martedì 15 febbraio 2011

Guardare al passato

Che il weekend appena trascorso (e unico libero prima della fine della sessione di esami) non si sarebbe rivelato particolarmente piacevole, l'avevo capito sin da subito quando, venerdì pomeriggio, dopo un lavoro di bocca al mio secondo "etero convertito" dall'inizio dell'anno, tornai a casa abbastanza insoddisfatto. Tre settimane per lavorarmi Claudio, ventottenne provinciale progettatore etero, e fissare un incontro che si apriva con le migliori prospettive.  Finchè non mi ero reso conto che Claudio era il tipico ragazzo che, nei lavori di bocca, non sapeva molto coinvolgere il partner.
Amareggiato per aver sacrificato un pomeriggio di studio per un esame che tutti in UniBi sembravano temere, sabato sera decisi di godermi l'unico momento mondano a mia disposizione fino a marzo in compagnia di Sam. Ormai il futuro mi appariva sempre più impegnato e tutto quello che riguardava la vita sociale sembrava essersi fermato a dicembre, eccetto qualche rara parentesi con Xander e Vanish. Per la nostra prima serata del 2011 assieme avevamo programmato un drink al Moma e una visita allo Stand Up nella Bella Provincia poichè entrambi, il giorno seguente, ci saremmo dovuti presentare pimpanti al lavoro. Dopo un bicchiere di Cosmopolitan e gli aggiornamenti necessari a rendermi per lo meno con la mente proiettato al presente, io e Sam ci recammo allo Stand Up pronti ad inaugurare un nuovo anno di nottate assieme. A quanto pareva, mentre io ero rimasto indietro di qualche mese, la discoteca sembrava mantenersi al passo con i tempi: fila all'ingresso con conseguente attesa per diversi minuti, serata accattivante, clientela varia. Impensabile, fino a qualche tempo fa. E se poi dietro di te c'è il tuo caro ex amico Dior, con cui non parli dalla scorsa estate, allora capisci che la serata promette già bene.
Una volta entrati rivedemmo care vecchie facce, qualcuna più conosciuta, qualcuna meno, ma anche di nuove; tra tutte spiccò quella di un certo Andrea, un venti qualcos'enne carino, con il fascino tipico del bisessuale: maschile e agghindato con il tipico look del provinciale se ne infischia delle etichette. Iniziammo a parlare per caso, partendo da Lady Gaga, di cui lui era un grandissimo fan, e le parole uscirono senza problemi per i successivi 20 minuti al termine dei quali venne raggiunto dal suo uscente/ragazzo giovane ed effemminato, stupido e incapace di affrontare qualsiasi discorso sui gusti musicali. Come poteva, uno così interessante e ricco di stimoli come Andrea, frequentare uno apparentemente insignificante e anonimo come quel ragazzo? 
Mi ripresi dall'amarezza e salì sul cubo a ballare con Sam in onore ai vecchi tempi. E lì, il nostro sguardo andò a finire su un'altra coppia: lui, etero convertito da Sam qualche anno fa, maschile, carino e giovane, e "lui" (anche se sarebbe meglio dire: "lEi") ventunenne dalla bionda lunga chioma raccolta, con dei tacchi vertiginosi, simile ad un'aspirante trans. Aspirante Carrie Bradshaw non ci poteva credere: ma che stava succedendo? Da quando valeva la regola: più vuoto e ridicolo sei e più le possibilità di uscire con dei bei ragazzi aumentavano?
Provai ad affogare i miei dubbi nell'alcool e la risposta arrivò da sè. Non c'era nulla di cui stupirsi. Evidentemente le cose erano cambiate in questi mesi: tutti si evolvono anche se io, preso dallo studio e impegnato a cercare di guadagnarmi un futuro ruolo da giornalista o simile, continuavo a vivere nel passato.
Osservai con un briciolo di compassione il "lui" biondo ossigenato ormai sempre più simile ad una lei; da quando i limiti erano diventati semplicemente accessori? Capì che non avevo nulla da invidiarle, ero giovane, intelligente, ricco di stile. Tutto avrebbe giocato a mio favore in futuro.
Vagai verso il bagno guidato da Sam finchè improvvisamente tutte le mie certezze crollarono. Eccolo lì, il Carabiniere, abbracciato ad un amico di Sam. E dentro tutto esplose. Incredulo e confuso, mi chiusi in bagno con Sam cercando, razionalmente, di affrontare nel modo più maturo possibile il duro colpo. Che ci faceva lui lì? Non sarebbe dovuto essere con Natasha, in riva a qualche stupido lago, a fingere di essere un fidanzato perfetto e fedele? La confusione mi assalì e immediatamente cercai un posto dove sarei potuto essere sicuro di non vederlo. Ovvero nell'area fumatori. E lì, seduto con una sigaretta in mano, scioccato e con Sam che cercava di tranquillizzarmi, mi resi conto che stavo ancora vivendo nel passato. Tutto sembrava cambiare, gli etero sembravano diventare improvvisamente fedeli a chiunque riuscisse a convertirli, i bisex ormai esibivano senza problemi i loro gusti sessuali per poi cadere ai piedi di ragazzini insipidi. Io invece ancora ero in grado di farmi prendere dal panico di fronte ad un ragazzo che avevo frequentato un anno e mezzo fa, mentre viveva contemporaneamente la sua relazione con Natasha.
Provai a ballare cercando di evitare altri tristi incontri e non appena incappai in Dior, capì che forse qualcosa per migliorare il mio futuro e che non riguardasse solo denaro e carriera dovevo anche farlo. Lo presi da parte e affrontai le vecchie incomprensioni risalenti ai tempi di Tom e Querceto. Tutto si risolse con un abbraccio ed almeno in quel caso, potevo dire di aver affrontato il mio fantasma del passato. E potevo lanciarmi verso il futuro con un nemico in meno.
Tornando da Sam, venni aggiornato vagamente sul suo incontro casuale con il Carabiniere. Accennò a una rottura tra lui e Natasha e ad una sua possibile visita in negozio l'indomani pomeriggio (fortunatamente mai avvenuta). Capì che se non volevo annegare nel dubbio oltre che nei ricordi dovevo zittire il mio amico. E così feci.
Tornando a casa scrissi un messaggio a Lou*, colei che per tutti i mesi addietro mi aveva appoggiato in questa relazione; da tempo avevo ormai il dubbio di essere stato uno stupido a pensare anche solo per qualche mese di poter costruire qualcosa di serio con un soggetto simile, lei mi avrebbe potuto dare l'appoggio di cui avevo bisogno.
Le scrissi di sentirmi uno sciocco, per non essermi reso conto di essere stato un semplice amante, e di quanto mi infastidisse il fatto che, ancora dopo un anno e mezzo, fossi lì a trattenere lacrime che ormai chiunque non avrebbe più sentito la necessità di versare.
Per molto tempo avevo pensato di aver cancellato certi pensieri e soprattutto certi effetti. E invece quella sera capì due cose.
La prima che quella era la prova che continuavo a vivere guardando al passato.
La seconda che basta poco a far crollare le tue sicurezze: è sufficiente rivedere chi ti ha fatto star male.

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