lunedì 27 settembre 2010

Twitta che ti passa

Molti sono i vantaggi di cui puoi disporre quando vivi nell'epoca del Web 2.0: conoscere ragazzi online, imparare molte cose di cui prima ignoravi l'esistenza, indagare sui segreti dei tuoi nemici/amici Facebook, acquistare cose e, per finire, assistere in differita alla settimana della moda milanese.
Nei giorni trascorsi infatti Aspirante Carrie Bradshaw si era ritrovato a fare i conti con l'amara realtà: mancare all'evento modaiolo per eccellenza, meta di tutti i fashion addict, modelle, stilisti ed aspiranti tali, ma anche di aspiranti giornalisti che, proprio come me alla Vogue Fashion's Night Out, cercano di farsi notare da più persone possibili. Ogni assenza a quell'incredibile spettacolo rappresenta un treno perso in più. Ed io ero a quota mezza dozzina già a 21 anni.
Ero così costretto ad ascoltare le radiocronache degli inviati, mentre mi trovavo al mio attuale lavoro, tra una scatola e l'altra, intento a sistemare scarpe e a far fronte a colleghi scortesi. Potevo ritenermi la Cenerentola del giornalismo; anche io avrei trovato la mia fatina che mi avrebbe svelato l'accesso a quel mondo patinato? Oppure mi sarei dovuto arrendere alle mie aspirazioni? D'altronde, con quello che stavo studiando non sarebbe stato semplice entrare a farne parte; specialmente se si saltano gli appelli d'esame come io avevo fatto qualche giorno prima.
Ma poi, un giovedì sera, stanco e amareggiato per le occasioni perse (o mai presentate), grazie al succitato Web 2.0, qualcosa si mosse. Stavo aggiornando il mio profilo Twitter, un social network simile a Facebook, ma decisamente più semplice dove le uniche cose che si possono fare sono aggiornare il proprio status e seguire altri profili in modo da poter leggere ciò che questi pubblicano. Unica regola: rimanere nei 120 caratteri a disposizione per ogni tweet. Questo sito, famosissimo in Usa ma sottovalutato in Italia, aveva fatto sì che trovassi la mia Carrie Bradshaw italiana di nome Silvia Paoli, giornalista di Vanity Fair ed esperta di stile. E fu proprio lei, presente alle più importanti sfilate, ad informare i suoi 131 followers di Twitter con i suoi tweet (cioè aggiornamenti di stato) sulle ultime tendenze. Grazie a lei ho potuto sapere in tempo reale che per essere al momento giusto e nel posto giusto in questi giorni è necessario svegliarsi alle 5 del mattino (pur vivendo a Milano), che per la prossima Primavera/Estate Cavalli rilancia i gilet pieni di frange oltre che i jeans con richiami folk, che MaxMara propone leggins color limone più larghi alla caviglia e che girare per tra i catwalks in stivaletti Bottega Veneta fa chic. Insomma, grazie a Twitter potevo usufruire in tempo reale della cronaca delle più importanti sfilate milanesi.
Non sarà come essere lì presente, ma era sempre qualcosa in più. D'altronde, anche Silvia Paoli ha studiato per una laurea in Diritto Internazionale apparentemente estranea al suo lavoro ed è entrata alla Mondadori con un semplice stage. 
Grazie, Twitter! Con i tuoi tweet il rammarico è ora solo un lontano ricordo.

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