedendomi quali sarebbero state le mie intenzioni per il weekend ed ora mi trovo di fronte ad un bivio. Se le mie amiche optano per una serata nuova al Limelight, Guido, che di locali pettinati ne ha fin sopra i capelli, avrebbe preferito qualcosa di nuovo e di più alternativo. La domanda sorge spontanea: mantenere i programmi o adeguarli al mio nuovo colpo di fulmine? La risposta viene da sè a cena, quando Ilaria e Marialaura propongono di tornare all'Old Fashion. Il tempo di scrivere a Guido, che subito mi richiama per ufficializzare il tutto. Era inevitabile: Guido era più presente del prezzemolo nelle mie serate.
Arriviamo al locale che la folla è già accalcata, mi vedrà mai? Mi chiedo, dopo una bottiglia di vino bevuta alla meglio in tram. Il mio ciuffo fa il tutto: Giudo mi fede e mi fa superare la fila promettendomi di passare non appena chiude la lista a salutarmi. 15 minuti dopo e mi ritrovo lì, con lui, a parlare dell'assente Beniamina e degli apprezzamenti che il suo capo ha fatto sulla mia estroversione, tanto da propormi un impiego lì. "Il mio responsabile credo voglia proporti di fare l'animatore ai tavoli" dice nel frastuono della musica. Mi sento lusingato, ma preferirei animare lui, anzichè i clienti e sorrido in modo imbarazzato. Inizia così una serie di scene imbarazzanti: lui che mi regala drink, lui che mi invita al tavolo, io che non voglio abbandonare le mie amiche, io che non so che fare per non apparire il classico approfittatore. Usciamo a fumare e parliamo della sua ex fidanzata, che l'ha mollato 3 mesi fa quando, dopo 2 anni, è partita per studiare in America e ha deciso di piantarlo dopo 2 mesi. Lui ancora dice di soffrirne, io spero di riprenda con Beniamina. O con me.
Guardandolo, ascoltandolo, parlandoci, mi rendo conto che Guido non ha proprio nulla a che fare con Querceto: non cerca ragazze da limonare in discoteca, odia le persone frivole, vuole relazioni serie, odia i locali troppo impegnativi. Un ragazzo vero o finzione?
Mi presenta diverse persone, ma poi mi rendo conto che forse è anche il caso di raggiungere le mie amiche, lo lascio con la promessa di raggiungerlo al tavolo. L'ho in pugno, continuo a ripetermi, è mio, mi darà un passaggio, mi bacerà, lavorerò ballando e sculettando tra i tavoli dell'Old Fashion. In fondo, tutte le persone importanti hanno iniziato così.
Mezz'ora dopo mi arriva un messaggio su Whatsapp. Era Carlo. "Scusa ma sto tornando a casa, ero solo da mezz'ora e non ti ho più trovato, ci rifacciamo martedì al Bobino. Scusami". Sono senza parole. Niente Guido, niente bacio, niente passaggio! Guardo i drink gratis, ormai completamente sprecati senza di lui in giro: che senso avrebbero avuto? Continuiamo a messaggiare fino a che anche Marialaura decide che è ora di tornare a casa.
Cammino fino al pullman, dopo che ho salutato le mie amiche napoletane, e non posso fare a meno di chiedermi per quale motivo una persona così gentile, sensibile e simpatica potesse essere effettivamente sola. E' etero? E' gay? E perché insiste tanto nell'andare in posti nuovi con tutti i locali dove lavora? E ancora: era possibile che uno famoso e conosciuto come lui potesse stare per mezz'ora solo in una discoteca? Intanto il telefono suona: è Filippo, ma decido di non rispondere, visto che chiama tutte le sere ormai.
Non so cosa pensare, ma di certo mi rendo conto che devo diventare il mezzo per aiutare Guido a godersi meglio i suoi sabati sera. Il suo angelo custode.
Domenica pomeriggio ci sentiamo e mi invita con lui, una sua amica e il suo fidanzato per un giro di shopping. Io, imbarazzato, decido di uscire più tardi.
Poco dopo, all'aperitivo con Beniamina e Natascia, ci raggiunge per un saluto veloce e scopro che sabato, alle 2e30 aveva scritto un messaggio a Beniamina sul fatto che mettere la camicia per lei, data la sua assenza all'Old, era stato un vero spreco. Arriva il momento di chiedersi dove siano i propri angeli custodi, in questi casi. Poi, mentre torno a casa passeggiando per via Torino, Lou* e Clementia mi telefonano per conoscere gli  ultimi aggiornamenti. Forse, penso, anche io ho i miei angeli.

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