martedì 13 marzo 2012

Predictably

Quando il dovere chiama, Aspirante Carrie Bradshaw risponde.
Giovedì notte. Sono le 3e30 e sono al pc per terminare un pezzo per l'evento che l'Ambizioso Cugino sta organizzando nella Bella Provincia. Devo parlare di sostenibilità, sport, ambiente, devo documentarmi, sfogliare il vocabolario dei sinonimi e dei contrari, ed ho sonno.
Dopo una serata solo con Giulio al Bobino bevendo a più non posso, una cena con Beniamina e Natascia, ed una cena al giapponese con il cugino gaio che sempre mille spunti mi dà, sono alla quarta nottata della settimana e non vedo l'ora di riappropriarmi delle ore di sonno che tento di recuperare ormai da settimane. Voglio dormire. Concludo l'articolo, ora posso addormentarmi.  Nemmeno il tempo di riflettere su cosa indossare l'indomani e crollo nel sonno.
Il mattino dopo mi trascino con delle occhiaie incredibili in ufficio. "Aspirante Carrie Bradshaw" mi dice Stefania, non appena mette piede in ufficio "ci sono da leggere le letterine che i bambini hanno scritto al sito degli Amici del Mulino. Sono 3549. Dividile con l'altra stagista e rispondete a tutte". Non ci posso credere. 3549 letterine? I bambini non hanno nulla di meglio da fare? Che so, che fine hanno fatto le macchinine, il classico nascondino o le vecchie Barbie?
Inizio a scorrere l'elenco della posta elettronica quando mi suona il telefono. E' mio cugino. "Ciao Aspirante Carrie Bradshaw, ho ricevuto i tuoi pezzi, vanno molto bene. Ci sarai vero domani all'evento?" "Certamente" "Bene, perchè avremo ancora bisogno di te. A domani". 
Ommioddio. 
Quando diavolo potrò dormire? E soprattutto: se Giulio mi chiama per uscire come farò a dirgli di sì? Niente panico, mi dico, tutto si può risolvere. Basta pensare con metodo e massimizzare l'uso delle risorse, tipo: Filippo, che può darmi tutti i passaggi che voglio. Oh sì, sarà facilissimo. Termino la giornata leggendo letterine e buttando un occhio agli orari di trenitalia per capire cosa fare della mia vita nel fine settimana di fuoco che mi aspetta. Ho, nell'ordine: una due giorni di sport a cui assistere, Filippo che voleva uscire a cena e dormire da me, Clementia che mi reclamava per un'uscita, Beniamina che mi aveva invitato al Limelight, Giulio che mi chiedeva cosa avrei fatto sabato sera, Beniamina che mi aveva invitato ad un aperitivo a casa sua, dei capelli da tagliare. Posso benissimo farcela.
Venerdì sera rimango a casa, collassato sul letto a guardarmi telefilm e puntate che non ero riuscito a vedere da settimane. Il sabato mattina corro come un disperato in Stazione Centrale per tornare in provincia senza perdere il treno che ho tra 20 minuti.
Arrivando a casa mi rendo conto di come la giornata sia incredibilmente bella. Il sole, il cielo limpido, il verde dei campi.. tutte cose che in queste settimane non avevo ancora avuto modo di notare. Non mi rendo conto che sono già arrivato a destinazione. 
Dopo un breve salto dal parrucchiere raggiungo il centro del paese per assistere alla gara. Le brochure che ho realizzato sono andare letteralmente a ruba. Che soddisfazione! Mi raggiunge l'Adorata Cugina e tra un abbraccio e un bacio mi raggiunge l'amara verità: "L'aperitivo biologico che tu hai messo la domenica in realtà è stasera, hai sbagliato a scrivere il programma in brochure!" "Cosa?" "Sì, il QI (discoteca che collabora con l'evento) è stasera che installa il dj set qua, non domani, come hai scritto tu". Ommerda. Sono nella merda. Preso dalla frenesia di andare al Tunnel, non mi sono reso conto che ho sbagliato il giorno. D'altro canto, non potevano controllare quello che avevo scritto? Controllo il pezzo di carta. Fortunatamente la parte in questione non è così vincolata a "domenica 11 marzo", è in una posizione ambigua, potrebbe essere benissimo associata a "sabato 10 marzo" e poi, che carini, i grafici hanno seguito le mie indicazioni mettendo nel box a parte il discorso del sindaco! Oh, che soddisfazione! Guardo ammirato il mio lavoro e mi congratulo con me stesso.
L'evento fila liscio, gli atleti partecipanti sono più di mille, provenienti da ogni parte di Italia, ed uno di loro, un ragazzo 23enne molto carino, continua casualmente a girare intorno allo stand dove sto sistemando i programmi e i regolamenti per la gara di domani. Che ci sia un messaggio in codice? Filippo intanto mi chiama. Vorrei rispondere ma qualcosa mi ferma. Sono davvero sicuro di voler tornare stasera stessa? Meglio una cena a Milano con lui o una serata in provincia a preparare le cose per la mattina dopo, magari con l'atleta in questione? L'Adorata Cugina è esterrefatta: "ci sono gay ovunque?" "Ma certo tesoro" rispondo "su 1000 atleti è percentualmente certo che ce ne siano almeno una cinquantina omosessuali". Il mio compito è scovarne il più possibile. Pensandoci bene, perchè stasera non faccio una visita all'hotel dove pernottano? Ho il pass! Avrei a disposizione ogni singola camera! Ma prima c'è l'aperitivo organizzato dal QI con ballerini vestiti da Batman e Wonderwoman, dj, un pullman limousine con bar, divanetto e tv al plasma a bordo e tanti nuovi ragazzi da conoscere. Faccio un pò di pubbliche relazioni: cioè giro ubriaco a intrattenere ospiti completamente scioccati dalla mia omosessualità esplicita, ma è pur sempre un modo per farsi conoscere. Come diceva la mia Holly, fare scandalo è un dovere e lasciare il segno è molto importante, se si vuole diventare qualcuno che conta. Respiro già l'aria del successo, quando uno dei cubisti mi suggerisce di andare ad intrattenere gli etero curiosi direttamente al QI salendo in qualità di Nicole sul palco. Già mi vedo, in tacchi, sul palcoscenico di fronte ad una folla di uomini apparentemente disgustati ma in fondo desiderosi di provare cosa voglia dire andare con una travestita. 
Il telefono squilla per la quinta volta, Filippo mi riporta alla realtà: è qui e mi sta aspettando. O meglio, Milano mi aspetta.

