giovedì 15 aprile 2010

Dilemmi "borgari"

Da circa un mese ero alle prese con un nuovo stile di vita. Ormai abituato ad uno stato da single, lontano da vecchie fiamme e abbandonata la convinzione che per essere felici servisse un Mr Big, trascorrevo weekend sereni in compagnia dei miei amici Lou* e Sam ed evitavo all'istante qualsiasi situazione compromettente di cui poi mi sarei potuto pentire. Da qui la scelta che per cancellare certi "errori notturni" qualche settimana di castità fosse necessaria. Ma non pensavo che le settimane sarebbero diventate mesi. Anzi, 2 mesi.
Nel frattempo Facebook mi aiutava a non lasciar calare il numero dei corteggiatori: erano ormai settimane che un tizio di Genova, tale Giacomo, flirtava spudoratamente con me. Per quanto avessi da sempre odiato certi approcci sul web, questa volta decisi di stare al gioco; d'altra parte, pensai, era giovane, carino e sicuro di sè: valeva la pena conoscerlo. E fu così che in breve tempo lo sconosciuto Giacomo iniziò a diventare il bel Giacomo. E dopo una serie di domeniche in cui quando lui saliva a Milano io ero impegnato e viceversa, il lunedì mi scrisse che questa domenica sarebbe andato al Borgo, discoteca la cui atmosfera diventava notoriamente gaia.
Mentre cercavo di trovare una risposta al dubbio arcano sull'andarci/non andarci/incontrarlo/non incontrarlo, Sam era alle prese con una vita da single sempre più spericolata accompagnata da un lavoro appagante che in breve tempo l'aveva promosso da "commesso" a "cassiere" e Lou* con un primo appuntamento da fissare. La mia cara amica infatti stava ormai rimandando dai tempi del liceo un primo appuntamento con un certo Floro, finora sempre rimandato a causa di imprevisti più o meno credibili. Questa volta l'incontro era stato fissato per la domenica; ci sarebbe stato?
Intanto io, per non sforzarmi troppo a cercare risposte ai miei interrogativi genovesi, avevo deciso di trasformare un noioso mercoledì mattina universitario in una mattinata di shopping in Duomo in compagnia della mia carissima collega Clementia, di Trento, ex abituè della vita notturna milanese che aveva approfittato dell'università per trasferirsi nella metropoli in compagnia della sua migliore amica. Entrambi, oltre al corso universitario, le ore di lezione e gli esami da dare, condividavamo anche limitate risorse economiche che però mi consentirono di portare a casa:
- una pochette a righe bianca e nera (davvero trash, in vero stile Carrie B. per qualche serata gaia)
- una pashmina bianca (un vero must per la stagione estiva in arrivo)
- una camicia scozzese (capo ormai visto e rivisto da mesi; ma costava solo 10euro, un capo in più che male fa?)
Lo shopping fu un toccasana per il mio stato di confusione borgara. Tornai a casa tranquillo e quando Sam mi disse che la domenica non sarebbe potuto venire al Borgo perchè il lunedì mattina lavorava, interpretai il tutto come un segnale divino. Mercoledì sera Giacomo mi scrisse; io non gli risposi. Probabilmente il mio periodo di castità doveva proseguire ancora per un pò.

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