venerdì 25 marzo 2011

Soffocamento

D'accordo.
Sono le 5e24 del mattino, sono reduce da una serata all'Art con Sam e l'Adorata Cugina, e gli effetti dell'alcool ormai sembrano abbastanza assopiti. Perchè perdere tempo a scrivere anzichè buttarsi nel letto caldo ed accogliente? Semplice, perchè devo parlare. O meglio, scrivere.
Tanto per cambiare stasera ho rivisto lui, il Carabiniere, e questa volta in compagnia di Natasha. Mi sono ritrovato così lì, vicino al loro tavolo, vedendoli intenti a scambiarsi effusioni apparentemente sincere a pochi metri dall'appartamento in cui noi, più di un anno fa, ci scambiavamo più di qualche semplice effusione. Indossavo il mio trench nuovo di zecca, le mie francesine preferite, eppure l'agitazione era ancora come quella della prima volta. Avrei dovuto superare il tutto brillantemente, lo so, ormai l'anno e i mesi che sono passati dovrebbero avermi insegnato qualcosa. E invece sembrava di no. Per tutto questo tempo ho cercato di cancellare quello che c'era stato, i posti frequentati, i ricordi che riaffioravano, e stasera, percorrendo quelle strade in cui noi uscivamo e camminavamo, capì che potevo fare solo una cosa: convivere con quei ricordi.
Dovevo accettare che Natasha poteva essere più bella, intelligente, carismatica di me. D'altro canto potevo anche fuggire. Fuggire da fantasmi del passato, fuggire dalle insicurezze che mi stavano soffocando, fuggire dall'asfissiante provincia che tutto crea e tutto influenza, dagli sguardi della gente. Gusti di stile inclusi.
Desidero guardare avanti, desidero cambiare aria, desidero non dover più nascondermi quando vedo lui, desiderio poter uscire di casa vestito come realmente voglio, desidero realizzare quanto voglio ottenere, essere apprezzato, non dover vivere procrastinando, non far dipendere il mio umore dallo sguardo delle persone.
Natasha e il Carabiniere potevano fare quello che volevano, e così tutti gli altri gay/bisessuali attivi maschili non troppo carini sotto i 28 anni residenti nella Bella Provincia, io avevo bisogno di respirare. Volevo andare a Milano.


Probabilmente, come dice la canzone, i better days arriveranno anche per me Come Holly Woodlawn mi ha insegnato, serve avere la forza di inseguire quello in cui si crede; è ora di darsi da fare.



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