Il viaggio verso Milano è strano. Filippo continua a lanciare una serie di battute strane: aspettavo mi invitassi all'evento, se mi dicevi dov'era l'aperitivo magari sarei venuto, non mi scrivi mai, è da tutta la settimana che ti sento strano, se non vuoi non ci vediamo... Io invece continuo solo a fargli notare come sia liberissimo di fare quello che vuole e di come il suo interesse per la ragazza che dice di essersi scopato settimana scorsa stoni con quello che sta dicendo. Insomma: che cosa vuole Filippo? Un ragazzo etero, prova per la prima volta ad andare con un travestito. Inizia a chiamarlo tutte le sere, escono a cena, gli dà strappi per Milano, fa battute sul fatto che il travestito non abbia più voglia di vederlo, sentirlo o fare sesso con lui. Continua a dire di cercare donne, di non volere storie, di voler passare del tempo con me. Il travestito intanto, si prende bene per un pierre dalla dubbia eterosessualtità, che ama l'apparire, vuole Beniamina, non perde occasione per fare serata. La mia vita stava diventando un vero caos. Serve ordine. Mentre in macchina attraversiamo i campi, il cielo è limpido e la luna è alta in cielo, mi rendo conto di come la situazione sia completamente sbagliata. Dovrei essere felice, ho un ragazzo che mi vuole, mi porta fuori a cena, mi riempie di attenzioni e vuole essere partecipe della mia vita e di quello che faccio. Se fosse stato il carabiniere, o Michele, o Giulio, probabilmente sarei soddisfatto.  Invece non posso che continuare ad osservare come Filippo sia banale e qualunquista in tutto quello che fa. Troppa prevedibilità nuoce. E a me servivano stimoli.
Arrivati a Milano passiamo da casa per sistemare un paio di cose e prenotiamo il tavolo al giapponese lì vicino. La cena la trascorro ingozzandomi come non mi succedeva da tempo, sorridendo con Filippo e realizzando che tutte le mie supposizioni, i miei dubbi, le mie idee erano vere: Filippo non mi dà stimoli, le conversazioni non ti lasciano niente, ti fa sorridere, ma non puoi costruire una relazione sul sorriso. Anche se quando ti paga il conto sei così riconoscente che vorresti subito baciarlo.
Tornando a casa passiamo davanti al Mono, ed un'orda di ragazzi gai affolla la strada. Sento il richiamo frocio. Vorrei unirmi a loro, ubriacarmi, andare a ballare, divertirmi. Attraversiamo Corso Buenos Aires e incappiamo in gruppi di amici gai che sfoggiano i loro vestiti nuovi per le loro serate gaie. Improvvisamente muoio di invidia. E' questo il sabato sera che volevo? Arriviamo a casa e ci mettiamo a letto a guardare Mai dire Grande Fratello. Alle 2 Filippo dorme. Passerà la notte lì e maledico il giorno in cui ho pensato di invitarlo da me a dormire. Vorrei dirgli di tornare a casa, ma i sensi di colpa mi fermano. Vorrei uscire, andare a ballare, seguire l'ondata del sabato sera come tutti i ragazzi, ma non posso. C'è Filippo che mi stringe a sè.
Mi addormento consapevole che questo non è il sabato sera che avrei voluto avere. Avevo una scalata sociale da compiere, nuove persone da conoscere, un nome da costruire, nuovi etero da convertire.

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